Costume
Elezioni a Switchland – Parte II di IV
Il testo che segue è la seconda parte di un racconto satirico ambientato nello stesso contesto del romanzo di fantascienza “Switchland – Dove l’evoluzione cancella l’identità di genere” https://bookabook.it/libri/switchland-levoluzione-cancella-lidentita-genere/
La prima parte si può trovare al link https://www.glistatigenerali.com/costumi-sociali_letteratura/elezioni-a-switchland-parte-i-di-iv/
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Betty ci convoca alle 19 al chiosco sul lungolago per organizzare la campagna. Ha postato l’annuncio della riunione nell’area pubblica di SwitchApp, sperando di racimolare qualche persona in più, oltre a me e Joe. L’annuncio avviene con un post con l’immagine di Ernesto Che Guevara e la scritta “SWITCHLAND REBELLE”.
Noi tre beviamo un Negroni davanti al lago. Stiamo per scoraggiarci quando si avvicina un ragazzo sulla ventina, con lunghi rasta e un corpo esile. I capelli sono la sua parte più imponente e pesante, si presenta con una maglia rossa con scritto “Bella Ciao” in giallo. Parla molto veloce, si mangia le parole tanto che dobbiamo sforzarci per comprendere quello che dice. Si chiama Leonard, ma tutti lo chiamano “Lenny”.
Fortunatamente, si presentano altri cinque ragazzi vestiti in giacca e camicia, che affermano di essere studenti di Scienze Politiche. Si definiscono marxisti e vogliono aiutarci nella campagna elettorale. Brindiamo e spieghiamo loro il problema di presentare una lista di undici persone a supporto di Betty. I cinque studenti propongono di candidare tre prestanome, che magari non ci voteranno ma ci aiuteranno a presentare la lista “Switchland ribelle”.
Ci vediamo il giorno dopo per fare colazione sulla terrazza della mensa. Gli studenti hanno già trovato i tre candidati consiglieri tra i colleghi dell’università e possiamo presentare le liste. Mentre ci abbuffiamo di cornetti e frolle, i cinque ci illustrano le loro idee. Vogliono organizzare una campagna vecchio stampo, un classico porta a porta dove Betty dovrà interfacciarsi con le varie categorie sociali che compongono la società di Switchland. Si incontreranno i dipendenti del Ministero, delle docce pubbliche, degli impianti sportivi e degli stabilimenti balneari, oltre che baristi e ristoratori, operai cantonieri e addetti alla raccolta differenziata, gli estetisti e i parrucchieri, i commercianti nell’emporio e l’università. Una campagna capillare d’ascolto delle persone di Switchland, divise per categorie.
I cinque sono ben informati perché stanno seguendo un corso di “Scienza politica applicata” che studia le campagne elettorali dei Sapiens in una prospettiva storico-sociale. Ci mostriamo soddisfatti del loro lavoro, mentre Lenny fa scena muta.
Se Kim ha invaso tutti gli spazi pubblicitari, noi prepariamo un tradizionale porta a porta. Ma come organizziamo gli incontri? Non esistono sindacati a Switchland e parlare con i singoli addetti comporterebbe uno sforzo dispendioso, non adatto al poco tempo a disposizione. Potremmo intercettare le varie categorie di operaie durante le pause.
Visto che siamo alla mensa, abbocchiamo i camerieri e gli chef prima che inizino a preparare il pranzo. Chiediamo al maître se possiamo radunarli per tenere un incontro elettorale. Ci accompagna dal manager della mensa, il quale ci accoglie accigliato. Afferma che i lavoratori non possono certo fermarsi ora, ritarderebbero il pranzo degli altri membri della comunità, innescando una serie di micidiali eventi catastrofici che farebbero crollare il sistema.
Betty prova a convincerlo facendo gli occhi dolci. Lui fa una telefonata. Spiega la situazione e poi ascolta in silenzio. Rimette giù il telefono e afferma «Dicono che è imprescindibile salvaguardare la democrazia di Switchland perché la libertà, l’uguaglianza, bla, bla, bla. Insomma, fate la vostra riunioncina del cazzo! Vi concedo al massimo trenta minuti, poi voglio tutti di nuovo ai loro posti!».
Non ce lo facciamo ripetere due volte. Prendiamo il microfono e convochiamo tutti in terrazza. Betty sale su un tavolo e arringa la folla «Tra pochi giorni si voterà a Switchland. Voi sarete tenuti a scegliere se mantenere lo status quo, votando Kim, espressione dei poteri che hanno governato finora, oppure voltare pagina scegliendo noi di “Switchland ribelle”! Il nostro gruppo vuole ribaltare questo potere ipocrita, che dice di garantire i nostri diritti, ma è espressione di una cerchia che opprime i veri protagonisti di Switchland, ovvero voi cittadini.
Se sarò sindaco, prometto che vi ascolterò prima di prendere le decisioni. Vi coinvolgerò nelle scelte e migliorerò le vostre condizioni di lavoro! Sarò la voce dei lavoratori e delle lavoratrici, contro questo potere che favorisce una casta di professori e dirigenti!».
I lavoratori si guardano intorno perplessi. Betty capisce di non avere in pugno la situazione. Prova a cambiare registro «Ditemi pure quali sono i vostri problemi sul lavoro, con me potete confidarvi, quando sarò eletta, mi ricorderò di voi e lavorerò duro per risolvere tutto». Silenzio assordante. Ad un certo punto, uno di loro alza la mano, Betty si avvicina emozionata e lui afferma «C’è Nick che fa continuamente le puzzette!» prima di abbandonarsi a una grassa risata. Tutti gli altri ridono, eccetto uno, probabilmente Nick, che risponde con una linguaccia.
Betty si scalda, sembra partire con una valanga di insulti, ma Joe le lancia un’occhiata gelida. Interviene Joe con il suo sguardo suadente e gentile, che contrasta con la fretta sconclusionata di Betty «Carissimi, tra poco si voterà, ma nessuno ha elaborato programmi e piattaforme. Kim è scaltra, e conosce meglio l’ambiente. Noi abbiamo una diversa visione del mondo. Conoscendo Kim, lei prenderà le decisioni insieme al suo gruppo ristretto, sia per i rapporti con i sapiens, sia per le scelte interne a Switchland. Non avrete voce su posizioni importanti come le ore di lavoro, l’ammontare di accessori da comprare o di cibo da mangiare, i rapporti tra operai e dirigenti. Noi invece vogliamo sapere quali sono le vostre esigenze. Pensate che sia possibile migliorare Switchland?».
Si alza un operaio alto e massiccio, dalla faccia saggia, che risponde «Vedi, noi non abbiamo niente di cui lamentarci. Dopo le consumazioni, le stanze restano sempre pulite, perché i clienti sono civili. Nel mondo dei sapiens il lavoro era disastroso: sporcizia ovunque, clienti esigenti, insulti, possibilità di essere picchiati da avventori ubriachi. Per non parlare degli straordinari. La differenza è netta e il miglioramento è davvero piacevole. Forse con il tempo la situazione cambierà, ma per ora siamo felici che ci sia qualcuno che decida per noi. Tra i sapiens tanti colleghi votavano per il ministro dell’interno, solo perché sembrava un tipo tosto, anche se ha diminuito i nostri salari, per aumentare i benefit ai nostri padroni. A volte la democrazia non serve. Voteremo Kim!». Gli altri fanno cenni di approvazione, parte un lungo applauso.
Joe si rattrista, mentre il dirigente richiama gli operai a lavoro.
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