Costume
ELEZIONI A SWITCHLAND – FINALE
Il testo che segue è il finale di un racconto satirico ambientato nello stesso contesto del romanzo di fantascienza “Switchland – Dove l’evoluzione cancella l’identità di genere” https://bookabook.it/libri/switchland-levoluzione-cancella-lidentita-genere/
Le sezioni precedenti si possono leggere ai link:
https://www.glistatigenerali.com/costumi-sociali_letteratura/elezioni-a-switchland-parte-i-di-iv/
https://www.glistatigenerali.com/costumi-sociali_letteratura/elezioni-a-switchland-parte-ii-di-iv/
https://www.glistatigenerali.com/costumi-sociali_letteratura/elezioni-a-switchland-parte-iii-di-iv/
All’aperitivo c’è euforia. L’indomani facciamo colazione alla mensa per poi recarci nei vari luoghi di lavoro. Parliamo con i funzionari dell’università la mattina e con gli addetti allo stabilimento balneare nel pomeriggio. Ora il meccanismo è rodato. Sebbene sia impossibile convincere la maggioranza dei lavoratori, ogni volta troviamo qualcuno pronto ad aderire alla causa. Pare che l’entusiasmo di Betty risvegli lo spirito ribelle assopito in molti di noi.
Tra un incontro e l’altro, proviamo a bussare nelle case. Molte sono vuote. Chi apre crede che vogliamo fare un’orgia e ci invita nella sua camera da letto. Quando chiariamo i motivi politici della visita, mostra un volto dubbioso. In sporadiche occasioni, Joe riesce a imbambolare l’interlocutore con dei semplici movimenti degli occhi, per poi chiedergli il voto del cambiamento. Alcuni si riprendono e affermano di non voler cambiare proprio niente, altri cedono e si annotano i nostri nomi.
I giorni passano con lo stesso registro. Non abbiamo nulla da perdere e battiamo a tappeto il territorio con la grinta necessaria. Tutti i mezzi d’informazione mandano in onda messaggi in cui Kim chiede di votare per proseguire quanto di buono è stato fatto finora.
Proviamo a chiederle se vuole fare un confronto pubblico, magari da trasmettere su Netswitch. Kim risponde con civetteria «Sarebbe un’idea interessante. Però non credo che abbia senso fare un confronto sui programmi. Potremmo confrontarci sulle informazioni personali, in modo da farci conoscere meglio dalla popolazione. Ad esempio, possiamo rispondere a domande come, qual è il nostro film preferito? Che ne pensi?»
Betty fa un gestaccio e se ne va. Peccato, un confronto vero sarebbe stato interessante. Ha ragione Kim quando afferma che nessuno ha redatto veri e propri programmi, ma la divergenza sui sapiens rimane importante. Un dibattito avrebbe stimolato la riflessione nella popolazione, e la grandissima maggioranza avrebbe supportato proprio le tesi di Kim. Chiaramente, non vuole toccare questa corda perché teme di dividere l’opinione pubblica.
Il giorno delle elezioni, tutti i cittadini maggiori di sedici anni sono obbligati a votare tramite apposita App sullo smartphone. Niente code ai seggi, niente matita, Switchland deve mostrare armonia e tecnologia. Tutti scelgono il candidato sindaco e due candidati al parlamentino, per eleggere gli undici consiglieri. Se non lo fanno, HAL promette sanzioni molto pesanti, come l’esenzione all’utilizzo dell’Avatar per diversi mesi.
Alle 21, ora di fine delle votazioni, sappiamo già i risultati. Come previsto, Kim trionfa. Ma il 68,9% sembra un risultato abbondantemente al di sotto delle aspettative. Il 31,1% di Betty è invece un risultato straordinario, in grado di eleggere ben quattro consiglieri, lei e tre studenti.
Sale quindi l’emozione al comitato “Switchland ribelle”. Beviamo fiumi di birra e negroni al chiosco sul lungolago per poi rifugiarci a casa di Joe e Betty. Quest’ultima prende in mano la situazione portandosi al centro del salotto e soddisfare gli appetiti carnali dei cinque studenti. Lenny non sa bene che fare. Io fumo una sigaretta con Joe. Parliamo soddisfatti di quello che è successo, i suoi occhi ubriachi brillano di gioia, li trovo bellissimi. Le prendo le guance tra le mani e ci abbandoniamo in un caldo bacio. Quando provo a portarla in camera da letto, si ritrae con il suo solito sorriso beffardo.
Senza neanche parlare, indica Betty. Mi unisco alle voglie dei cinque ragazzi. Poi mi stanco della parte. Schiocco le dita e mi trasformo in donna, per dare una mano alla nostra candidata. Finisce in un mare di umori, tra sperma, sudore e saliva. Ci siamo divertiti.
Torno a casa nella mia forma femminile, per farmi una doccia. Trovo il nuovo sindaco, nella sua versione maschile. Gli faccio i miei complimenti, con una risata che tradisce la mia soddisfazione per il risultato di Betty. Lui mi risponde con un enigmatico «Ride bene chi ride ultimo». E ritorna nella mia camera da letto, con la mia compagna. Non ho voglia di unirmi a loro stasera. Dopo la doccia, mi addormento sul divano.
Il mattino dopo, Kim viene proclamata sindaco e si insedia il parlamentino di Switchland. Con nostro sommo sbigottimento, i tre studenti disertano i banchi delle opposizioni per passare alla maggioranza. Kim mi guarda con aria soddisfatta. Poi si rivolge a Betty «Allora? Piaciuto lo scherzetto? Pensavi davvero di poter fare tutto da sola?». «Di cosa stai parlando, non è perché quei tre stronzi ci hanno tradito allora tu puoi fare questi discorsi scemi» «Io posso fare quello che voglio. Sono il sindaco e non avrò scocciature da parte tua. Ho infiltrato la tua campagna e ti ho ceduto un po’ di voti solo per dimostrare ai sapiens quanto siamo democratici. Non potevo certo vincere con il 99%. Sarei stata come uno di quei dittatori che tanto disprezzo!»
Betty trasalisce. Kim continua: «Devo ammettere che qualcuno ti ha effettivamente votato, ma senza il mio aiuto, non avresti superato il 5%. Ora hai due opzioni, puoi fare opposizione da sola, sapendo che ti coprirai solo di ridicolo. O ti dimetti, lasci il posto a uno degli studenti, che passerà subito in maggioranza. Poi, tra tre anni potrai riprovarci, nessuno te lo vieta.» Ride con il gusto di umiliare l’avversario. Non l’avevo mai vista così assetata di potere.
Betty ha uno scatto d’ira, vorrebbe schiaffeggiare Kim che continua a ridere come un’ossessa. Joe l’afferra per un braccio e scuote la testa. Betty sembra convincersi. Con un filo di voce afferma «Va bene, domani mi dimetto». Se ne va da sola. Io e Joe la vediamo scomparire dentro la pineta, in direzione della spiaggia.
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