Letteratura
“Il potere del cane” di T. Savage: capolavoro tra cowboy, sentimento e vergogna
“E a quel punto il ragazzo gli toccò il braccio. Lo toccò. ‘Phil…io ho del cuoio grezzo, se vuoi terminare la corda’.
‘Tu? E che cosa ci fai?’
La mano del ragazzo rimase dov’era. ‘Ne ho tagliata qualche striscia. Volevo imparare…a intrecciare come fai tu. Prendile tu, ti prego’. Stavano l’uno di fronte all’altro e la mano del ragazzo rimase dov’era. ‘Tu sei stato buono con me’.
Prendile tu. Sei stato buono. In quel momento Phil, in quel posto che aveva l’odore degli anni passati, sentì in gola quello che aveva sentito già una volta e che non si aspettava né intendeva sentire di nuovo, perché poi, quando lo si perde, il cuore ti si spezza”.
Thomas Savage, “Il potere del cane”, Vicenza, Neri Pozza Editore, 2017.
Ci sono libri che, quando li finisci, ti lasciano sbigottito, sazio e con una sensazione di eccitata soddisfazione. Libri che non ti lasciano più, perché ti solcano la testa e la coscienza. Libri che ti fanno chiedere: “E adesso, cosa leggo?”, perché pensi non ci sia molto ad altezze simili.
“Il potere del cane”, di Thomas Savage, è proprio uno di questi.
Mi sono avvicinato al libro attratto dal titolo, identico a un altro capolavoro, ossia “Il potere del cane” di Don Winslow. Il movente è stato infantile: capire chi era arrivato prima con questo titolo; una volta scoperta la primazia di Savage e letta la quarta di copertina, acquistare il libro è stato un gesto naturale.
La storia è ambientata nel Montana di inizio secolo, 1924 per la precisione, e ruota attorno ai due personaggi cardine del romanzo: i due fratelli Burbank – Phil e George – due ricchissimi eredi di una dinastia di rancheros. Phil e George però non vivono di rendita, ma vivono con i loro uomini e le loro bestie; una vita dura, cameratesca, esposta alla severità della natura, glaciale negli inverni oscuri e rovente nelle abbacinanti estati. Una vita fatta per uomini duri, dove la pelle si scortica e i sentimenti si tacciono.
I due fratelli – che vivono soli con i loro cowboy nel ranch dopo che i genitori se ne sono andati a Salt Lake City e che non sono mai nominati, ma solo chiamati “La Vecchia Signora” e “Il Vecchio Signore” – sono diversi e complementari. Phil è colto, brillante, intelligente, perspicace, sempre in anticipo rispetto a parole e situazioni, sensibile e capace di fare tutto; George, di poco più giovane, è silenzioso, massiccio, “gnucco” e ostinato. Le loro vite sono simbiotiche e nutrono l’uno rispetto all’altro tanta intimità, quanta riservatezza.
Ma nel simbiotico trascorrere delle loro esistenze si affacciano altre presenze: il leggendario Bronco Henry, mito scomparso di Phil, un medico, sua moglie e loro figlio Peter; un ragazzo speciale, questo: diverso, capace di vedere cose che solo pochi vedono. In un circolo di destini che si lambiscono fino a innestarsi reciprocamente l’uno nelle vite degli altri, la donna – Rose – divenuta vedova si sposerà con George, andando a vivere nel ranch dei Burbank, alterando così indelebilmente la innaturale armonia tra i due fratelli.
E da questa alterazione gemmerà l’odio di Phil verso Rose – l’usurpatrice dell’ordine costituito e madre parvenu di Peter, canzonato da Phil e da tutti come “femminuccia” – che è metaforico odio per chi è diverso. Per chi è “minoranza”.
Perché “Il potere del cane” è, soprattutto, un romanzo profondo, psicologico, sulla diversità; che analizza l’odio, il rancore che nasce quando chi è “diverso” reprime ed è costretto a reprimere la propria identità più profonda. È un romanzo complesso, che ha toccato – nel 1967 – temi di un’attualità scottante, costruendo una trama articolata, ricca di descrizioni sulla natura americana e sulla dura vita dei rancheros di inizio secolo, con una scrittura magnetica e un impianto che culmina in un finale perfetto.
“Il potere del cane” non ebbe grande fortuna quando uscì a fine degli anni ’60; forse perché certi temi – come l’omossessualità – non erano argomento da romanzo e, soprattutto, da cowboy. Ma oggi, a distanza di 50 anni, questo libro brilla. E fa sì che Savage meriti di stare sugli scaffali assieme ai libri dei grandi.
Titolo: Il potere del cane
Autore: Thomas Savage
Editore: Neri Pozza
Pagine: 285
Prezzo: 17,00 (cartaceo)
Data di pubblicazione: gennaio 2017
@Alemagion
www.facebook.com/alessandro.maggioni.792
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