Letteratura
Il Nobel Kazuo Ishiguro in Sicilia
Correva l’aprile del 2009, la Commissione per il premio letterario internazionale Giuseppe Tomasi di Lampedusa, composta da Gioacchino Lanza Tomasi, da Mercedes Momnay , da Silvano Nigro e dallo scrivente, indicava in “Notturni” di Kazuo Ishiguro l’opera da premiare. Fu una scelta senza discussione, entusiasticamente accolta da tutti quanti eravamo stati affascinati dalle atmosfere di “Quel che resta del giorno”, il più famoso romanzo dello scrittore giapponese per nascita ma, in realtà da come l’ho conosciuto, inglese al cento per cento. Il premio fu consegnato, nel corso della cerimonia ufficiale, il successivo 8 agosto ed io ebbi l’onore di leggere la relativa motivazione. Ishiguro e la sua simpatica consorte Lorna, peraltro molto affezionata all’Italia avendo soggiornato per motivi di studio nel nostro Paese, si intrattennero in Sicilia per tre giorni nel corso dei quali abbiamo avuto modo di stare a lungo insieme. Proprio a Mazara del Vallo, ultima tappa della permanenza in Sicilia, dopo il soggiorno a Santa Margherita di Belice città del Gattopardo, nel corso di una manifestazione pubblica, azzardai una previsione che, oggi, alla luce del Nobel che ha laureato questo scrittore molto riflessivo e estremamente parco nelle esternazioni, sarebbe stata profetica. Dissi infatti che Kazuo Ishiguro era destinato a essere incoronato con il massimo riconoscimento letterario internazionale, appunto il Nobel. Così, anche se a distanza di 8 anni, è stato, e la decisione annunciata ieri mi ha particolarmente inorgoglito. Posso aggiungere ancora che, con il premio a Ishiguro, l’Accademia di Stoccolma riscatta qualche scivolone che l’ha resa poco credibile agli occhi dell’opinione pubblica più colta. Al taciturno e pensoso, sul cui sguardo aleggia un’ombra di nostalgia, Kazuo Ishiguro va dunque il mio personale compiacimento e il grazie degli innumerevoli lettori a cui, attraverso le sue opere letterarie, ha fatto scoprire “l’abisso sottostante il nostro senso illusorio di connessione col mondo “ come si legge nella motivazione del premio dell’Accademia svedese.
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