Letteratura

I segreti di una libraia, a spasso nella sua “Farmacia” letteraria

3 Gennaio 2023
Maria Assunta Russo, proprietaria della libreria “Farmacia letteraria Corte Grande”a Martano perla della Grecìa Salentina, in provincia di Lecce, ci ha svelato i segreti dei librai che ogni giorno custodiscono gelosamente migliaia di storie riposte sui loro scaffali e di come i libri siano veri e propri farmaci per curare i mali esistenziali

 

 

“Come ho amato questo mestiere! Essere in mezzo ai libri, affiancare ogni giorno i personaggi che vivono nelle loro pagine … Se ne prenda cura.”, scriveva Marc Levy in “Amici Miei, miei amori”, mentre avveniva il passaggio di testimone tra il vecchio ed il nuovo che avanza. Perché, è proprio vero che le librerie sono avvolte da una aurea quasi mistica, impregnata di odori, colori e sapori che catapultano il cliente in una dimensione parallela, insonorizzata dalla fuliggine che si sprigiona per le strade da mattina a sera, quella fatta della nostra nebbia esistenziale. Ed i librai vengono investiti di una responsabilità doppia, che è quella di custodire migliaia di storie scritte su carta e posate tra i loro scaffali dal gusto vintage, minimal, elegante, pomposo, retrò, futuristico ecc. ecc., ma anche e soprattutto, la responsabilità di svolgere un’azione medicamentosa per i lettori che vi entrano, alla ricerca quasi di una pozione che lenisca o guarisca i mali dell’anima che sfiorano tutti noi, prima o poi.

Quella che appare come una professione incline alla stasi di giornate tutte uguali, fatte solo di carico e scarico volumi e pacchi regalo, in realtà, racchiude segreti ed emozioni che appartengono molto al livello di sensibilità che ogni libraio o libraia, profondono partendo dalla singola scelta dei volumi da ordinare, fino al suggerimento mirato ed adattato alle varie tipologie di lettori che possono frequentare assiduamente o di passaggio un luogo magico, per chiunque.

Di librerie ne esistono di ogni tipo. Dal punto vendita delle grandi catene editoriali, alle piccole botteghe di paese, in cui con un vero fare artigiano, uomini e donne, coltivano e nutrono la loro passione viscerale per i libri, facendone una vera ragione di vita. Anche la figura del librario, ha subito, nel tempo, inevitabili mutazioni, purtroppo prediligendo quasi sempre la logica del profitto alla qualità del lavoro svolto. E così, vi sono librai sottopelle, con una dedizione che continua anche a saracinesche abbassate, e poi ci sono semplici addetti vendita di libri, che li considerano alla stregua di una scatoletta di tonno da promuovere in offerta, senza curarsi di chi e cosa venga rivestito dal prezioso scrigno delle parole o delle immagini.

Abbiamo incontrato una libraia speciale, Maria Assunta Russo, proprietaria di “Farmacia Letteraria Corte Grande” a Martano, capoluogo della Grecìa Salentina, in provincia di Lecce, perla di suggestioni storiche e culturali del passato che ancora sopravvivono grazie all’amore della gente, legata alle proprie tradizioni. Una laurea in lettere ed una passione smodata per i libri…e per il loro potere curativo e salvifico, tanto da scegliere un titolo del genere: “Farmacia Letteraria”.

 

 

Maria Assunta, grazie per averci accolti nel tuo mondo fatato! Secondo te, quale differenza si cela tra il mestiere di libraio e quello di venditore di libri? 

 

“La differenza sta tutta nell’amore. Credo che il libraio rispetto al venditore, non ha come fine esclusivo ed ultimo quello della vendita, bensì la divulgazione della cultura. Inizia dal presupposto che il libro venga considerato come un oggetto quasi vivo, parte della propria vita, una vita scelta ancora prima di farne un mestiere. Un amore che, personalmente, ma come me anche tanti altri librai, sta con noi da sempre. Dopo la parola amore con tutta la vastità del concetto ad esso correlato, passerei alla parola passione, dedizione ed infine rispetto per quanto si custodisce e cura dell’autore, dell’editore, ma soprattutto del lettore, consigliandolo e guidandolo a soddisfare le sue esigenze. Dobbiamo tenere in considerazione come il libraio non si occupi solo della vendita del libro, ma della sua promozione a 360°, dalla scelta dei titoli, agli incontri con gli autori per le presentazioni, ai laboratori per adulti, per bambini, ideando e realizzando molte attività ad esso collegate, che possono coinvolgere molti settori trasversali come l’arte, il sociale, l’educazione civica, trasponendo nella realtà aspetti utili e concreti del vivere insieme”.

