Letteratura

“Il metodo Catalanotti”: Salvo Montalbano, l’universo femminile e il mare

23 Aprile 2023
Il rapporto tra il Commissario Montalbano e le donne rappresenta un richiamo irresistibile da decifrare, con il mare a fare da cornice. Un ritratto racchiuso tra le pagine de “Il Metodo Catalanotti” di Andrea Camilleri, edito da Sellerio

 

 

Chi ha seguito e letto le imprese del commissario di polizia Salvo Montalbano, ambientate a “Vigata”, piccolo borgo siciliano, si sarà certamente perduto in quei meravigliosi dipinti che regala scrutare l’orizzonte, vista mare, proprio dove si affaccia la terrazza dello “sbirro” più famoso di Italia. Nella sua abitazione storica, acquistata quando, rude e schivo in giovane età, era appena stato trasferito in Sicilia, fresco di laurea e distintivo, facendo ritorno dal nebbioso clima settentrionale in cui prestava servizio, all’assolata terra natale. É su quella terrazza che, Salvo, diventa un uomo, che tesse e disfa le tele nel mare della vita, mentre, quella enorme distesa salata, lo accompagna nei momenti bui e tempestosi, accogliendolo nelle placide nuotate all’alba o al tramonto, verso la linea di confine, per risputarlo a riva, esausto ma rigenerato. Vivo.

Salvo Montalbano e le donne: un rapporto complementare, forse necessario, pieno di mistero e bellezza.

Il commissario, indossa il distintivo come una seconda pelle e da esso non riesce mai a separarsi, anche quando gli comporta grandi e dolorosi sacrifici che riguardano gli affetti personali, le rinunce a formare una famiglia con Livia, sua compagna di sempre, che rimane sullo sfondo e ritorna a stringergli la mano con la delicatezza e la premura che solo la consapevolezza dell’amore vero dona, mettendo da parte i propri desideri e bisogni, senza rinfacciarli mai. Già, Livia Burlando, genovese, colta, raffinata e capace di stare accanto alle ‘camurrie’ di Salvo che, lontano dal mare di Punta Secca, sul Golfo di Marinella, non saprebbe quasi sopravvivere. I due condividono un amore fatto di rispetto, di riservatezza, ma anche di grande complicità che li spinge a rinnovare il loro legame, pur da lontano, tenendo a bada la brama di vedersi di continuo. Livia, è la telefonata sul finire delle giornate da dimenticare di Salvo, la sua migliore amica, la compagna che contiene tutto il bene ed il male di Montalbano che, proprio come Ulisse, è fortemente attratto dal richiamo del mare della vita, agitato, che sovverte la rotta, organizza incroci inaspettati, di dolore, stupore e passione.

Una parola, la passione, carica di mille significati nella mente di Salvo, un’attrazione rischiosa per l’universo femminile, per il suo mistero, per l’ebbrezza di sfiorare la libertà dell’ inconosciuto. Le donne, per Salvo, sono legami effimeri a volte, ma sempre densi di bellezza, quella dei sensi, quella della mente e quella del cuore soprattutto, a cui la sua natura, non consente di sottrarsi. Un imprimatur: si sforza e, spesse volte, ci riesce pure, a non cedere a scivolate tentatrici, ma delle donne è un convinto sostenitore, le ama a suo modo: rispettandole. Non dimenticandole. Come Ingrid Sjostrom, l’avvenente donna svedese, grande confidente del commissario che intrattiene con lo stesso, un rapporto ascrivibile all’indefinito, tra l’amicizia e l’amore, quel sentimento che lega senza incatenare, ma che sostiene ed alleggerisce in taluni frangenti, le miserie della vita. E allora Salvo, non fa mai sfoggio delle sue conquiste amorose, le tiene riservate, le rinchiude in un angolo profondo e quasi inaccessibile del suo cuore, quasi che nessuno le strumentalizzi o le sminuisca. Sa perfettamente che dell’insondabile alchimia tra uomo e donna, non si può scrivere un trattato o banalizzarne le situazioni, ingabbiando il flusso delle passioni in sterili schemi, preferisce la spontanea e dirompente forza dell’impattare le onde di pancia e non di schiena, tuffarsi a capofitto e sapere di poter comunque riemergere da qualche parte, forse da solo, stanco, come accade per un po’ ne “Il Metodo Catalanotti” quando, con lo strazio nel cuore, è costretto ad ammettere a Livia che il suo cuore e la sua mente sono in pausa, quasi anestetizzati, in un rapporto che ha

sempre rappresentato la colonna portante del suo equilibrio di maschio ribelle e testardo, siculo fino alla radice. La giovane e seducente Antonia Nicoletti, collega della polizia scientifica, entrata per caso nella sua vita, lo smuove, lo scombussola e gli fa rivibrare l’anima, facendogli provare nostalgia per una freschezza ed un entusiasmo tipici della giovinezza. Salvo è un uomo, ma con un cuore da ragazzo eterno. Le fatiche della sua professione, il dolore umano con cui si confronta ogni giorno, lo hanno temprato ad essere forte, ma anche reso più sensibile il suo essere empatico con le tragedie esistenziali di chi incontra. Quello che si genera è un mix devastante per la potenza di sentimenti e pulsioni che lo spingono a tradire Livia, per la prima volta, in maniera esplicita, azzardata e senza alcun ripensamento. Chiede ad Antonia di andare a vivere insieme, proprio lui che dal matrimonio e dalla convivenza è sempre fuggito, quasi dettando i tempi di uno stare insieme senza starci davvero. Proprio lui che dell’amore a distanza, ha dato testimonianza al mondo, mostrando come il filo regga e non si spezzi con i vari colpi bassi del destino. Ora Salvo è indifeso, libero e ha il cuore ed il corpo che gli urlano di prendere il largo, con Antonia, molto più giovane di lui, indipendente, poco smielata, ma capace di reggere il peso del fardello che il vissuto di ognuno di noi si trascina addosso. La giovane poliziotta, dapprima cerca di ridimensionare l’impeto di Montalbano, ma poi vinta dal suo sentimento per il commissario, cede a coltivare la loro unione.
Montalbano si mostra in tutta la sua fallibilità, proprio come la magistrale penna di Andrea Camilleri, aveva sapientemente creato, in ogni romanzo della saga poliziesca edita da Sellerio. La ricerca del bagliore negli occhi di una donna, forse diversa da Livia, capace di sentirlo per quello che è. Imperfetto, fragile, affamato di vita ed entusiasta come un bambino ormai nella fase più matura e complicata della sua esistenza. Salvo sa cosa sia l’amore ed in Livia lo ha riconosciuto, nutrendosi della larghezza dell’anima di chi da una vita sa perdonare. Un ricordo che lo accompagna anche sul punto di congedarsi dal suo pubblico, in preda all’estasi della passione. Come un perfetto naufrago ed esperto marinaio, Salvo, non indietreggia dal rischio avventuroso e terribile di uscire da sé stesso, sospinto dal mare che lo culla e dal respiro di tutte le donne che ha incontrato e che ha innalzato, anche fallendo, durante la traversata, come tutti.

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