Letteratura

I Signori delle città, la prima inchiesta sul potere delle fondazioni bancarie

25 Aprile 2020

A prima vista le fondazioni bancarie sono creature stranissime. Simbolo della filantropia italiana, custodiscono un tesoro da 40 miliardi di euro. Sono enti privati e autonomi, ma gestiscono un patrimonio sostanzialmente pubblico. Nate quasi per caso nel 1990 allo scopo di privatizzare il sistema bancario, sono finite per controllarlo del tutto. Fino a diventare il governo “ombra” di molte città italiane. Sul trono delle fondazioni siedono presidenti spesso più rispettati dei sindaci, uomini in grado di spostare consensi e influenzare l’agenda politica del loro territorio. Professori universitari, massoni in sonno, benefattori illuminati, stimatissimi negli ambienti dell’alta società, ma anche despoti a vita, imperatori del no profit, mecenati coi soldi nostri e personaggi di autentico potere, sconosciuti ai più. Settori come l’arte, l’assistenza sanitaria e sociale hanno beneficiato della loro magnanimità, ma intere comunità sono state affossate da una gestione opaca e scriteriata del denaro collettivo.

È uscito in tutte le librerie d’Italia, edito da Ponte alle Grazie, il nuovo libro di Alessandro di Nunzio e Diego Gandolfo I Signori delle Città.

Con questa coraggiosa inchiesta, Gandolfo e di Nunzio svelano per la prima volta i retroscena di un potere che sembrava inattaccabile, eterno, misterioso. Il lettore farà la conoscenza degli enigmatici Signori delle città. E finalmente imparerà a riconoscerli.

Entrambi coinvolti nella stesura del libro di Ferruccio Pinotti, La lobby di Dio (Chiarelettere, 2010), nel 2015 vincono il Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo con la video-inchiesta Fondi rubati all’agricoltura, che svela gli interessi mafiosi nei fondi UE per l’agricoltura. Dopo illustri collaborazioni con trasmissioni come Report, Presa Diretta, Le Iene, dedicano la loro attività d’inchiesta sull’oscuro universo delle fondazioni bancarie.

I Signori delle Città, infatti, svela per la prima volta proprio i retroscena, i segreti e i meccanismi che si celano dietro uno dei poteri più blindati del sistema economico italiano, un sistema così potente da indirizzare per un trentennio l’agenda politica di centinaia di grandi e piccole comunità sparse in tutta Italia, da Milano a Palermo, da Roma a Torino, passando per Civitavecchia, Jesi, Lucca e molte altre città.

Una storia italiana, dove uomini dal potere smisurato hanno fatto il bello e il cattivo tempo con soldi che non gli appartenevano e che, in molti drammatici casi, sono scomparsi nel nulla, fagocitati da crack finanziari che hanno affossato intere comunità, tagliando le gambe a settori fondamentali come quello della Cultura, della Sanità, dei Servizi sociali.

Quella dei due autori è un’inchiesta coraggiosa, raccontata ai lettori fin dentro i propri retroscena. Un’inchiesta che farà discutere, indignare e che ha il merito di dimostrare come uomini praticamente sconosciuti, avvalendosi delle giuste conoscenze e muovendosi nei canali che contano, possano assurgere al ruolo di novelli principi rinascimentali o, nel peggiore dei casi, a quello di despoti assetati di potere.

I signori delle città è inoltre la prima inchiesta in Italia che lancia una campagna di denuncia attraverso una piattaforma “leaks”, in collaborazione con l’Investigative Reporting Project Italy (IRPI), che chiama a raccolta i “whistle-blower” interni alle fondazioni bancarie. Uno strumento che protegge le fonti e che spinge i testimoni a denunciare in forma anonima scandali fino ad oggi protetti dall’immenso e perfido malinteso di tutta questa storia: soldi collettivi e gestione privata. Si tratta dunque di un progetto che va oltre il semplice prodotto editoriale. Il grande pregio di questo libro, inoltre, è quello di accompagnare il lettore nel “dietro le quinte” del lavoro giornalistico-investigativo. Vengono infatti svelati trucchi e strategie con cui i due autori sono riusciti a carpire informazioni riservate. I Signori delle Città diventa così una sorta di “manuale operativo” del giornalista d’inchiesta.

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