Letteratura
Il cuore nuovo
Lucy mi ha scritto così.
“Non avevo mai respirato prima, mai prima di te. La tua vista, il tuo fiato, il tuo tocco, i tuoi baci, il tuo corpo hanno accecato i miei occhi, inondato i miei polmoni di aria e di vita, nutrito le mie labbra, saziato il mio sesso. Mi hai dato la vita mai vissuta prima, la speranza mai creduta prima, il piacere mai provato e il fuoco mai acceso prima e mai più spento dopo di te.
Con te tutto è iniziato. Con te tutto e finito, o non finirà mai.
Ho vissuto estati e amato il sole fino a bruciare la mia pelle e il mio pudore, ignara dapprima dello sguardo altrui e infine indifferente a quel giudizio, e anzi pronta alla sfida, forte del fuoco che quel sole aveva acceso per sempre.
E’ questa la vita per cui veniamo, questa è la fiamma che ci nutre e ci guarisce, questo insegnerò ai miei figli, a cercare e inseguire e prendere senza vergogna e misura. Il desiderio è il dono che ci nutre e ci libera, ci rende migliori e ci permette di vedere Dio in questo corpo effimero e caduco.
Mi hai liberata dalla schiavitù di cui non conoscevo le sbarre e le hai divelte, per rendermi schiava dell’amore senza mura e senza confini, dipendente dal suo profumo e tossica del suo possesso. Hai fatto l’amore con me senza toccarmi e prima di farlo, sotto quel sole che non poteva più bruciare la mia pelle, che bruciava di più per te.
Nei nostri inverni ho invocato la neve e pregato i miraggi disegnati dal nostro respiro, mi sono persa nel calore del tuo corpo disteso davanti al fuoco. Fiamme fatue e allegre mi hanno guidata e condotta dove non sapevo di essere diretta, audace e impavida.
Mi hai liberata ancora da chi non mi vedeva che per essergli fedele e mi hai resa folle e fiera di me. Così ho letto e studiato, nelle brevissime pause tra il pensiero di te e la corsa verso il tuo petto che era ormai la mia casa. Ho iniziato a cercarmi e non avrei smesso, pur sapendo che forse mi sarei trovata al di là di un gran dolore.
Tu c’eri in ogni passo che ho mosso, in ogni parola che ho compreso e in ogni lampo senza regola che ho seguito.
Ora non ci sei e avrei voluto maledire il tuo nome a lungo. Ci ho provato, ma era lo stesso che ho sussurrato nelle nostre notti sospese e brevi ed era sempre e solo amore ad essere evocato.
Ora non ci siamo, io e te, l’una per l’altro e immagino con dolcezza il tuo dolore e il tuo vuoto che non vedo con questi occhi, ma lo disegna il mio cuore per loro.
Adesso ho freddo e forse ne hai anche tu che mai ho creduto potessi averne.
Per un attimo mi perdo e cerco il sole di quelle estati, ma non c’è raggio che possa riempire lo spazio che sembra per sempre vuoto. Provo a restar ferma e attendo e so che quando il sole mi toccherà il viso senza scaldarlo fuggirò via, in cerca degli inverni di allora.
Benedico, quindi, il tuo nome e il suono magico che compone con il mio. Non c’è tristezza e neppure un orizzonte lontano, ché la gioia provata è mia e non mi lascia e la meta è raggiunta solo a volerlo.
Così è l’amore, entra e insegna che c’era e non l’hai portato tu, che mi hai solo insegnato a vederlo. E’ mio, l’amore è per me.
Grazie a te allora, per aver spezzato il mio cuore di prima. Che adesso nel mio petto ne batte uno nuovo e forte e non si fermerà più. Adesso ho la forza di correre e ignorare i fantasmi a cui avevo concesso di farmi compagnia per un po’, li lascio indietro e ti precedo, ma ti aspetto se serve. Se sentirò ancora il peso delle tue catene verrò ancora e proverò a liberarti, come tu hai fatto con me.
E forse spezzerò il tuo cuore malato e te ne regalerò un po’ del mio.
A quel giorno.”
Lucy.
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