Letteratura
“Come l’Arancio Amaro”. Il coraggio femminile nel libro di Milena Palminteri
L’autrice siciliana porta il libreria un romanzo che sta scalando le classifiche dei libri più venduti dell’estate 2024, in cui la forza delle donne brilla in modo inconfutabile in una Sicilia attanagliata dal Ventennio fascista dove per rinascere occorreva resistere, prima di tutto
Si intitola “Come l’Arancio Amaro”, il romanzo scritto da Milena Palminteri edito da Bompiani, in libreria dallo scorso 26 giugno. Un titolo che sta scalando velocemente le classifiche dei libri più venduti dell’estate 2024. Nata a Palermo, vive a Salerno, e ha lavorato a lungo come conservatore negli archivi notarili, ineludibile raccordo con la storia narrata. Infatti, proprio all’interno degli archivi notarili si celano oltre alle vicende della nostra Terra, anche le nostre vicissitudini familiari.
Siamo ad Agrigento, e la protagonista, Carlotta, nel 1960, ha compiuto 36 anni, maturando la convinzione di dover restare sola, perchè nessuno di caro è in grado di reggere la sua compagnia. Il padre è mancato proprio mentre lei veniva alla luce, la sua bambinaia l’ha abbandonata quando era una fanciulla e sua madre non ha mai manifestato nei suoi confronti alcun cenno di tenerezza o slancio di amore materno, imponendole solo regole rigide da seguire.
Avendo vissuto la sua infanzia ed adolescenza durante il Ventennio fascista, in una Sicilia attanagliata dal pregiudizio, in cui per sopravvivere e rinascere occorreva prima di tutto resistere fino allo spasimo, Carlotta ha trovato una sorta di equilibrio votato al martirio dell’anima, ovvero quello di essere capace di sprecare i suoi giorni a tu per tu con la noia, sopportata senza battere ciglio.
Pertanto, dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza, al posto di fare pratica per prendere l’abilitazione da Avvocato, ha preferito seguire la scorciatoia più lineare e comoda: quella di rinchiudersi tra le mura dell’Archivio Notarile. Tuttavia, anche quando scegliamo di mangiare la minestra pronta e preparata da qualcun altro, l’imponderabile corso degli eventi che ci riguardano, ci viene a scovare anche quando crediamo di essere ben mimetizzati tra le pieghe del buio. Infatti, tra i faldoni zeppi di polvere dell’Archivio, Carlotta, rinviene un documento terrificante che la coinvolge: sua nonna paterna aveva rivolto a sua madre l’accusa di averla comprata e non generata naturalmente. Da questo momento in avanti, la giovane donna inizierà una dolorosa e spietata indagine per riuscire a comprendere le radici di tanta rabbia e solitudine che l’hanno perseguitata dalla nascita.
Ecco che la trama ci porta a Sarraca (Agrigento) nel lontano 1924, per incontrare e scoprire un’altra figura centrale nella storia: Nardina, giovane assertiva e coraggiosa che sposa il nobile Carlo Cangialosi, non riuscendo a rimanere incinta, e vivendo l’impossibilità di procreare come una inescusabile colpa, mentre il fascismo comincia la sua ascesa di privazioni e morte da Roma in giù. E la bellissima Sabedda, umile serva, invece, porterà in grembo un figlio a cui non potrà dare da mangiare. Dunque, percorsi di vita che si intrecceranno per forza, per opera di Bastiana, madre di Nardina, e del campiere don Calogero, intriso di commistioni e suggestioni mafiose, i quali ordiranno un piano di cattiveria pura.
Milena Palminteri ha raccontato pagine travolgenti, piene e soprattutto vere. Uno stile ricco che riesce a donare al lettore spaccati di vita dura ed emozionante come non mai. Tra l’ombra paralizzante di un Regime, la devastazione della Guerra, la forza indomita e l’odore inebriante della ricostruzione e della rinascita in nome della libertà riconquistata.
Particolareggiata e struggente l’ambientazione, in una Sicilia degli anni Venti, la natura incontaminata, gli stenti dei contadini, i lussi ed i vizi sfrenati degli abbienti. Il climax narrativo attraversa diversi momenti per saltare da un’epoca all’altra, riuscendo sempre a mantenere lo sguardo e la mente di chi legge coinvolti.
Per unire il passato ed il presente, l’autrice, tratteggia in modo impeccabile, la figura dell’Avvocato Calascibetta, che si tormenta tra un amore clandestino della sua giovinezza, e gli screzi con Cursidda, la perpetua, durante l’età senile.
Ogni storia narrata, ogni dolore smascherato, ogni sorriso rubato, viene dipinto ed impresso tra queste pagine, pregne di passione, amore, debolezza e coraggio. Tutto al femminile. E, l’Amore, si sa, trova anche in mezzo al deserto, la forza di far fiorire la Vita.
“Carlotta mia, io dell’arancio amaro conosco solo le spine e ormai non mi fanno più male. Ma il profumo del suo fiore bianco è il tuo ed è quello della libertà”. (Milena Palminteri, “Come l’Arancio Amaro” – Bompiani)
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