Letteratura

Di libri e d’estate, a modo mio (parte seconda)

26 Luglio 2016

Capita che certi libri abbiano l’estate dentro. Il caldo asfissiante, il vento arido, i campi arsi, la noia, le avventure, i capricci, gli innamoramenti, le spiagge, le campagne e i resoconti emotivi tengono in piedi le ambientazioni o le caratterizzano parecchio. Vista la stagione in cui siamo, ecco per voi dieci titoli ripescati dalla mia libreria: non si sa mai che a qualcuno venga in mente di approfondire.

Agosto di Romina Paula, La Nuova frontiera edizioni (traduzione di Violetta Colonnelli)

Un viaggio nel dolore, una scrittura scarnificata e ipnotica. Sono i primi dettagli che mi vengono in mente se penso ad Agosto di Romina Paula, racconto in prima persona di Emilia, una giovane donna che sta per tornare a Esquel, suo paese natale in Patagonia. Lei vive da un pezzo a Buenos Aires, innamorata della vita e del suo quartiere. È una telefonata dei genitori di Andrea, sua amica di sempre, a gettarla nello sconforto e a costringerla a tornare dove è cresciuta. Andrea è morta da cinque anni e i suoi genitori vogliono che Emilia partecipi alla commemorazione. L’evento, struggente, diventa il pretesto narrativo per ripercorrere l’esistenza di un gruppo di ragazzi e di ragazze, tra desideri irrisolti, amori svaniti, amicizie, viaggi, frustrazioni e consapevolezze. Bello tosto: lettore avvisato è mezzo salvato.

Corpi di Gloria di Giuliana Altamura, Marsilio editore

Puglia, villaggio di Riva Marina, estate, sei ventenni. Gloria e Andrea sono fratelli. Andrea ha lasciato Bari per frequentare l’università di Yale. Gloria, che ama suo fratello come si ama uno spiraglio di luce nel buio, vive con la madre e la nonna. Il padre li ha mollati quando ha deciso di rifarsi una vita. Intorno ai due fratelli, ricongiuntisi per le vacanze, Cris, bellissima e svitata, Nic ricco e turbolento, Dave timido, appassionato di musica e innamorato segretamente di Gloria, e Michael, l’amico americano di Andrea. Riva è un’oasi di mare bruciata dal sole. I baresi bene ci trascorrono i mesi di luglio ed agosto, poi il nulla. Il ritorno di Andrea è l’unico evento degno di nota per la comitiva, dove ciascun componente affoga i magoni personali, sfugge ai propri fantasmi, a quella fissità dei posti dove le cose non accadono e arrivano solo di riflesso.  Con Andrea a Riva Marina la comitiva è ricomposta. Tra mattinate al bar e nottate a scassinare case, salgono a galla i pensieri, i desideri latenti. Finché tutta questa turbolenza, questo prendere a calci il mondo per smuovere qualcosa dentro, sfocia in una tragedia. Hanno paragonato Giuliana a Bret Easton Ellis e Sofia Coppola per il mix di violenza e dolcezza, per come la polvere di stelle (la sua scrittura, che bella, ragazzi) si fa veleno in un niente. È un romanzo di atmosfere, di gran stile. Bello.

Bonjour tristesse di Françoise Sagan, Tea editore (traduzione di Ruggero Sandanieli)

Sul finire degli anni Cinquanta viene pubblicato un romanzo destinato a fare scalpore, come l’intera esistenza della sua autrice. Si tratta di Bonjour tristesse, romanzo cult di madame Sagan, con al centro la voce e i pensieri di Cécile, adolescente capricciosa e viziata, innamorata di se stessa e di suo padre. Cécile fa di tutto per tormentare Elsa, la svampitissima compagna del genitore. Il piano è far stancare l’uomo della donna che ha accanto. Ma Cécile non fa a tempo a distruggere Elsa, che salta fuori Anne, donna affascinante e delicata. L’egocentrismo di Cécile avrà conseguenze tragiche, intingendo di fiele tutta la storia. Inutile dire che il personaggio di Cécile ha fatto chiacchierare parecchio la critica e la società delle lettere francese. Sagan non se n’è più liberata, guadagnandosi la fama di enfant terrible di Francia. Da leggere.

