Letteratura

‘Il coccodrillo di Palermo’ di Roberto Andò racconta una città e i suoi mille volti

Recensione del romanzo ‘Il coccodrillo di Palermo’ di Roberto Andò, edizioni La Nave di Teseo

21 Marzo 2025

Ruota attorno a due temi fondamentali l’ultimo romanzo di Roberto Andò. Uno è il rapporto con il padre, l’altro è la città, il locus all’interno del quale ogni vita umana ha origine. ‘Il coccodrillo di Palermo’, edito da La Nave di Teseo, è un romanzo in cui questi due elementi collaborano strettamente alla costruzione di una trama avvincente e significativa. C’è una Roma sempre presente e una Palermo costantemente assente a fare da sottofondo alla narrazione. Roma, come destinazione ideale. Il paradiso italico, quello in cui le aspirazioni professionali trovano compimento e realizzazione. Palermo, la città dell’eterno ritorno, sporca, malmessa e inspiegabilmente ricca. A Palermo il protagonista del libro, Rodolfo Anzo, regista di documentari, fa ritorno dopo più di dieci anni di sua assenza. E per tutti coloro che partono dal luogo natio per cercare fortuna altrove il ritorno è sempre conflittuale. Rodolfo Anzo sarebbe felice di non rivederla più Palermo, a Roma ha trovato la sua realizzazione e le cose girano bene. Improvvisamente, però, è costretto a cambiare i suoi piani: la vicina di casa dei genitori, ormai defunti, lo avverte che qualcuno si è introdotto nell’abitazione, dileguandosi senza trafugare alcun oggetto di valore.

Sembrerebbe un furto andato a vuoto, ma in casa sua Rodolfo si imbatte in sei bobine di intercettazioni telefoniche che il padre poliziotto aveva illegalmente conservato, insieme a un messaggio in cui chiede al figlio di restituirle alle persone intercettate, ai legittimi proprietari di quelle intimità trafugate. L’uomo, così, decide di mettersi alla ricerca dei misteriosi intercettati, ma non sa fin dove questo incarico lo porterà: con la complicità di una Palermo stregata, dai contorni sinistri e surreali, Rodolfo affronterà la verità tra le ombre della memoria di suo padre. Rodolfo infatti va presto oltre il semplice comando dato dal padre: restituire. La sua missione diviene altro: indagare, approfondire, scavare nella vita di suo padre, affrontandone i segreti e il mistero della morte. E Rodolfo arriverà alla conclusione che con l’espediente delle bobine da restituire il padre sembra voler condizionare la sua vita anche da morto.

Il comando era chiaro: contattare, restituire. Ma Rodolfo ascoltando quelle bobine, lasciandosi incuriosire dalle storie contenute dentro decide di mettersi sulle tracce di quelle persone, di quelle ancora vive, seguendole nel labirinto delle strade di Palermo in un suo eterno ritorno alla sua infanzia, a quell’età in cui Palermo splendeva come una regina. Adesso a rendere il panorama di Palermo più triste e ambiguo ci sono i misteri di un padre, elementi in grado di trasformare quelle città in qualcosa di fascinoso e malato alla stesso tempo. Un luogo in cui è onnipresente il senso della colpa e il desiderio di redenzione e giustizia. Tu non mi cercheresti se non mi avessi già trovato: è una belle frasi preferite di suo padre, parole che Rodolfo ha inciso nella pietra e che ritrova casualmente alla fine de romanzo. Sono le sintesi del perfetta di tutta la vicenda di Rodolfo e di suo padre, di quel loro rapporto lungo e contrastato che emerge da racconto di Roberto Andò, un racconto lungo una vita.

Seguendo l’indagine di un figlio sui misteri di un padre, Roberto Andò ci accompagna tra le strade e gli incontri di una città fascinosa e malata come Palermo, sempre sospesa tra il peso della colpa e il suo desiderio di redenzione e giustizia. Un labirinto magico di voci e volti che emergono da un passato ambiguo e reticente. Roberto Andò è nato a Palermo nel 1959. Oltre che scrittore, Andò è regista di teatro di prosa, lirica e cinema. Tra i suoi film, premiati con importanti riconoscimenti, sono da ricordare Sotto falso nome con Daniel Auteuil, Le confessioni con Toni Servillo e Pierfrancesco Favino, Una storia senza nome con Micaela Ramazzotti e Laura Morante. Dal suo romanzo Il trono vuoto, vincitore del Premio Campiello Opera Prima 2012, ha tratto il film Viva la libertà con Toni Servillo e Valerio Mastrandrea. L’ultima uscita cinematografica di Roberto Andò è stata il film ‘L’abbaglio’.

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