Letteratura

E’ importante conoscere la vita di uno scrittore?

16 Aprile 2017

Uno dei temi che appassionano di più chi ama i libri è questo : è giustificato l’interesse per la vita di uno scrittore?
Conoscere traumi dell’infanzia, vicissitudini amorose, rovesci economici,disturbi digestivi e difficoltà respiratorie di un poeta o di un romanziere ci mette in condizione di capire ed interpretare meglio al sua opera?

Oppure noi accaniti lettori siamo, in fondo, soltanto dei “guardoni” ansiosi di frugare nella vita delle nostre star?Insomma semplici e banalissimi appassionati di gossip ?
Magari convinti, a torto, di essere più “nobili” di altri cultori di gossip sulla vita di veline e calciatori?
Prima di addentrarmi nel tema, devo premettere che la mia passione per la vita degli scrittori rimarrà, anche se dovessi pervenire alla convinzione che è solo “guardonismo”.

Perché, se è giusto cercare di debellare le passioni insane, quelle innocue vanno invece alimentate
Esaurito il preambolo, ecco quali sono i termini della questione per due autorevolissimi personaggi che se ne sono a suo tempo interessati, arrivando a conclusioni opposte.

Primo teste, Charles Augustin de Sainte-Beuve ( 1804-1869)

“Finché, su uno scrittore, non ci saremo posti un certo numero di quesiti, e non avremo dati ad essi una risposta, sia pure per noi soli e a bassa voce, non potremo essere sicuri di tenerlo tutto intero, anche quando tali quesiti possono sembrare lontani dalla natura dei suoi scritti
Che cosa pensava in fatto di religione? Come reagiva allo spettacolo della natura? Quale era il suo regime di vita, la sua esistenza di tutti i giorni? E, infine, quale era il suo vizio e il suo punto debole?
Nessuna risposta a queste domande è senza importanza.”

Secondo teste,  Marcel Proust ( 1871-1922) :

Un libro è il prodotto di un io diverso da quello che si manifesta nelle nostre abitudini, nella vita sociale, nei nostri vizi.
E’ vero che ci sono persone superiori ai propri libri, ma questo accade perché i loro libri non sono libri.

Balzac può essere stato maleducato, Stendhal noioso nella conversazione e Baudelaire ossessivo, ma perché questo dovrebbe influire sul nostro modo di leggerne le opere, che non presentano nessuno dei difetti dei loro autori?”

Aggiungo, di mio ( sentendomi, inevitabilmente, schiacciato dai due giganti che ho citato) e allacciandomi all’ultima citazione :

Ci aiuterebbe a comprendere meglio la Recherche il fatto di sapere che Proust aveva una madre ebrea, che soffriva d’asma, che aveva problemi intestinali, la pelle ipersensibile, era terrorizzato dai topi, freddoloso oltre ogni immaginazione?
E’ importante sapere che era omosessule?
Abbiamo necessità di sapere che, quando descrive Albertine pensa, invece, all’amore della sua vita Alfred Agostinelli?

Segue dibattito…

 

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