Letteratura

Greta Olivo, ‘Spilli’ è la sua opera prima

1 Dicembre 2023

Greta Olivo è autrice di ‘Spilli’, il suo esordio letterario. Il libro è pubblicato da Einaudi. Gli spilli sono i puntini in cui la vista non funziona più, la porzione di spazio che è costretto a non vedere chi è colpito da un difetto della vista come la retinite pigmentosa. Nel suo romanzo la protagonista Livia attraversa buona parte della sua infanzia e adolescenza dovendo fare i conti con questa malattia della vista che la renderà vulnerabile e diversa rispetto a tutte le sue coetanee. La sua vita, fino al giorno della scoperta del suo punto debole, era trascorsa come quella di tutte le sue compagne. E Livia amava correre, e correva più veloce di tutte. L’atletica era la sua passione. Poi per lei comincia una lunga litania, tutta fatta di occhiali e lenti a contatto.

Livia ha una famiglia allegra. Ha una migliore amica, due occhi bellissimi e vive tutti i desideri tipici della sua età. C’è però un angolo cieco nel suo sguardo, qualcosa con cui dovrà imparare a convivere, un elemento che la renderà sempre più distante da tutte le sue coetanee. Per lei il momento più difficile è la sera, quando il buio comincia a diventare impenetrabile. E dietro gli spilli di cui si riempiono i suoi occhi le cose spariscono all’improvviso. La magnificenza di questo romanzo sta tutta nella forza con cui Livia reagisce al brutto scherzo che le hanno fatto gli occhi. Perché c’è una leggerezza bellissima in tutte le pagine di questo libro, quella che caratterizza una ragazza che sta facendo il suo salto nella vita, e che, nonostante tutto, a quel salto non vuole proprio rinunciare.

Le lenti a contatto e gli occhiali sono gli oggetti attraverso cui si manifesta il conflitto nel romanzo. Sono l’unico strumento con cui Livia riesce a dissimulare la sua malattia almeno nella prima parte di essa. Allo stesso tempo, le lenti a contatto rappresentano un pericolo se indossate troppo a lungo, trasformando Livia in una Cenerentola modernissima, costretta ad inventare scuse di ogni tipo per scappare a togliersi quelle lenti tante volute. E sarà grazie a questi strumenti di correzione che Livia potrà prendere parte a una nottata di occupazione a scuola, varcando una soglia che i genitori non vorrebbero superasse. E il conflitto per Livia arriva presto, già in prima elementare. Lei aveva imparato a leggere presto, prima di tutti, ma le viene diagnosticata una miopia precoce che la costringerà fin da piccola a tenere accoppiati sulla sua faccia gli occhiali.

Il libro funziona bene, anzi benissimo. E il motivo è molto semplice, la sua autrice scrive di ciò che conosce. Greta Olivo è una ragazza che ha ereditato dal nonno una miopia molto forte che le ha consentito di immaginarsi nelle vesti di Livia, personaggio inventato, affetto da retinite pigmentosa. Per capire come viva effettivamente una persona affetta da cecità grave l’autrice è stata anche ospite per un periodo in un istituto, prendendo nota di tutto ciò che succede alle persone con gli spilli negli occhi. Come camminano, quali esercizi fanno per evitare di cadere, ma soprattutto come fanno a camminare senza quell’incertezza che nel procedere dovrebbe avere un non vedente. E’ questo l’ingrediente principale del romanzo di Greta Oliva, il racconto aderente al reale, sofferto e magistralmente descritto della vita di una giovane ragazza con problemi di vista.

E c’è un elemento che fa da correlativo oggettivo a tutte la vicenda di Livia. E’ la storia di Emilio, il ragazzo cieco che le insegnerà a vivere la sua esistenza al buio, a trasformare lo smarrimento in quotidianità. Tutto questo emerge perfettamente nella terza parte del romanzo, quella che ha per titolo, guarda caso, ‘Tiresia’. In questa terza parte Livia dovrà scontare la crescente difficoltà di imparare a vedere non vedendo. Emilio, un pomeriggio, la invita a uscire fuori per le strade di Roma, a camminare bendata, a provare cosa significhi davvero essere al buio, e le propone di andare fino a piazza Venezia. La guida, le spiega come muoversi, le indica come utilizzare il bastone che per lei può diventare un occhio. Poi succede qualcosa, lui si allontana, l’ala sinistra si stacca dalla schiena di lei e Livia non sa più come fare.

Nel dettaglio dei movimenti Greta Oliva è riuscita a costruire un grande libro. Rileggete più volte il capitolo 8 della terza parte e capirete cosa intendo. Spostare un piede in avanti, tastare per sentire se c’è vicino il muro, convincersi a utilizzare il bastone che Emilio le ha lasciato. Livia non aveva mai imparato a usare il bastano, non era mai stata a uno dei corsi in cui si insegnava a farlo, non aveva mai trovato il tempo per frequentarne uno e prendere un patentino. Non riusciva con la scuola e tutto il resto. La storia di Livia è il racconto di una ragazza che non si arrende alla malattia, alla diminuitio a cui la costringe il fatto di avere tanti spilli negli occhi. Livia è una ragazza coraggiosa. Indubbiamente quella famiglia felice e allegra che ha alle spalle la aiuta ad essere ciò che è. Greta Olivo ha scritto un romanzo coraggioso. Un testo in cui gli affetti sono importanti. Un libro da cui la famiglia esce rafforzata. Chepeau!

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