Governo
I folli arditi di ser Brunetto
Odio è una parola importante.
Nella Rettorica di Brunetto Latini, all’argomento 13 , lo Sponitore spiega l’argomento di Tullio, basato sulla saggezza dei grandi oratori del passato, come Catone, Lelio, i Gracchi eccetera, per contrastare la presunzione e l’ardire dei folli.
E a un certo punto, dopo aver fatto la distinzione tra savi e folli arditi:
“Et nota che arditi sono di due maniere: l’una che pigliano a ffare di grandi cose con provedimento di ragione, e questi sono savi; li altri che pigliano a ffare le grandi cose sanza provedenza di ragione, e questi sono folli arditi.”
E, poco dopo:
“Et nota che odio non è altro se nno ira invecchiata; e così i buoni savi erano stati lungamente irosi, veggiendo i folli arditi segnoreggiare le cittadi. Et invidia è aflizione che omo àe per altrui bene; donde i buoni savi aveano molta aflizione per coloro ch’erano segnori delle grandi cose et erano in onore. Et perciò li buoni d’altissimo ingegno si ritrassero di quelle cose ad altri queti studii per scampare della tumultuosa vita in sicuro porto. Et nota: là dove dice «altissimo ingegno» dimostra bene o ch’arebboro potuto e saputo contrastare a’ folli arditi, e perciò che no ‘l fecero furo bene da riprendere.”
Ecco qui. In queste poche parole si riassume un po’ un’attitudine che perdura da millenni e che calza a pennello colla situazione attuale. I saggi, ossia coloro d’altissimo ingegno che potrebbero tenere a freno i folli arditi, che sono coloro che ci governano attualmente, non solo noi ma in molte parti del mondo, si sono ritirati, non volendo mescolarsi a questa marmaglia ignorante che, purtroppo, ha il potere in mano. La saggezza, che non viene da sola ma si costruisce con un costante studio del passato e del presente, attraverso un’attenta osservazione di tutto ciò che ci sta intorno, davanti alla volgarità della banalità, e alla sua violenza, preferisce ritirarsi nella contemplazione anziché intervenire e sbaragliare la follia.
Ovviamente quando la follia ardimentosa ha la meglio, l’odio, l’ira invecchiata, che viene resa manifesta ed è riconoscibilissima nelle azioni di personaggi come Salvini, Meloni, Santanchè, Crippa e una lunga schiera, i problemi si acuiscono. Come i topolini che seguono il pifferaio di Hamelin, la gente priva di consapevolezza e coscienza critica, si affida all’odio propagato dai folli arditi, semplicemente perché è più facile. E segue l’odio propagato dai suddetti, oggi facilissimo da insufflare grazie ai social (usati malissimo), dove chiunque, senza alcuna autocensura, vuol emulare il suo avatar politico (o anche non politico) spargendo odio a sua volta, in una parabola sempre crescente.
Tutto ciò in assenza di chi faccia ragionare, e questo, ai nostri tempi, significa apparire in televisione negli orari di maggior ascolto, in modo da raggiungere il più alto numero di persone possibile, e nei programmi più seguiti, come possono essere i notiziari o gli spettacoli d’intrattenimento, come talk show eccetera. Serve a poco se lo si fa a notte inoltrata o su reti che pochi guardano. Però, in televisione, c’è la messa, assolutamente indispensabile.
Ovviamente i folli arditi che governano anche i media se ne guardano bene dal far intervenire i savi che con due parole farebbero inesorabilmente afflosciare il loro castello di carte. Così è, purtroppo, e trasmissioni in cui si dibatte veramente sono messe all’indice nelle reti nazionali, ormai proprietà privata del governo, e s’incrementano i quiz, le isole dei famosi, i grandi fratelli, che sono innocui (secondo il punto di vista del potere) e occupano le menti del pubblico, tanto il pubblico vuole questo. I profughi delle reti nazionali affollano, trasportando il proprio pubblico, che non è poco, in alcune reti private con un occhio più attento al progressismo e alla libera satira e sbancano l’auditel.
Però, a lungo andare, questo sfacelo che una classe politica inetta e presuntuosa, ancorché ignorante, sta provocando si scontrerà col principio di realtà, anzi, lo sta già facendo.