L’ultima estate in città di Gianfranco Calligarich, Aragno editore

L’estate del romanzo è una stagione della vita. Più precisamente quella di Leo, il protagonista trentenne. È insofferente, Leo, incline alla noia, a tratti blasé. Si arrangia lavorando in una redazione sportiva, sebbene la vera soddisfazione la ritrovi scrivendo storie con un amico. Se non scrive o lavora, Leo vagabonda per Roma. Il resto è un caldo rovente, l’amore o qualcosa che gli assomiglia, l’amicizia, la vita, il peso dei desideri, l’incapacità di scendere a compromessi, di trovare una mediazione con il dolore, la delusione, il rammarico. Questo romanzo, scritto negli anni Settanta, è quasi introvabile ed è una lezione di scrittura (tacitiana, mai una parola di troppo). Fu Natalia Ginzburg a leggerlo per prima: lei lo amò e a me è capitato uguale.

L’ultima estate di Cesarina Vighy, Fazi editore

L’avventura nell’ordinario, l’amore, il lavoro tanto amato in biblioteca. Poi una malattia grave e il verdetto medico: è inguaribile. Il cuore di chi racconta si increspa di dolore, ma resistono un immenso amore per la vita e uno sguardo vivido sull’esistente, mentre l’estate stinge nell’autunno. Nel 2009 con questi temi Cesarina Vighy, scrittrice e lettrice impareggiabile, veneziana di nascita ma romana d’azione, sbigottisce i lettori. L’ultima estate arriva finalista al Premio Strega e vince il Campiello Opera Prima. Dacia Maraini scrive di un talento letterario tardivo, sbocciato come un fiore autunnale. Intervallando l’io alla terza persona, prende forma il personaggio di Zeta, alter ego dell’autrice. Capitolo dopo capitolo va in scena, con una semplicità spiazzante, il mistero di vivere. Dentro ci siamo tutti noi, con le nostre aspirazioni, i nostri ricordi, le nostre fragilità. Se la malattia, la morte sono ancora per molti argomenti tabù, ecco che la Vighy aggira i rischi del luogo comune, appellandosi ad un’urgenza, quella di raccontare. La fantasia e le parole serbate per anni fanno il resto, tracciando la trama di un testo non fiction vibrante.

Inutili Fuochi di Raffaella R. Ferré, 66tha2nd edizioni

Siamo al Sud, al campeggio La Riserva. Fa caldissimo, l’umidità non lascia respiro. Tra i viali e i bagni pubblici, tra la spiaggia, il bar e i bungalow si muovono diversi personaggi, vacanzieri o animatori. Ognuno di loro (c’è l’adolescente che detesta la madre ed è parecchio arrabbiata, il ballerino di salsa, una coppia, e tanti altri) ha un languore, ognuno di loro, a suo modo, si sente inadatto, bloccato. Le cicale, il sole bollente esasperano le sensazioni, cosicché l’estate perde quella connotazione, banale, di stagione senza pensieri. Il tempo della narrazione è un giorno. L’andare delle ore scandisce i capitoli. Ogni capitolo fa spazio alla voce dei protagonisti (io, tu, lui, lei). I monologhi sciolgono la trama che è la vita. Non succede nulla che non sia parlare, pensare, stare sdraiati, ballare, andare al mare. Le vite dei protagonisti si sfiorano. Girano tutti in tondo. Di fondo c’è la musica, unica vera compagna di vita, d’inverno come d’estate. Ogni tanto apro il libro a caso: Raffaella Ferré è una dalle parole necessarie, ti attraversa, che si voglia o no.

Oleandro bianco di Janet Fitch, Il Saggiatore edizioni (traduzione di Monica Pavani)

Soffia un vento bollente in California. Astrid è una ragazzina e vive con la madre, Ingrid. Ingrid è una donna elegante, determinata, gelida. È molto concentrata su se stessa, sulla sua scrittura, su quello che avrebbe realizzato se non fosse rimasta incinta. Conosce perfettamente i suoi punti di forza, il fascino che esercita sugli uomini. Passa le serate in giro, chissà dove, mentre Astrid attende uno slancio d’amore, una carezza per la quale ucciderebbe addirittura. Subisce la tenerezza e la crudeltà di questa madre irresistibile. E non smette di amarla neanche quando la donna finisce in carcere con l’accusa di omicidio, spezzando un patto familiare che pareva l’unica certezza per un’adolescente insicura. Un romanzo spietato come lo è l’esistenza, molto spesso. Un romanzo sulla conflittualità tra madre e figlia, sui riflessi delle scelte della prima sulla seconda, tra le sbarre di una casa circondariale e affidi a famiglie che si rivelano distruttivi.

