
Letteratura
Il piano cottura
Finalmente un po’ di sole. Io e Magda decidiamo di sederci fuori a prendere il caffè.
È un bel po’ che non ci vediamo e abbiamo tante cose da raccontarci.
Il primo argomento che affrontiamo è quello della casa.
Siamo due studentesse fuori sede e trovare una casa in affitto qui a Venezia non troppo distante dalle sedie universitarie è un po’ un’impresa.
Quasi sempre, a meno che non si abbiano genitori molto facoltosi (e non è il nostro caso) occorre accettare la convivenza con altre persone.
Esperienza che può essere a volte un’opportunità, a volte un incubo.
A me sono capitare entrambe le esperienze.
La mia prima compagna di appartamento era una maniaca dell’ordine e della pulizia, ogni volta che vedeva qualcosa fuori posto assumeva un’aria a dir poco contrariata.
Per fortuna la convivenza è durata solo un anno.
Poi lei si è laureata, è tornata al suo paesello, e al suo posto mi sono ritrovata ad avere come compagna di appartamento sua cugina, appena iscritta all’università.
Simpaticissima, affettuosa, e cuoca insuperabile. La compagna d’appartamento ideale.
Magda ascolta il mio racconto, poi inizia a parlarmi della sua esperienza in materia:
“Non stavo male con le mie due compagne di appartamento, erano simpatiche e divertenti, avevamo tante cose in comune…”
“Perché dici: erano?”
“Perché adesso c’è una novità nella mia vita”, mi risponde Magda.
“Cioè?”
“Mi sono messa con un compagno di corso, Furio”.
“E come vanno le cose?”
“Andavano così bene che ad un certo punto abbiamo deciso di iniziare a convivere. I suoi genitori, che, dal punto di vista economico, stanno decisamente bene, gli hanno comprato un appartamento abbastanza grande per due persone. Così ho deciso di lasciare la casa che dividevo con le mie amiche e di andare a stare da lui.”
“Beh, e non sei contenta?”
“Dovrei esserlo”, mi risponde Magda, “In realtà sono un po’ perplessa.”
“Come mai?”
“Mi sono trasferita da lui due sere fa. Lui aveva preparato una cena d’accoglienza sontuosa: primo, secondo, contorno, dolce, tutte cose preparate da lui, persino il dolce…”
“Fantastico!”, la interrompo io, “sa pure cucinare?”
“Ma non sai il seguito! Finita la cena – ci eravamo messi a tavola piuttosto tardi, e in più, come sai sono molto lenta a mangiare – gli dico che vorrei andare a letto. Lui mi dice: vai pure, io intanto metto in ordine la cucina. Dopo di che passa tre quarti d’ora a lavare i piatti, a spazzare per terra e lustrare come uno specchio il piano cottura!
“E qual è il problema?”
“Il problema è che io sono una casinista. Il piano cottura lo lavo una volta alla settimana. E mi sono messa con un autistico!”
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