Letteratura
Decalogo 3: Ricordati di santificare le feste
Da “Decalogo”, raccolta inedita a commento dei dieci film di K. Kieslowski
Natale non è mai la festa di tutti.
La moglie tradita si illude che torni
pentito il suo uomo di nuovo
affidabile, il padre annoiato riapparso
affettuoso. Paziente decora la casa,
prepara una cena sontuosa, promette
regali ai bambini se mentono
gioia e stupore. Lui arriva impacciato
di fretta a fare gli auguri, a fingere
baci; la moglie fedele confessa
di averlo aspettato con ansia.
Notte di vigilia, la neve copre
il dolore di pochi esiliati da casa.
Ubriachi, ladruncoli sfiniti,
folli inseguiti da vigili e ambulanze.
Nel cerchio luminoso dei lampioni
sostano donne al freddo
specchiandosi in vetrine inesorabili.
La brava gente non esce: dopo la Messa
si chiude in una stanza, brinda
alla nascita del salvatore.
Ricorda, è importante. Il settimo giorno
appartiene al Signore. Non farai alcun lavoro:
tu, i tuoi figli, chi vive con te, gli animali.
Stai fermo, stai zitto, riposa. Non perderti
intorno a cercare qualcosa di nuovo.
Difendi la quiete, il silenzio, e quello
che ti è stato dato. Ricorda la festa:
il suo bene giusto, il suo bene santo.
Preserva l’incanto e il tesoro.
L’amante ossessiva aspetta nascosta
l’infastidito arrivo dell’amato,
già pronta a esibire bugie,
scuse fasulle, infantili ricatti.
Davvero domani è Natale, se il gelo
congela l’abbraccio di lui che accanto
rimane distante, indifferente?
Così evidente il suo disinteresse,
la sua smemoratezza mai più
riconvertibile. Lei piange.
Alternative alla morte di un amore:
sezionare il già detto, riesumare
il passato, meditare vendette.
O partire. O schiantarsi con l’auto.
Sei come tutti gli altri, dice lei.
Ero pronto a cambiare, a guarire:
annaspa lui sfiancato. Passeranno
giornate rancorose, tentati
dal ritorno impossibile.
Sfrondati di sé, asciutti, muti.
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