Letteratura
I passi di mia madre: il nuovo libro di Elena Mearini
Lo spazio di un’assenza, il silenzio avvolto da mistero sulla scomparsa della madre, un amore fatto di attesa e privazione, una vita addomesticata dal dolore: questa è Agata, quarantenne milanese protagonista del nuovo romanzo di Elena Mearini “I passi di mia madre”.
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Incontriamo Agata in un momento delicato della sua vita, intenta a fare i conti con un presente che non la soddisfa, in equilibrio precario fra il controllo costante delle proprie emozioni – attraverso il cibo, grazie ai farmaci – e il desiderio di approfondirle, di andare oltre e provare a costruire qualcosa di diverso sulle macerie emotive lasciate dalla scomparsa della madre. Agata era poco più che una bambina il giorno in cui lei è uscita di casa e non ha più fatto ritorno. Da allora sono trascorsi molti anni, senza nessuna notizia. Nonostante l’amore incondizionato del padre la protagonista è cresciuta insieme al suo dolore, a un senso di abbandono che la porta ad aggrapparsi alle relazioni, anche quando si rivelano completamente sbilanciate fra aspettativa e realtà. Così accade con Samuele, un uomo sfuggente, con il quale ha vissuto qualche bel momento all’inizio di un rapporto consolidatosi poi in una routine di appuntamenti rimandati, messaggi di poche parole, telefonate sospese.
Per sfuggire al gorgo emotivo di questo rapporto Agata si rifugia fra le braccia di Marco, l’amico vicino, sempre presente, al quale affida il suo corpo e la sua angoscia, e nella scrittura del racconto di vita di sua madre, immaginando cosa possa esserle successo varcata per l’ultima volta la porta di casa. Un percorso che le rivelerà scorci di verità e la porterà a fare i conti con il suo passato.
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Elena Mearini, autrice di cui ricordiamo, fra i tanti romanzi, Bianca da morire e È stato breve il nostro lungo viaggio, torna per raccontare una storia intima fatta di percorsi interiori, di eventi minimi che, in un breve spazio, delineano una piccola rivoluzione. Il cambiamento è infatti il vero protagonista di questo romanzo, scritto in una prosa fluida e piacevole, strutturato secondo l’alternarsi della voce narrante in qualità di protagonista o di narratrice di fatti solamente ipotizzati. Cambia Agata, cambia il suo sguardo sul passato, cambia il suo modo di relazionarsi con l’amante, con il padre, con il suo corpo. Il lettore segue questo cambiamento accompagnato con discrezione fra le pieghe più nascoste dell’animo, arrivando a scoprire anche quegli spazi d’ombra, quelle zone grigie che, difficilmente, siamo disposti a riconoscere a noi stessi.
I passi di mia madre è infatti un romanzo che interroga il lettore, anche quello più distante, da un punto di vista biografico, dalla vita di Agata. Le domande sul proprio passato, sui condizionamenti che guidano la vita e le scelte di tutti i giorni, sul modo d’intendere le relazioni, sugli “stratagemmi” adottati per sopravvivere a sé stessi. La sua storia è straordinaria, nel senso etimologico del termine: la scomparsa della madre, il mistero apparentemente insolubile che l’avvolge sono un filtro che consente al lettore quel distacco dalla sua esperienza necessario per non farsi travolgere dalle domande che la protagonista implicitamente gli rivolge.
La narrazione si gioca sul ritmo serrato e denso di suspence delle vicende vissute e allo stesso tempo sulle riflessioni della protagonista, sui corpi e sui pensieri, sulle parole affidate alla carta e sui non detti lasciati in sospeso. I passi di mia madre è un libro che non può essere definito in modo univoco, che mescola generi e stili e che può offrire molto a chi desidera esercitare uno sguardo critico sul mondo, in tempi di non poca superficialità.
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Elena Mearini, I passi di mia madre, Morellini editore, 2021.
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