Letteratura
“due vite”: vincitore dello Strega. Rocco, Pia e Trevi sempre insieme
Ha finalmente vinto il premio Strega questo brillante intellettuale, Emanuele Trevi, scrittore meraviglioso sempre alla sapiente ricerca delle metafore per farci comprendere strutture sentimentali che non sono romanzi, ma racconti autobiografici che sontuosamente si colorano anche di momenti di pura immaginazione.
Già abbiamo recensito il suo magnifico libro nell’aprile scorso proprio su questo giornale(17/4/2021), ma ci è piaciuto molto il racconto dello stesso Trevi pubblicato sulle colonne de “Il Corriere della Sera” ( Corriere del 10/7/2021) della serata della premiazione.
Ha detto Trevi che a gioire del premio erano con lui anche Rocco Carbone e Pia Pera(protagonisti del romanzo), come se lo spirito di entrambi si fosse insinuato nel corpo di Trevi.
“Voglio dire che Rocco e Pia, probabilmente divertiti dall’idea di partecipare a un premio così importante, che è pur sempre un gioco, hanno deciso di insediarsi stabilmente dentro di me, così come si può dividere una casa con dei cari amici per passare un periodo di vacanza. E l’idea di convivere con quelle due persone di cui rimpiango tanto la compagnia, trasformandomi per così dire nel loro chauffeur metafisico, mi è sembrata da subito esaltante”(Corriere della Sera del 10/7/2021).
Come Pirandello, che pure Trevi cita, si è determinato un’ osmosi tra il momento onirico, dei sogni, della fantasia, e la realtà: i personaggi della nostra mente o del nostro spirito si pensano in mezzo a noi, come se ci parlassimo, ci toccassimo.
Trevi sostiene che Rocco e Pia lo hanno forgiato, plasmato anche a trascorrere il tempo perso ed insignificante, a vivere e ghermire il superfluo, a sentire l’ozio, la bellezza del silenzio, la perdizione dei pensieri in un altrove che provoca una dissociazione con la banalità della realtà, forse anche rappresentata da una serata per concorrere ad un premio letterario.
“E così, ci siamo incamminati allegramente, godendoci quel tempo perso, che in fin dei conti è pur sempre il tempo migliore della vita.
Alla fine, spero che Rocco e Pia si siano divertiti a partecipare al Premio Strega, e spero di averli ospitati degnamente.
In confidenza, ma so che mi capiranno, spero pure che prima o poi se ne tornino da dove sono venuti, e mi lascino un po’ in pace: io non sono nato per soffrire né per essere saggio, e proprio per questo avevo il punto di vista migliore per raccontare in un libro che persone meravigliose sono state”.
Sono bellissime queste parole, piene di malinconia, di nostalgia.
E per questo il libro “Due Vite” rende singolare questo scrittore.
Chi ci ha lasciato ed ha reso un segno nella nostra vita, forse, non muore mai: il messaggio di fondo, la cifra, il dispositivo e l’anima di questo libro ci dicono questo.
Ed è una verità non percepibile nella sua essenza costitutiva, che appartiene all’etereo, alle suggestioni, al mistero, forse diremo alla letteratura che è anche l’inesprimibile delle cose.
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