Letteratura
Il tempo delle fregole
Prendo il battello a Ca’ Rezzonico per andare a Rialto.
A bordo incontro un amico psicologo.
Ci stiamo facendo gli auguri per il nuovo anno quando lui riceve una telefonata.
Il mio amico si allontana un po’ e risponde. Poco prima dell’attracco al pontile di Sant’Angelo sento che dice queste parole:
“Lo sai perché due persone restano insieme, anche dopo che è finito il tempo delle fregole? Perché la vita è tragica ed è meglio sopportarne il carico con quattro spalle che con due!”
Non conosco ovviamente il contesto nel cui ambito questa frase è stata pronunciata.
Però, mentre smonto dal battello a Rialto, me la sento ronzare nella testa.
Smonta anche il mio amico, così decido di invitarlo a bere un caffè.
Mentre aspettiamo di essere serviti, non resisto e gli pongo una domanda:
“Scusami, ma, involontariamente, ti ho sentito parlare con quel tuo paziente”
“Involontariamente?”, risponde con un sorriso ironico, “e comunque, non era un mio paziente, era semplicemente un amico!”
“Lascia perdere”, abbozzo, “La domanda è: quanto tempo dura in media il tempo delle fregole?”
“Da un giorno a qualche decennio, dipende dai soggetti e, in buona parte, dalle affinità che hanno tra loro”
“E mediamente?”
“Mediamente non più di quattro, cinque anni”
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