Letteratura

First Class, un viaggio da milionari guidati da Alfio Bardolla

15 Maggio 2018

Volete imparare a giocare a golf? È a un allenatore di golf che vi dovete rivolgere e il migliore non potrà che essere un ex campione. Allo stesso modo, chi meglio di un milionario di successo può insegnare a far soldi?”: parola di Alfio Bardolla, fondatore e master trainer della Alfio Bardolla Training Group SPA, azienda di formazione finanziaria personale.

Proprietario di altre 6 aziende, un patrimonio stimato in circa 40 milioni di dollari, Bardolla ha all’attivo sette pubblicazioni: First Class, edito da Mondadori, è solo l’ultimo di una serie di libri editi da Sperling&Kupfer e Gribaudo, tra cui I soldi fanno la felicità (distribuito anche in lingua inglese con il titolo Money Makes You Happy).

Nelle oltre 200 pagine di questa sorta di romanzo di formazione, durante un volo in prima classe da Milano a New York, il manager di una multinazionale, in perenne affanno per mantenere l’equilibrio tra il lavoro, il denaro e la famiglia, incontra un milionario che gli cambierà la vita. Il viaggio di nove ore sarà l’occasione per l’autore, financial coach di professione, di imbastire una lezione di libertà finanziaria durante la quale spiegare come fare per avviare il cambiamento per arrivare a vivere la vita che si sogna.

Lo scopo di un financial coach – dice Alfio Bardolla – è quello di aiutare a ottenere dei risultati finanziari: spiega come produrre, gestire e proteggere il proprio denaro, in autonomia. Aiuta a costruire un percorso per raggiungere i propri obiettivi personali ed economici. Non si tratta di un promotore finanziario, ma di un allenatore che insegna a migliorare il rapporto con i soldi”.

Figlia di un modello prettamente statunitense, la finanza personale di cui parla Bardolla è uno strumento per ottimizzare i propri risparmi seguendo delle semplici indicazioni e un bilancio ben strutturato, utile per la casalinga come per il dirigente di banca.

Non è la somma di partenza che conta – prosegue – ma la metodologia che si applica. Puoi partire anche da zero per fare soldi. Quello che insegno nei miei corsi è che ognuno è responsabile della propria situazione ed in grado di diventare libero economicamente. D’altronde, la maggior parte dei miei clienti non vuole diventare più ricca, ma avere più tempo di qualità da passare con la propria famiglia. Oggi è il tempo la risorsa più preziosa”.

Il cliente tipo che si rivolge a Bardolla? È un professionista laureato, ha un’età compresa tra i 35 e i 55 anni ed è uomo (solo il 30% è rappresentato da donne): “Sono i medici, i dentisti, gli avvocati che vedono scivolare sempre più le loro ricchezze a fronte di un lavoro che gli toglie sempre più libertà a iscriversi ai corsi – racconta – Oggi  saper gestire il proprio patrimonio non è un vezzo, ma una necessità. Con la fine del sistema del welfare e i problemi pensionistici che affliggeranno le nuove generazioni, è indispensabile saper investire il denaro, non risparmiarlo”.

E i corsi sono volti a fornire gli strumenti adatti a giudicare gli investimenti che vengono proposti da promotori e banche. “Aumentando la cultura, diminuiscono i rischi di incappare in investimenti pericolosi. A parte questo, perdere il denaro non deve essere visto come un fallimento: è nella natura dei soldi. Si tratta di un percorso di apprendimento, non frutto di stupidità”.

Lo scopo? “Essere liberi. Diversificare le entrate serve proprio a questo. Facciamo l’esempio delle entrate di un giornalista. Ci sarà quello che si ottiene con il lavoro, in cui il tempo viene barattato per i soldi. Ci devono poi essere altri due canali, come potrebbero essere gli investimenti in immobili e la creazione di un sito dove vendere le proprie competenze. Questi ultimi due metodi costeranno del tempo solo all’inizio. In questo modo, anche iniziando in modo umile, si può affrancare il guadagno dal tempo impiegato: in questo senso il denaro rende liberi”.

Tra noi e i milioni, insomma, è solo questione psicologica: “C’è anche una sorta di remora culturale, almeno in Italia. Qui da noi si amano i soldi ma si odiano i ricchi. La cultura cattolica e comunista vivono la ricchezza e il successo con un senso di colpa profondo. Nei paesi anglosassoni, invece, come in quelli dell’est, si sospende il giudizio nei confronti del denaro: è visto solo come un’energia che si muove, si perde e si guadagna. Se è vero come dice Warren Buffet, che la prima regola è non perdere i tuoi soldi e la seconda è ricordarsi la prima regola, è anche vero che se i guadagni sono maggiori delle perdite, ci si può anche dimenticare della sua regola. È solo una questione di prospettive”.

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