Letteratura

Franco Buffoni, “Sul dialogo tra critica e poetica”

1 Maggio 2023

L’obiettivo del saggio Sul dialogo tra critica e poetica (Nomos Edizioni, 2022) lo dichiara il suo autore già nella premessa; scrive, infatti, Franco Buffoni: «Con questo libro desidero dimostrare praticamente come il dialogo tra critica e poetica possa risultare fecondo, soprattutto se riesce a protrarsi nel tempo». Di contro a chi tenta di tenere l’esercizio critico e quello poetico in posizione antitetica, Buffoni propone invece la strada del colloquio e del reciproco rafforzamento che qui, in effetti, sembra operazione riuscitissima. Nella Parte Prima vengono passate in rassegna le opere della produzione di Buffoni, a partire da Nell’acqua degli occhi  (in “Quaderni della Fenice”, Guanda, 1979) e fino ad arrivare a Betelgeuse e altre poesie scientifiche (Mondadori, 2021) e, di ognuna, viene fornito un ricco apparato delle principali note critiche, recensioni o commenti relativi alle stesse che, grazie alla disposizione e alla voce di Buffoni abilmente capace di tenere insieme, consente di ripercorre il suo percorso nella poesia ma, soprattutto, di mettere in luce punti di continuità e di rottura tra l’una e l’altra opera e le caratteristiche peculiari di ciascuna, in maniera trasversale sia rispetto alla data di uscita sia rispetto al recensore o chi, più genericamente, ne ha scritto. Per esempio, è interessante notare come Antonella Anedda, in riferimento a Il profilo del rosa (Mondadori, 2000), scriva su «Lo Sciacallo» che Buffoni riesce a problematizzare il paesaggio, rendendolo elemento tangibile dell’unione tra natura e memoria; afferma infatti Anedda: «L’elemento verticale incontra l’orizzontale, ma è sempre l’ipotenusa a tenere lo sguardo e la storia attraverso la precisione delle cose e delle immagini. Sì, non genericamente piante, ma robinie, non alberi ma pini, abeti. Non posti, ma luoghi con nomi che devono essere pronunciati» (p. 42); oppure Maria Grazia Calandrone, che per il «Corriere della sera» scrive di Jucci (Mondadori, 2014) come del libro dell’amore impossibile, della colpa, del lutto e dove emerge con nitidezza che Buffoni non sia mai un “fingitore” ma sempre «una persona vera del mondo vero» (P. 104); e poi, diversi anni più tardi, il giovane studioso Francesco Ottonello, parlando di Betelgeuse e altre poesie scientifiche riconosce all’opera «un senso profondo e moderno del tempo e dello spazio che accoglie in poesia le innovazioni scientifiche» (p. 137) che, a fronte di linguaggio e struttura, costituisce un nuovo scarto rispetto alle pubblicazioni poetiche precedenti.

È evidente come l’autore riesca a dare forma a quel “praticamente” con il quale specifica, a inizio volume, il suo scopo; in effetti, il lettore, a conclusione di questa Parte Prima, si trova immerso nella sensazione di essere stato ascoltatore fortunato di un dialogo obliquo tra voci e tempi, grazie a cui può senz’altro dire di essere giunto a una conoscenza maggiore e migliore della poetica e del pensiero di Franco Buffoni.

Per Buffoni la critica risulta fondamentale anche e specificamente oggi, quando la rivoluzione digitale ha mutato e indebolito i paradigmi di riferimento e reso complessa la distinzione di visioni autorevoli alle quali affidarsi per comprendere meglio l’oggetto di studio, in questo caso la poesia; eppure è necessario che essa sia costantemente in dialogo con altre critiche e con gli autori perché, per il poeta e accademico, è indispensabile che critica e poesia si valutino costantemente e che il risultato di questo confronto sia valutato dall’estetica e trasformato in filosofia, nell’idea di sottrarlo dall’essere oggetto di una generica teoria della letteratura. È davvero forte e, direi, costitutiva, la necessità che sussista una comunicazione costante, dove il termine va inteso in primis nel suo senso etimologico di messa in comune di un dono, tra critica e critica, poesia e poesia e poi tra poesia e critica, poiché senza questa reciprocità entrambe non potrebbero accedere a quel processo di completamento fondamentale per un’acquisizione piena di senso e di significato. Buffoni, nel sostenere questa tesi, ammette implicitamente ed esplicitamente che non può esistere dialettica e, dunque, costruzione e ampliamento degli orizzonti, se manca uno sguardo inclusivo, capace di accogliere forme poetiche differenti e voci critiche che, anche in disaccordo tra loro, si esprimono su una certa poetica.

A riprova di questa prospettiva è la Parte Seconda, dove il prisma di voci si arricchisce ulteriormente, consentendo di comprendere fino in fondo l’importanza di una costituzione composita di ciò che si dice e scrive di un’opera, come messo in luce anche da Giulio Medaglini su «L’immaginazione»; Franco Buffoni, infatti, include accademici e non accademici, critici autorevoli, che con i loro interventi hanno determinato anche svolte significative nell’interpretazione di un testo – si pensi, ad esempio, a Guido Mazzoni a proposito di Il profilo del rosa –, e giovani critici, tra i quali, oltre che il già citato Francesco Ottonello, rientrano Lorenzo Marchese, Jacob Blakesley, Claudia Crocco, Davide Nota ed Eleonora Pinzuti.

Sembra che in qualche modo si realizzi qui, mutatis mutandis, quello che Umberto Eco aveva anticipato con Opera aperta (Bompiani, 1962) e cioè che il monolitismo dell’opera diventa, con l’evolversi dei tempi, una chimera, dal momento che chi fruisce del testo lo co-costruisce insieme all’autore; Buffoni ci mostra che un’intera produzione nasce e diparte dal soggetto autorale ma continua, di fatto, a mutare e a comunicare nuovi significati in base a chi la legge, a chi ne studia, ne scrive e ne parla. E se a farlo sono individui a vario titolo competenti, quello che nasce è un dialogo prolifero e pregno, capace di attraversare i tempi e le barriere disciplinari.

Del resto Franco Buffoni, con questo saggio ma prima ancora con la sua persona e la sua figura di intellettuale, non vuole smettere di educarci all’inclusività, al confronto, al dialogo autentico, elementi imprescindibili per chi ama e pratica davvero la poesia.

 

Franco Buffoni
Franco Buffoni

 

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