La spiaggia di Cesare Pavese, Einaudi editore

Un’atavica amicizia lega Doro e il narratore, ma i due – come spesso succede dopo aver condiviso sogni, speranze e vicende quotidiane di ogni tipo – si perdono di vista. Si ritrovano che Doro ha sposato Clelia, una donna frizzante e intelligente. Una vacanza al mare in gruppo con vecchi e nuovi amici sovverte equilibri e relazioni. I dialoghi, le osservazioni, il detto e non detto, svelano le trappole che minano il rapporto tra Clelia e Doro, fragile come tanti ed esposto a turbolenze varie, compresa l’affinità tra Clelia e il narratore. Il mare fa la sua parte: a lui i personaggi rivolgono pensieri e impressioni. Niente alla fine della vacanza sarà uguale e a Clelia, a Doro e a tutti gli altri, non resterà che tornare a casa con la spiaggia nel cuore.

Il grano in erba di Colette, Fabbri editore

Vinca e Phil sono due adolescenti. Si conoscono da anni perché le loro famiglie usano affittare ogni estate una villetta sulla costa bretone. Vinca è attraente, anche se Phil pare non farci caso. Sboccia come una rosa Vinca. Una rosa con le spine, però: spesso si lascia andare a risposte aspre, a gesti maldestri, cimentandosi anche nella pesca e in giochi d’acqua e di velocità. Phil, invece, è appena un anno più grande di lei. È bello, ma è anche viziato, abituato a vincere. Phil e Vinca si appartengono: ciascuno conosce ogni angolo del corpo dell’altro. Gli spintoni, le rincorse, il contatto costante hanno intrecciato, negli anni, un legame indefinito. Provano l’uno per l’altra un sentimento di possesso. Un sentimento che dileggiano, che rinnegano quando li fa patire, e a cui soggiacciono inermi. Si conoscono da sempre e, com’è tipico degli adolescenti, si studiano e si affrontano, si pensano e si maledicono. Poi Phil incontra Camille, una donna di trent’anni con cui vive le prime esperienze sessuali e si sottrae a quell’immobilità struggente in cui da troppo tempo si era impaniato con Vinca. Lei, ferita, non resta a guardare e cerca di riprendersi ciò che le appartiene. Sarà, poi, Phil a traghettare Vinca in una stagione diversa, fatta di carne e di sussulti. Cosi, mentre l’estate francese scolora nell’opacità dell’autunno, l’innocenza fa spazio all’esperienza e al piacere.

L’aggancio di Nadine Gordimer, Feltrinelli editore (traduzione di Eva Kampmann)

È afoso il clima ne L’aggancio romanzo di Nadine Gordimer sulla relazione tra una ragazza europea, Julie, e un giovane arabo, bellissimo e colto, di nome Abdu. Siamo a Johannesburg. Abdu lavora in un garage e Julie ci entra per caso. I due iniziano a chiacchierare, a comprendersi, nonostante le diversità culturali. Si innamorano, si amano. Julie è la figlia di un noto ginecologo, ma è in rotta con la famiglia, la borghesia, i diktat della società bene. Lui viene dal deserto, da una casa stipata di gente, dove le donne non pranzano con gli uomini e ci si promette sposi nella culla. Julie ha degli amici, un gruppo di ragazzi che si credono barricadieri e invincibili. Seduti in un caffè discettano sul mondo e sciorinano consigli. Figli di papà, tutto sommato. Finché Abdu, immigrato illegalmente, riceve l’ordine di rimpatriare. La polizia gli dà la caccia. È a questo punto che Julie rompe definitivamente con le sue radici, con i parenti che del ragazzo arabo non vogliono saperne. Credono sia una scuffia, un fatto da niente, e invece…Invece la ragazza parte. Parte contro ogni previsione e contro la volontà dello stesso Abdu. Lui sa che Julie non si integrerebbe mai in mezzo al deserto, in mezzo alle leggi del Corano. Sa che per seguirlo fino in fondo Julie rinuncerebbe ad una parte di sé, e finirebbe col pentirsene. È una storia vibrante, intensa, fatta di contrasti. Fino alla fine, non scontata. Dirompente in questo tempo dove le diversità sembrano non riuscire ad integrarsi.

 

Qui per leggere la prima parte della rubrica Libri in estate a modo mio

 

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