Letteratura

Esplosivi, rapine e libri. Intervista a Sam Millar, ex combattente dell’IRA

22 Febbraio 2018

Combattente dell’Esercito Repubblicano Irlandese (IRA) negli anni Settanta. Criminale negli Stati Uniti un volta lasciate le Sei Contee. Ideatore del colpo del secolo alla Brinks di Rochester – nello Stato di New York – che nel 1993 ha fruttato un bottino di 7 milioni di dollari. Ed infine scrittore crime di successo, con copie di libri vendute in tutto il mondo. Questo, e probabilmente molto altro, è Sam Millar.

La sua storia autobiografica On the Brinks. Memorie di un irriducibile irlandese è stata pubblicata anche in Italia dalla casa editrice Milieu. Un volume che si legge tutto d’un fiato. Ma oggi, Sam Millar, ci parla della sua militanza nell’IRA. Una parte della sua vita che non ha mai rinnegato.

Quando è entrato nell’IRA?

Mi sono unito all’IRA a 16 anni. La mia famiglia era un misto di repubblicani e socialisti e ovviamente questo ha avuto un’influenza su di me. A Belfast in quel periodo la situazione non era semplice. Ero considerato un cittadino di seconda classe, discriminato. Il mio Paese era – e rimane ancora oggi – occupato dalle forze armate britanniche.

É stato mai arrestato?

Sono stato arrestato per la prima volta nel 1973 perchè ero un membro dell’IRA. Avevo 16 anni e sono stato condannato per tre anni da un “non giurato britannico”, il cosiddetto “giudice”. Dopo sei mesi che sono stato rilasciato sono stato nuovamente arrestato. I “terroristi” dell’esercito britannico hanno piazzato esplosivi in un furgone in cui ero. Questa volta sono stato condannato a dieci anni di carcere. É stato allora che sono stato mandato nei famigerati Blocchi H di Long Kesh.

Nei Blocchi H c’era anche Bobby Sands…

Il periodo in cui sono stato imprigionato dagli inglesi è stato un incubo. Non ho mai visto la mia famiglia per quasi sette anni perché non mi hanno mai fatto far una visita durante la Blanket Protest – la protesta delle coperte, ndr –. Eppure, nonostante questo, non dimenticherò mai i miei compagni, né Bobby che era nella cella accanto a me, né Joe McDonnell – un altro ragazzo morto durante lo sciopero della fame nel 1981 – che era dall’altra parte. A volte mi sento molto triste e depresso per tutto questo.

Molti suoi compagni di allora oggi fanno parte dello Sinn Féin…

Io non ho niente a che fare con Gerry Adams. Il suo partito ha riempito la testa delle persone con menzogne e propaganda. In realtà aiutano a rafforzare l’amministrazione britannica nel nord perché stanno ottenendo un sacco di soldi dagli inglesi.

Ora la situazione in Irlanda del Nord viene descritta come pacificata. Cosa ne pensa?

Penso che ci sia pace, ma non giustizia.

Con la Brexit può cambiare qualcosa?

Non credo che la Brexit contribuirà a far guadagnare all’Irlanda la sua libertà. Questa è una sciocchezza. L’unica cosa in cui gli inglesi credono è la forza e nessun Paese ha mai raggiunto la libertà dal suo oppressore parlando.

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