Letteratura

“Il Futuro”, di Naomi Alderman, somiglia molto a questo (triste) presente

21 Gennaio 2024

“Abramo e Lot ci mettono in guardia dai comportamenti che abbiamo già adottato. Ci avvertono di smettere. Ci dicono che spesso abbiamo la possibilità di scegliere tra accumulare altro oro o oggetti e creare più fiducia. Scegliete la fiducia. La strada per la rovina è lastricata di certezza. La fine del mondo verrà soltanto accelerata da chi pensa di poter proteggere ciò che possiede dalla tempesta in arrivo.”

Naomi Alderman, “Il Futuro”, Feltrinelli, Milano, 2023.

Questo libro è stata per me una doppia sorpresa: innanzitutto perché ho conosciuto una autrice sino a oggi a me ignota e poi perché il romanzo in sé mi ha avvinto, cosa che di recente è accaduta di rado. Onore al merito del mio amico Giovanni, che non sbaglia mai un colpo nel regalarmi libri, che regalandomi “il Futuro” mi ha fatto imparare cose nuove.

Finiti i preamboli vengo al succo. “Il Futuro” è una romanzo poco classificabile in termini di genere. Perché nel momento in cui si dice cosa è, emerge anche che è il contrario di quell’essere. È un romanzo di fantascienza ma è pienamente contemporaneo; è un romanzo apparentemente distopico ma in fondo è ben più “topico” perché si svolge in un mondo e in un tempo ben riconoscibile; è un romanzo ecologista ma al contempo ipertecnologico. Insomma, se dovessi darne una definizione direi che è un romanzo perfettamente contemporaneo, con un certo carattere da thriller.

La storia (e la struttura narrativa) non è lineare e ci vuole un attimo per adattarsi ed entrarci, essendoci anche parecchie incursioni bibliche. La trama è strettamente ancorata alla centralità di tre personaggi Lenk Sketlish, Zimri Nommik e Ellen Bywater in cui – indipendentemente dal genere – si possono rintracciare i tratti di Zuckerberg, Bezos e Musk, ossia i più esposti plurimiliardari che hanno inferto fendenti significativi alla traiettoria dello sviluppo mondiale, che sono fondatori e CEO di tre piattaforme monopoliste. Insieme a questi personaggi vi sono poi gli altri protagonisti – Lai Shen, Martha Einkorn, Salah Nomi e Bridget Bywater – che saranno cruciali nell’escogitare un geniale piano, che è la trama stessa del libro, teso a salvare il mondo e l’umanità.

Della trama non dico nulla poiché per mia abitudine quando la storia merita è bene mettersi di buzzo buono e leggere il libro. Articolo solo qualche pensiero sul perché – al di là della storia che è in sé avvincente – ritengo questo romanzo contemporaneo un’opera meritevole.

Innanzitutto l’autrice – forte della sua esperienza nel campo delle nuove tecnologie e del gaming – attraverso una narrazione di realismo immaginario ci porta dentro ai pericolosi meccanismi di subdolo dominio che sottostanno alle logiche, tiranniche, delle piattaforme più usate. Con l’invenzione di un software – AUGR – che potrebbe far pensare di predire il futuro, ergendo le macchine al ruolo di nuovi dei. Oltre a ciò confesso che l’utilizzo nel romanzo di droni per i fantasiosi e geniali usi immaginati da Alderman mi hanno consolidato in una convinzione in me radicata in questi tempi di guerra, ossia la convinzione che i droni possano essere un’altra tagliente insidia per la convivenza democratica e per la libertà.

“Il Futuro” è un romanzo ecologista poiché nel dipanarsi della storia si vedrà il costruirsi di un complotto – che solo alla fine, come in un buon giallo, si disvelerà nella sua compiutezza – teso a liberare il mondo dai nuovi, avidi tiranni, riorientando la tecnologia non all’accumulo di potere e ricchezze personali, bensì alla redistribuzione del benessere e alla rinaturalizzazione del mondo.

“Il Futuro” è un romanzo intelligentemente e non ideologicamente femminista, poiché sarà da un sodalizio di donne che arriverà il geniale piano che porterà a liberare l’umanità dal giogo della concentrazione di avidità e controllo. Il tutto senza inutile violenza ma attraverso l’astuzia e l’intelligenza che sono proprie del genere femminile.

“Il Futuro”, insomma è un ottimo libro. Racconta non solo del futuro che sarebbe auspicabile costruire ma, sopratutto, di un presente che, se non corretto, non porterà nulla di buono. È un romanzo libertario che dovrebbero leggere i ragazzi e le ragazze delle scuole superiori poiché soprattutto a loro, e del loro futuro, parla.

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