Calcio
‘Fubbàll’ di Remo Rapino, un racconto accorato sull’umanità del calcio
Perché scegliamo un libro piuttosto che un altro? Spesso dal titolo. Ecco, Fubbàll di Remo Rapino (ed. Minimum Fax, 2023) ha attirato la mia attenzione così. Ho trovato l’utilizzo di un dialettale proprio nel titolo una soluzione perfetta per fare sintesi della storia dei dodici protagonisti di questa raccolta. Perché Fubbàll non è un romanzo, ma una raccolta di vite, quelle di undici giocatori, più un allenatore. Tanti affreschi per raccontare il calcio della classe operaia. Non quella della televisione e della Domenica Sportiva, ma quello dei campetti polverosi di periferia, e delle storie di chi è diventato grande con quella polvere appiccicata addosso. Tanti schizzi pieni di ironia, in alcuni casi, e di sana malinconia in altri. La cifra caratterizzante tutto il libro è la lingua freschissima con cui Remo Rapino riesce a raccontarci dodici vite che, una volta che lo avremo finito di leggere, saranno un po’ anche le nostre. E io giudico un libro proprio da questo: da quanto consente di immedesimarsi nelle storie che racconta. E Remo Rapino riesce in questo compito fin dalle prime righe.
I giocatori del libro sfilano davanti ai nostri occhi con i numeri delle loro maglie. Lo fanno in ordine, partendo dal portiere, fino ad arrivare alla punta. L’allenatore è l’ultimo della lista. Dentro, nelle loro storie, c’è buona parte dell’umanità con cui ci incontriamo ogni giorno. C’è la battaglia per un’ideologia personale di un socialista diventato anarchico e la scelta di fare il portiere per riscattare tutti i portieri del mondo, perché il ruolo del portiere è così, quindi o bene bene o male male. C’è un marcatore bagnino, pieno di soprannomi, una lista lunga, perfetta per descrivere il carattere di uno che non ne lasciava passare una di palla. C’è un terzino sinistro che ha sempre sognato di essere una punta, sperando per anni di avere stampato sulla schiena un bel numero 11, e che si è dovuto arrendere all’evidenza. E c’è l’umanità piena di incanto di ogni giocatore, impegnato per tutte le pagine a lui dedicate a raccontare la sua storia con passione e confidenza.
Remo Rapino sembra essere vissuto in ognuno dei dodici ruoli raccontati. Con uno stile fresco e godibile lascia sfilare tutte le storie del suo libro. Rapino è uno scrittore di lungo corso, per cui i riconoscimenti importanti, Premio Campiello (2021) compreso, arrivano quando sta per compiere settant’anni. Il suo stile è fortemente giovanile. Un fraseggio breve, diretto, ricco di immagini. Efficace, insomma. Stile che perfettamente si adatta alla narrazione che ha voluto produrre, alle storie a cui ha scelto di dare voce. Fubbàll nella sua autenticità è come un manuale di scrittura. I registri utilizzati al suo interno spaziano sapientemente dal malinconico all’ironico, dal realistico all’idealistico, dal poetico al didascalico. Meriterebbe di essere scomposto il suo testo, riletto varie volte e scomposto per comprenderlo appieno. E questo, il fatto di contenere mille mondi pur nella sua forma breve, è sicuramente il suo maggior pregio.
L’utilizzo della prima persona singolare conferisce unità ai dodici capitoli di cui è composto il libro. Il racconto è sempre diretto, in stile di confessione autobiografica. Ogni giocatore ha il suo carattere, le sue peculiarità, ma alla fine del libro ci si rende conto di aver letto un’unica grande storia. E’ la storia del calcio, uno sport che si ama o di odia, e di tutti i suoi protagonisti grandi e piccoli, di tutti quei giocatori che non stanno esattamente sotto i riflettori, però con il pallone ci sanno fare e soprattutto ci sanno sognare. E’ la storia della fatica di allenarsi a lungo, tutti i giorni, per pomeriggi interi, con tutte le condizioni atmosferiche possibili, e sempre con il cielo che a fine partita ti guarda in faccia. E’ la storia di tutti quei ragazzi che non sanno bene della loro vita cosa sarà, però ce la mettono tutta, ogni domenica, e ogni giorno. Perché per ottenere novanta minuti di perfezione c’è un grandissimo lavoro sotto. Remo Rapino questo lavoro sembra conoscerlo benissimo e ce lo racconta nelle pagine di un libro che aspetta solo di essere letto, soprattutto da chi il calcio lo ha sempre capito poco.
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