Le assurde e pretenziose innovazioni costituzionali che Meloni e cerchi magici vorrebbero instaurare sono impossibili da realizzare ma anche solo il concepirle è sintomo di uno scollamento dalla realtà, cosa che viene manifestata quotidianamente da un folle ardimento, per dirla con Brunetto Latini. Ai tempi di Latini la democrazia non esisteva, peraltro, ma oggi anche se il tentativo meloniano è quello di creare una democratura, come in Ungheria e in altri paesi che lei trova affini, non potrà mai andare in porto perché c’è un’UE e perché c’è un Presidente della Repubblica ancora a guardia della Costituzione, per fortuna. I folli arditi hanno quindi un freno costituzionale ma ciò non impedisce loro di far danni comunque. Per la loro incontinenza, innanzi tutto.
La mancanza di rispetto per i disabili, i pensionati, i lavoratori, le fasce più deboli della popolazione, coloro che non possono permettersi una sanità privata ma che per necessità hanno diritto a una sanità pubblica che grazie alle manovre di questi folli arditi si sta sgretolando, così come la scuola – altro che merito! – e l’economia, prima o poi arriverà a un punto di non ritorno e per il signor Giorgia saranno cazzi acidi.
Giorgetti era quello che voleva togliere i medici di famiglia, non dimentichiamocelo, che poi sono quelli che fortunatamente c’erano durante il lungo periodo della pandemia e che hanno aiutato il paese agonizzante. E, dimentichi della necessità che queste persone rappresentano, come punto di riferimento per i primi soccorsi, per le visite domiciliari, per le prescrizioni, i nostri folli arditi continuano imperterriti nell’annientamento delle poche cose che ancora funzionano grazie alla buona volontà delle persone. Per sostituirle con cosa? Con punti di pronto soccorso negli ospedali saturi dove si può anche morire in attesa di essere visitati e dove si viene cacciati via dopo una medicazione a volte superficiale, oppure dove non ti fanno le risonanze magnetiche perché bisogna prenotarle otto mesi prima nonostante l’urgenza e farle a pagamento?
E i folli arditi pensano al Ponte sullo Stretto e non riscuotono gli 11 miliardi rubati dal Vaticano, che l’UE ci ingiunge di riscuotere. Ma Giorgia è madre e cristiana, chissà come la metterà colla CEI che piange sempre miseria e coll’UE a cui si dichiara fedele (così come agli USA).
Altro che io sono pietra, Giorgia cara, sarai sabbia che sarà portata via dal vento. Credo, però, che prima del vento ci saranno i truffati, cioè tutti noi, anche quelli che hanno votato per la pietra, che chiederanno conto e ragione e le pietre incominceranno a lanciarle loro. Sempre nel silenzio dei savi che ormai si sono ritirati per non contaminarsi col fango dei folli arditi.
Dove sono gli scrittori di successo che prendono posizioni ben chiare contro questa follia che ci circonda? Dovrebbero essere proprio loro a farlo. Michela Murgia non c’è più, possibile che ce ne fosse una sola? I Moravia, i Pasolini, le Morante, le Ortese di una volta, chi e dove sono oggi? Tutti a piangersi addosso colle loro storie di disastri intimi, ripiegati su sé stessi, senza nessun personaggio che incarni questa voglia di riscossa, di contrasto, di denuncia, quello che vince un Campiello colle faine parlanti, quell’altra che vince lo Strega col suo tumore e poi muore prima che glielo diano. E con una lingua sempre più povera, peraltro.
Torniamo alla vera letteratura, che è quello che manca in questo paese schizofrenico che ha bisogno di persone pensanti che diffondano pensieri veri non parodie di pensieri.
Dove siete, intellettuali! – ali, ali, ali … a… li. L’eco risuona nel vuoto.
È chiaro perciò che esiste una forma di educazione nella quale bisogna educare i figli non perché utile né perché necessaria, ma perché liberale e bella […] impareranno il disegno […] perché rende osservatori della bellezza del corpo. Cercare da ogni parte l’utile non s’addice affatto a uomini magnanimi e liberi.
Aristotele, La Politica (Libro VIII)
L’arte figurativa, quindi, per Aristotele è importantissima, anche solamente nella sua dimensione estetica, per l’efficacia immediata della rappresentazione.
Ambrogio Lorenzetti, nella Sala del Consiglio dei Nove o della Pace nel palazzo Pubblico di Siena, nel 1338 affresca l’Allegoria ed effetti del buono e del cattivo governo. Partite da lì, intellettuali eclissati.
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