Letteratura
Il sacro amor profano di Sarai Shavit
Passeranno altri anni e mi leggeranno scrittori, redattori, poeti, amici e giornalisti; faranno note e editing, accarezzeranno, triteranno, riempiranno pagine su pagine
di note
e annotazioni
ma nessuno come te metterà ordine,
nessuno scioglierà il nodo
da cui crescono i racconti.
Raccontare una storia attraverso frammenti, piccoli squarci di luce che permettono al lettore di spiare, come di nascosto, nascita e morte di una relazione non ordinaria, quella di una giovane aspirante scrittrice, studentessa al primo anno di letteratura, e di un maturo scrittore affermato, di oltre vent’anni più vecchio. Una storia di seduzione e di passione che si alimenta di parole, quelle fresche della protagonista, quelle ricercate e acclamate dalla critica dello scrittore, ma che l’autrice Sarai Shavit – poetessa, scrittrice, conduttrice televisiva e curatrice di festival letterari israeliana – centellina con parsimonia, scegliendo i termini in modo accurato, minimale e poetico, fin nel dettaglio della loro posizione sulla pagina bianca. Lettera d’amore e d’assenza, pubblicato in Italia da Neri Pozza, è un piccolo poema in prosa o un racconto di prosa poetica, che stupisce il lettore, lo incanta facendogli riscoprire l’importanza del ritmo, della musica, della suggestione appena accennata. La vicenda copre un arco temporale di vent’anni e viene narrata in prima persona, sotto forma di lettera, dalla protagonista, ormai donna, in seguito a un incontro fortuito con “lo scrittore”, vecchio e sempre più rinchiuso negli stretti confini della sua grande notorietà. Riannodando frammenti di ricordo della loro relazione, dal primo incontro al momento dell’addio, la donna – di cui non conosciamo il nome, come non conosciamo quello dell’amante, sublimati in un io e un tu che li allontanano dai riflettori di una mondanità letteraria in cui la loro relazione si sviluppa – elabora e trasmette la consapevolezza dei meccanismi che l’hanno legata a qualcuno apparentemente così distante, anagraficamente e per stile di vita, da lei.
La passione per la scrittura, il ricordo di chi li ha lasciati, il bisogno di vicinanza e comprensione: lei lo ama, forse, anche se molta della passione nasce dalla fascinazione intellettuale, ed è convinta di poter far maturare la sua scrittura grazie alla loro unione, come per osmosi. Gli fa leggere i suoi racconti, ascolta i suoi consigli. Lui ha bisogno di energia, di vita, di qualcosa che possa tenerlo ancorato al presente dopo la morte della madre e, allo stesso tempo, non gli imponga l’adesione a uno schema di doveri come avviene con la moglie, dalla quale aspetta un figlio. Nel corso del racconto i ruoli si mescolano e invertono: inizialmente è lei a giocare con le sensazioni e i sentimenti, a correre il rischio di un avvicinamento eccessivo all’oggetto del desiderio. Lui è attratto, ma attento a mantenere la “giusta misura” nel rapporto, quella imposta da una maturità che sente di dover dimostrare e alla quale però vorrebbe derogare. Quando lei si allontana, con la consapevolezza di chi si rende conto di non poter più restare pur desiderandolo, lui cerca in tutti i modi di trattenerla, col potere delle parole e del contatto fra i corpi, nella consapevolezza parziale della fine. Per colmare la distanza di un’assenza piena di rimpianti durata vent’anni sarà necessario consacrarla con una lingua sacra, poetica, monumentale. Lettera d’amore e d’assenza mantiene la freschezza di un racconto d’amore, ma senza concessioni al sentimentalismo, la poeticità del racconto in versi e la cruda concretezza delle parole scelte per lasciare traccia. Un racconto del “non narrabile”, la testimonianza di una storia importante che, senza assurgere a letteratura, non sarebbe mai esistita. Un testo originale, potentissimo, che sacralizza con grande dignità un amore illecito, a tratti quasi banale e lo avvicina – nella sua assoluta distanza – ai tanti percorsi di relazione fra cui i lettori si muovono ogni giorno. Ricordandoci che l’amore poetico non è mai una cosa semplice da vivere.
Sarai Shavit, Lettera d’amore e d’assenza, Neri Pozza, pp. 192
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