Letteratura

Come dovremmo giudicare Werther, oggi?

23 Giugno 2022

Ahi, ahi, I dolori del giovane Werther! La lettura giovanile di noi ardimentosi appassionati, che fremevamo nel leggere lettere tanto cariche di pathos e sentimento, resta una tappa quasi obbligata lungo il percorso formativo degli amanti della letteratura. Avevo tre anni in meno del 22enne Werther quando lessi il romanzo epistolare di Goethe: a distanza di diversi decenni posso dire, con certezza assoluta, di esserne stato in qualche modo segnato. Eh, sì, strano a dirsi, ma lo sfogo impetuoso delle epistole del protagonista settecentesco faceva facilmente breccia nell’animo tumultuoso di noi giovani di fine anni settanta.

I temi fondamentali del racconto, amore, passione e morte, vengono a costituire una perfetta forma di “squilibrio” che conferisce all’esistenza la straordinarietà sognata dagli impulsivi e dai romantici. L’insofferenza di Werther era la nostra. Detestavamo le convenzioni sociali in quanto ritenute, non a torto, limitative e ci si lasciava rapire irrimediabilmente dalle emozioni.

Werther è, sì, un ragazzo, però dotato di una cultura distinta e molto vasta: ama febbrilmente l’arte e legge moltissimo. A causa dell’amore smisurato che prova per Charlotte perderà progressivamente di vista i suoi interessi. L’autore non lo descrive mai nelle fattezze fisiche, ma con il fluire delle sue lettere il lettore va costruendo un’immagine ben definita del giovane, della sua indole magnanima, del carattere ostinato e indocile.

Werther è capace di amare a una profondità abissale, e lo fa in modo totale, riversando la propria attenzione e ogni pensiero sulla donna adorata, che non lo corrisponde, generandone uno stato di frustrazione continua.

Goethe si sofferma scrupolosamente sulla figura di Charlotte, dandone una particolareggiata descrizione fisica e caratteriale, sia tramite gli occhi incantati del protagonista che attraverso lo sguardo contenuto e asciutto degli altri personaggi. È una giovane donna molto gentile, che cerca di non allontanare Werther nonostante sia ormai manifesto l’amore che egli prova per lei e nonostante sia già promessa ad Albert, un uomo razionale, routinario, prototipo esemplare del ceto borghese. Ma, soltanto in sottofondo – e qui la finezza dell’autore si fa sentire – si coglie una forte critica a quel mondo basato esclusivamente sull’apparenza, fatto di etichette fittizie, senza sostanza. Lo stesso Werther dimostra, cavallerescamente, la sua stima per questo personaggio, avveduto, calmo e fedele.

Man mano che le pagine scorrono, va delineandosi, dunque, la personalità solitaria di Werther, del genio incapace di vivere come gli altri, per la sua superiore sensibilità e il suo ingegno. Eppure, la sua intelligenza non riesce ad andare oltre la sua personalità, finendo per contemplare nella morte l’alternativa a un mondo a lui estraneo.

Nel suo animo la passione, il sentimento e la ragione coincidono e spesso, mischiandosi tra loro. Nel corso del romanzo si prende facilmente visione come egli, inizialmente, sia governato dalla ragione, per poi perdere il controllo a causa di una passione forte e intensa, raggiungendo in conclusione la follia. Ecco, il lettore accompagna, passo dopo passo, il protagonista verso la sua fine, “pregustando” in anticipo il suo funerale, giacché non vi è morte più lineare, conseguente e spettacolare di quella di Werther.

I dolori del giovane Werther è un’opera straziante nella sua tragicità, ma molto affascinante nella sua forma energica, accesa, vivida. Dovessi darne una definizione originale, direi che è uno di quei romanzi che bisogna leggere in gioventù e darne un giudizio in età matura.

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi diventare un brain?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.