Letteratura

Il tema importante di Alessandra Carati. Finalisti Strega

25 Giugno 2022

Alessandra Carati – E poi saremo salvi Mondadori, Milano 2021

«Col tema importante si vince sempre, ricattando il pubblico», Nanni Moretti dixit nel 1989 presentando al festival di Venezia Palombella rossa.
Qui il tema importante è la dolorosa storia della fuga di un gruppo di profughi bosniaci di fede musulmana dalla guerra che devasta la ex Jugoslavia nel 1992. La  voce narrante è quella della bimba Aida dal cui punto focale si irradia la narrazione. Con la mamma Fatima attraversa la frontiera in direzione Italia ove intende raggiungere il genitore.  Verranno accolti «nella periferia sud di Milano» non meglio specificata. Qui nasce il fratellino Ibro che ben presto rivelerà sintomi di schizofrenia. Grazie all’aiuto di due volontari Aida giunge a laurearsi in medicina. La seconda parte  del romanzo affronta la difficile ma volenterosa integrazione in Italia, la terza i problemi di salute del fratello… triplice nidificazione del tema importante.

Perché scegliere il romanzo e non l’inchiesta giornalistica per un tema importante come questo? Per giunta con la voce narrante (dell’autrice) in prima persona, che si infratta nella piccola vittima, rischiando così il fatale travestimento dannunziano, insito in ogni opera di finzione in virtù di quel tot di artificio che la scelta letteraria  fatalmente reca e che volentieri perdoniamo solo alle opere riuscite?

La procedura seguìta che prevede capitoli brevi e disadorni con scambi di dialoghi essenziali e che dovrebbe nell’intenzione redazionale suggerire il dramma senza particolare coloritura aggiuntiva, alla fine contribuisce a far evaporare qualche sbadiglio in più di vitrea noia.
Anche qui come per il romanzo di Amerighi il “to show” (susseguirsi di scene statiche) rispetto al “to telling” (il racconto-riassunto) si dimostra meno redditizio, meno uncinante verso il lettore. I due autori, dicono le cronache, sono ghost-writer e addentro all’editoria.  Si sospetta che metterebbero così a frutto le tecnicalità e la precettistica delle devastanti scuole di scrittura creativa.
Il risultato  è  anodino,  anonimo, sconfortante.  Secche frasi nominali, prevedibili sbocchi di periodi narrativi  in dissolvenza, sfumature effettate, surplus di levità che sconfina nel flou, immagini e metafore  abusate,  ancora noia. Alcuni carotaggi.

«Il mondo reale, estraneo e ostile, perdeva contorni definiti fino a diventare evanescente.»

«Gli impiegati rimanevano a guardarci da dietro i vetri, come pesci di un acquario.»

«Il cuore mi batteva forte, mi sono nascosta sotto il letto. Sdraiata sulla schiena, nella penombra, stavo aggrappata al mio respiro come a un cavallo senza redini.»

«Ha chiuso gli occhi e sono rimasta a guardarlo in un tempo solo mio, mentre il sole basso illuminava la città e ammorbidiva tutti gli spigoli.»

I dialoghi non hanno una funzione precisa, raramente portano avanti l’azione né la spiegano, e tantomeno  danno coloritura espressiva alle  persone /personaggi, sembrano meri scambi fátici, tipo «Pronto, mi senti?», pure lallazioni.

Lei mi ha guardato senza capire.
«Va tutto così veloce.»
«Cosa va veloce?»
«Le parole.»

Tutto così. Piatto. Senza accensioni e sussulti. Frustrato ogni piacere di lettura
*
Apologo  della scelta del tema importante.
C’era una volta lo spot pubblicitario in cui il gatto Silvestro cercava disperatamente di acciuffare Titti. Finché, dopo una serie di corse e mancati colpi, il perfido canarino giallo (le vittime talora sono perfide) si metteva su una scatola di conserve DeRica, e allora il gattaccio si arrestava di botto e mormorava sconsolato «No, su DeRica non si può!».

Ora il problema è questo: cosa deve fare il critico letterario-gatto-Silvestro  che voglia ugualmente acciuffare l’autore-canarino che furbescamente s’è messo sopra la scatola del «tema importante» senza fracassare quest’ultima? La critica avveduta – dai tempi de La capanna dello zio Tom – consiste nel catturare il canarino  lasciando indenne la scatola al cui riparo egli si ritiene inattaccabile, perché ha scelto il «tema importante.» Ora, acchiappare il furbo canarino non vorrà dire attaccare il «tema importante», che è e resta santo. Però il canarino si nasconde a bella posta dietro il «tema importante»,  e proprio questo vuole: rovesciare la frittata estetica in rimbrotto etico. E rimproverare il critico di essere spietato, non se stesso di essere sventato.

***

Finalisti PREMIO STREGA 2022
A fianco di ogni libro troverete il link alla sua recinzione (recingere con un testo un altro testo) su questa rivista man mano che pubblicherò le recinzioni dei 12 romanzi finalisti.

I finalisti sono:

1. Marco Amerighi con “Randagi” (ed. Bollati Boringhieri), presentato da Silvia Ballestra. urly.it/3ny2q

2. Fabio Bacà con “Nova” (ed. Adelphi), presentato da Diego De Silva. urly.it/3nypf

3. Alessandro Bertante con “Mordi e fuggi” (ed. Baldini+Castoldi), presentato da Luca Doninelli. urly.it/3nvnf

4. Alessandra Carati con “E poi saremo salvi” (ed. Mondadori), presentato da Andrea Vitali. urly.it/3p5zh

5. Mario Desiati con “Spatriati” (ed. Einaudi), presentato da Alessandro Piperno. urly.it/3nv-j

6. Veronica Galletta con “Nina sull’argine” (ed. minimum fax), presentato da Gianluca Lioni. urly.it/3p89p

7. Jana Karšaiová  con “Divorzio di velluto” (ed. Feltrinelli), presentato da Gad Lerner. urly.it/3nx4h

8. Marino Magliani con “Il cannocchiale del tenente Dumont” (ed. L’Orma), presentato da Giuseppe Conte. urly.it/3n-nv

9. Davide Orecchio con “Storia aperta” (ed. Bompiani), presentato da Martina Testa. urly.it/3p34g

10. Claudio Piersanti con “Quel maledetto Vronskij” (ed. Rizzoli), presentato da Renata Colorni. urly.it/3nzhn

11.Veronica Raimo con “Niente di vero” (ed. Einaudi), presentato da Domenico Procacci. urly.it/3nsnm

12. Daniela Ranieri con “Stradario aggiornato di tutti i miei baci” (ed. Ponte alle Grazie), presentato da Loredana Lipperini. urly.it/3nrz8

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