Letteratura

Dei delitti e delle pene

27 Gennaio 2025

Qui il martirio
ha acceso le fiaccole alla morte,
nelle stanze fetide,
fuligginose d’odio,
tra ossa chiassose e scarsa carne,
sotto il cielo di anime
vicine e lontane.

I fili attorno
non sono di stelle cadenti,
ma di aculei spinosi,
dove brandelli di mani
hanno afferrato invano la vita
e, oltre la siepe luttuosa,
la speranza ha cessato di sperare.

S’ode lamentosa
la fretta dei passi gravi,
la calca dei corpi vuoti,
dei filari a righe scamiciati,
spinti da gelide saette,
da mani di demonio
che di cuor, han fuoco e fiamme.

La terra accoglie a sé
radici e tronchi legnosi,
da cui spuntan petali e colori,
su questa polverosa landa,
tra fiumi d’uomo e di sangue versato,
né fiore ramingo e odoroso
potrà gioir l’ombra del sorriso.

Un Domineddio di guerra,
ha maledetto chi giace sotterra
i numeri di madri e figli,
di padri e di catene,
le anime d’ossa
che ancora risuonano tremanti
l’orrore dei delitti e delle pene.

Nel vuoto crudele e nudo
e del mortale fiato,
soffia del ricordo vissuto
lo spirito delle vite sterminate,
dei corpi dilaniati,
nei forni d’umana carne
che ancor urla nel silenzio.

Su questa terra amara
macchiata per mano d’odio e di follia,
possan i pensieri eterni
nutrire in ciel anima e sembianze,
sian luce notte e giorno al par di stelle,
chè mai occhi le sorti di Auschwitz possan rivedere
nemmai storia e bocca possan raccontare.

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