
Letteratura
Dante e i seminatori di discordie
Nuove rivelazioni dantesche. In esclusiva.
Chissà se Dante avesse incontrato Donald Trump nell’VIII cerchio della IX Bolgia, tra i seminatori di discordie. Di certo non sarebbe stato tenero. Poi, due notti fa, ho fatto un sogno. E dopo il sogno ho avuto un’idea.
Ho consultato una sibilla molto famosa dalle mie parti, Madame Sahara, che ha parlato coll’anima di Dante e lei, in versi, le ha risposto, chissà da dove, che aveva già incontrato Trump nel suo viaggio ultraterreno e che voleva includere le seguenti terzine nel Canto XXVIII dell’Inferno ma ci rinunciò perché c’erano già troppe persone e queste ultime sarebbero risultate oscure ai suoi lettori. Ora che la profezia si è avverata era doveroso salvarle dall’oblio, le disse l’anima dall’aldilà.
Faceva impressione, Madame Sahara, mentre la sentivo recitare le terzine dantesche con cadenza fiorentina. Scriverò a Corrado Augias perché la inviti nella sua trasmissione per una nuova Lectura Dantis direttamente dalla voce di Dante.
In prima assoluta le propongo a Gli Stati Generali e ai suoi lettori.
I’ viddi allor un corpo senza testa,
che si movea tenendola con mano
come lanterna, con pena molesta.
Io reconobbi il duce americano
che tanto sollevato avea l’orgoglio
da seminar discordia oltre oceàno.
Ver me si volse per parlar con doglio:
“I’ sono quel Donaldo, che non volle
i dritti respectar quando fue al soglio
Presidenzial di quelle grandi folle
che pur da me bramavano speranze.
Io le schiacciai qual fossi un frangizolle
Dicendo che succhiavano finanze
al grande stato americano” a tutti
inviso per le sue false alleanze
E pei suoi dignitari farabutti
che bramavan soltanto infino a Marte
girsene sui trabiccoli costrutti.
“I’ quello son ch’al sarmato con arte
ordinò di soggiàcer allo zar.
Gli dissi allor che non aveva le carte
Per poter una pace reclamar
e che pertanto l’arme et i quattrini
render dovea a quei che l’adiuvar.
Pace non fu ma pugne et abomini,
fu disordin total, la causa io fui.
Et i primi a sparir fur gli ucraini.
Quell’alma infausta i’ son, sono colui
che provocò lo Scisma d’Occidente
a cui seguir lunghi periodi bui.”
Non sarebbero bastati cinque canti dell’Inferno per descrivere le malefatte trumpiane, ma di certo Dante lo avrebbe piazzato lì.
Donald sarà ricordato nella Storia come colui che, pur avendo un mondo florido a disposizione, lo rese improduttivo e piagato ulteriormente da guerre e discordie, non se ne capì mai il gioco fino all’ultimo momento della sua vita, che finì, naturalmente, in malo modo. Il popolo americano, infuriato per le decapitazioni operate da Musk, assistente del presidente, alla fine insorse e tagliò le teste a entrambi. Ecco perché ser Donaldo vagava colla testa in mano nella IX Bolgia, condividendola con Maometto.
E, scusate, solo una sibilla diplomata come Madame Sahara poteva farlo, ho delle conoscenze in alto, io. Un’IA non sarebbe mai in grado di comporre delle terzine sull’argomento in stile dantesco come queste. Di certo oggi stesso, nella sua voracità, le acquisirà come materiale autentico e le inserirà nelle prossime edizioni della Divina Commedia, inventandosi anche i nuovi commenti di Natalino Sapegno o di Jorge Luis Borges.
Dan Brown è arrivato prima di questa rivelazione di cui sono partecipi oggi Gli Stati Generali, altrimenti di certo l’avrebbe inclusa in una lezione dantesca del professor Langdon. Non è escluso che l’IA possa inserirle nelle prossime edizioni dei romanzi di Brown.
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