Letteratura

Gotti Tedeschi: “la crisi dell’Europa è dovuta alla miseria morale”

17 Febbraio 2016

In occasione della presentazione del saggio Il mestiere del diavolo (Giubilei Regnani) di Ettore Gotti Tedeschi e Paolo Gambi, tenutasi lunedì 15 Febbraio presso la Camera dei Deputati, l’ex presidente dello IOR (Istituto per le Opere di Religione) Ettore Gotti Tedeschi espone un’attenta analisi della condizione di crisi in cui versa l’Europa fornendo uno sguardo d’insieme del mondo. Da economista morale, specifica che l’economia è un mezzo e non un fine e che diviene morale e amorale a seconda dell’uso che se ne fa. “La miseria politica e sociale è dovuta alla miseria morale, all’avidità, all’egoismo e all’indifferenza che abbondano nel mondo: l’uomo deve ritrovare il riferimento morale perduto”, ha dichiarato Gotti Tedeschi.

L’attuazione di tale teoria alla crisi in atto oggi in Europa porta l’ex presidente dello IOR a una profonda riflessione secondo la quale “l’Europa non sta in piedi perché è in atto uno scontro di carattere culturale tra la cultura cattolica dell’Europa meridionale e quella luterana”. Il problema della crisi economica sarebbe quindi da cercare nella distanza tra la visione del mondo luterano, che professa la tolleranza verso se stessi e l’intolleranza verso gli altri, e l’opposta del mondo cattolico. I padri fondatori dell’Europa sono cattolici di cultura tedesca, ma oggi assistiamo a una degenerazione della sua ispirazione originaria.

A testimonianza dello stato di corruzione che caratterizza la struttura ecclesiastica, Gotti Tedeschi cita Delle cinque piaghe della Santa Chiesa, scritto nel 1848 dal beato Antonio Rosmini, puntando l’attenzione sull’attaccamento al denaro e sulla mondanità della Chiesa, e Le quindici malattie della curia romana − prime fra tutte la persecuzione del denaro inteso come fine e non come mezzo − enumerate da Papa Francesco nel 2014. A tal proposito dichiara: “È diabolica la tentazione di una chiesa povera, in quanto la Chiesa per fare il suo dovere, ossia evangelizzare, deve necessariamente essere ricca”, aggiungendo che “la Chiesa deve essere ricchissima, mentre l’uomo di Chiesa deve comportarsi da povero”.

I veri responsabili della crisi economica sono, secondo Gotti Tedeschi, i preti che non sono stati più in grado di insegnare la dottrina cattolica preferendo fare politica e filosofia dal pulpito. “A partire dagli anni ’70 è venuta meno la dottrina cattolica lasciando posto e spazio alla gnosi, ossia alla conoscenza che nella Genesi l’angelo ribelle tenta di impartire ai nostri progenitori convincendoli di poter divenire uguali a Dio”. E aggiunge che la gnosi, in risposta alla parola di Dio, “ha elaborato la teoria del gender, quindi non più uomo e donna; ha vietato agli uomini di sottomettere la terra poiché ritenuta sacra e ha impedito loro di fare figli, considerati pericolosi e inquinanti.

Che sia la gnosi, dunque, la causa della decrescita della natalità concatenata alla crisi economica. Come Gotti Tedeschi ricorda, a partire dagli anni ’70 si è verificata nel mondo occidentale una decrescita del PIL a causa dell’aumento della denatalità. In una tale situazione, Stato e Chiesa hanno collaborato al fine di aumentare i consumi individuali convincendo la gente a spendere e professando la paternità responsabile: “se la popolazione non cresce, non cresce nemmeno il PIL e se il tasso di natalità non aumenta la popolazione invecchia e di conseguenza aumentano i costi fissi sociali, cioè la sanità e la vecchiaia che portano a un ulteriore aumento progressivo delle tasse fino allo stato di povertà raggiunto nel 2008”.

Per comprendere il ruolo ricoperto dallo IOR nelle vicende che hanno portato alla crisi economica attuale, l’econmista fa un passo indietro fino al tristemente noto 11 settembre 2001 quando “il mondo è cambiato, sicuramente da un punto di vista sociale e di strategie di difesa, ma soprattutto finanziario” in seguito alla decisione degli Stati Uniti “di contrastare il terrorismo scovando i flussi finanziari illeciti e limitandone la circolazione attraverso una nuova normativa a livello internazionale, ponendo così fine ai paradisi fiscali e al riciclaggio di denaro”.

Il patrimonio vaticano, essendo gestito dalle banche soggette alla nuova normativa, si è adeguato alle condizioni imposte dagli Stati Uniti e tale accadimento; secondo Gotti Tedeschi “non è stato un atto di persecuzione nei confronti della Chiesa, ma un adeguamento alla nuova normativa atta a contrastare il terrorismo poiché in ballo vi era la credibilità della Chiesa e del Papa”. E come dichiarò lo stesso Benedetto XVI, “noi dobbiamo essere esemplari”.

Biancamaria Stanco

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