Letteratura
Maria Caterina Prezioso con ‘I giorni pari’ racconta un’Italia di donne coraggiose
Recensione del romanzo ‘I giorni pari’ di Maria Caterina Prezioso, Arkadia Editore
Il romanzo di Maria Caterina Prezioso I giorni pari, edito da Arkadia Editore, colpisce già dalla copertina. Quella bambina, fotografata nel suo gioco del non-vedo non-sento, racconta molto delle due protagoniste del romanzo. Perché Sara e Silvana sono una lo specchio dell’altra. Le loro storie sono ambientate nei quindici anni che hanno visto l’Italia impegnata prima in una guerra sfiancante, come la II Guerra Mondiale, poi nella successiva ricostruzione. Le loro storie corrono parallele per incontrarsi solo qualche anno dopo nelle pagine finali del libro. Sara è una ragazzina ebrea scampata alla Shoà. Troverà rifugio nel piccolo borgo di Sperlonga, dove i genitori la manderanno spacciandola per parente della famiglia che la ospiterà. Silvana, invece, è una ragazzina di Val Melaina, una borgata di Roma, immersa in una giovinezza delicata e povera che la porterà al Forlanini, il Sanatorio di Roma, luogo in cui tenterà di sopravvivere alla tubercolosi e di diventare una donna.
Attraverso le voci di Sara e Silvana conosceremo gli altri personaggi, alcuni realmente esistiti altri di fantasia, le rispettive famiglie, le avventure di una stagione, la giovinezza vissuta nel periodo della guerra e gli accadimenti del periodo successivo. I protagonisti del libro I giorni pari sono soprattutto donne, coloro che in epoca fascista sono state costantemente escluse e umiliate, ridotte all’unica dimensione di madre e angelo del focolare. Come al cinema, al termine del romanzo, scorreranno i titoli di coda che racconteranno quale sia stato il destino di ciascuno dei protagonisti, quelli che ce l’hanno fatta e quelli che si sono arresi. Dalle loro voci ascolteremo uno spaccato di quegli anni, di un’intera stagione che, per quanto si voglia provare a dimenticare, ritorna spesso con un’attualità sconcertante. Il tema di fondo di tutto il libro è quello della resilienza, la capacità di assorbire urti, anche i più feroci, senza romperci.
Lo stile di Maria Caterina Prezioso è diretto e semplice allo stesso tempo. Molto raffinato nei dialoghi. L’autrice del romanzo I giorni pari riesce a realizzare un’attenta ricostruzione delle fonti dell’epoca, dando vita con questo libro a una forma di impegno civile in cui si rende testimonianza di anni in cui spesso la parola donna non faceva mai coppia con dignità. Le vite delle due protagoniste sono raccontate dall’interno, dall’intimità delle loro stanze, da quegli spazi da cui entrambe saranno costrette ad allontanarsi per motivi diversi. Ciò che accomuna Sara e Silvana è la caparbietà nel resistere, perché entrambe sono due sopravvissute, sono le voce di tutte quelle donne che non hanno accettato di scendere a compromessi con il regime, sono la testimonianza di chi è riuscito a non farsi irretire.
Nata a Roma nel 1961, Maria Caterina Prezioso ha pubblicato una raccolta poetica intitolata Nelle rughe del muro (Ibiskos, 1991). Per il teatro ha scritto La risposta di Leonardo (con Giuliana Majocchi, Il Segnale, 1996), messa in scena per la regia di Sergio de Sandro Salvati dalla Compagnia della Medusa (Teatro Oda di Foggia e Teatro Verga di Milano, premio migliore spettacolo) e La stanza. La festa dei Tuareg (Titivillus, 2004). Ha poi pubblicato i romanzi Il gioco n. 33 (Il Ventaglio, 1993), Il colpo (Pequod edizioni, 2008), Cronache binarie (Enzo Delfino Editore, 2011), Blu cavolfiore (Golena, 2013), La ballata dei giorni della pioggia (Kogoi Edizioni, 2016). Nel 2018 esce Pina & Max (Edizioni Leucotea, 2018), scritto insieme a Giuliana Majocch. Alcuni suoi racconti e novelle sono stati pubblicati in diverse riviste di letteratura (“Storie”, “Omero”, “In-Edito”, “TutteStorie”, “EllinSelae”). Collabora con la rivista “Satisfiction”. I giorni pari è il suo primo romanzo per Arkadia Editore.
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