 

Quanto c’è di autobiografico tra i tuoi scaffali? E come decidi quali titoli ordinare?

 

“Tutto e niente. Tutto, perché tanti autori e riviste, nella parte dedicata all’edicola, rientrano nella mia formazione, molto altro, attiene alla mia prospettiva nel culto dei grandi classici, eppure mi viene facile dare spazio a tanti autori contemporanei, novità che non riguardano solo la sfera della promozione, ma prediligo la qualità. Provo a leggere ed ordinare il più possibile, il meglio della scrittura emergente. Credo, infatti, che occorra dare voce ad autori che sono approdati alla pubblicazione, dopo tanta gavetta, possedendo talento. Non mi ci ritrovo molto nei titoli autopubblicati.

Diviene innegabile che vi debba essere, poi, una scelta commerciale dei libri, per la maggior parte, per quanto mi riguarda, pubblicati da case editrici indipendenti, con le quali  provo ad avere sempre un contatto diretto. Ed ovviamente, presto la massima attenzione a soddisfare i gusti dei miei lettori, incentivando i gruppi di lettura. Ne ho due per ragazzi, uno per adulti, mi ispirano molto nella mia scelta. Ad ogni modo: la qualità, nella mia libreria, viene prima di tutto”.

 

Da lettrice, cosa cerchi di non far mancare ai tuoi clienti abituali o di passaggio?

 

“Sicuramente, la varietà . Ritengo che un lettore abbia sempre le idee chiare rispetto ai suoi gusti, ma non sempre, rispetto ai titoli. Quindi quando devo scegliere un libro, da lettrice, entrando in libreria, mi lascio attrarre molto dalle copertine, mi piace essere sorpresa da una scelta vasta e credo che questa dinamica si attagli alla perfezione anche ai miei clienti. Ancora, io e il mio compagno, che condivide con me il mestiere di libraio per aspetti più specifici, cerchiamo di rendere una gestione veloce, per esempio in riferimento agli ordini. Essendo una libreria indipendente, non abbiamo certamente le condizioni economiche od opportunità riservate ai punti vendita delle grandi catene. Un elemento che il più delle volte, il lettore non conosce, è che sostenendo una libreria indipendente, si sostiene anche la media e piccola imprenditoria, fatta di tanti sacrifici compiuti dalle singole persone. La nostra media di ordini settimanali si aggira sui tre o quattro, per offrire ai clienti una capacità di scelta più che accettabile. Siamo perfettamente consci che non sia possibile reggere il paragone con i grandi colossi, specialmente dell’ e-commerce librario, ma mettiamo tutto il nostro impegno perché il lettore si senta servito in modo adeguato, operando scelte mirate alla qualità, non disdegnando l’originalità, che è meno evidente nella grande distribuzione”.

 

I lettori di Farmacia letteraria, da quale atmosfera vengono avvolti una volta entrati?

 

“Una atmosfera familiare, caratterizzata dal profumo buonissimo della carta dei libri e dall’odore del legno degli scaffali. Una atmosfera intima e lineare, in cui ci si può intrattenere tranquillamente a scegliere un titolo, o chiedere ed essere guidati, o fare semplicemente, come accade molto spesso, una chiacchierata con la libraia”.

 

 

Che tipo di lettrice sei? Quali generi ti appassionano maggiormente e cosa rappresentano i libri per te?

 

” Sono una lettrice disordinata e compulsiva, nel senso che leggo anche più libri contemporaneamente, saltando da uno all’altro, di genere vario. Sono una cattiva lettrice di gialli, mi affascina molto il cuore che emerge nei libri, che non significa romanticismo, ma tutto ciò che corrisponde alla passione. Mi piacciono molto i romanzi storici, contemporanei, che raccontano uno spaccato sociale o ricchi di analisi antropologiche reali, quelli di introspezione, insomma tutto ciò che scandaglia la storia e quindi i lettori stessi.

I libri sono stati e sono ancora oggi, un’ancora di salvezza per me. Ho chiamato questo luogo “Farmacia letteraria”, a dimostrazione di quanto creda nel potere terapeutico dei libri e quanto essi possano essere sprone, riuscendo a pungolare il lettore ed incoraggiandolo a non mollare mai, alleviandone i mali dell’anima”.

 

 

 

 

 

 

 

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