Letteratura
Certo e immodificabile
Lei mi raggiunge in cucina mentre sto preparando il caffè.
“Hai fatto un brutto sogno?“, mi chiede.
“Perchè me lo chiedi?”
“Non lo so, ti sentivo agitato, poco fa.”
“Per niente, era un sogno molto divertente.”
“Sento che stai per raccontarmelo.”
“Lo faccio solo perchè temo di dimenticarlo”
“Ok, sputa l’osso.”
“Ho sognato che ascoltavamo la radio, appena alzati, qui in cucina.”
“Un sogno veramente sorprendente.”
“Lasciami finire. Alla radio davano una notizia che ci lasciava sconvolti.”
“Quale?”
“Non me la ricordo. Ricordo solo che la commentavo con te con vero stupore. Dicevo più o meno così: Questo fatto è incredibile, mette in discussione qualcosa che abbiamo sempre ritenuto certo e immodificabile.”
“Belle parole.”
“Non hai ancora sentito il meglio. Nel sogno mi prendevi in giro per quella frase sul certo e l’immodificabile. Mi dicevi: Hai detto la stessa cosa pochi giorni fa del nostro rapporto!”
“Non te l’ho mai sentita dire questa frase!.”
“Infatti era un sogno. Ma sta a sentire il finale! A quel punto ti abbracciavo e, abbracciandoti, facevo scivolare le mani sul tuo fondo schiena. E azzardavo un’ipotesi: Forse il nostro rapporto è così solido perchè è basato su qualcosa che ha una sua consistenza certa e immodificabile.”
“Il solito materialista!.”
“E’ esattamente quello che mi dicevi nel sogno. Solo che invece dell’aggettivo – materialista – usavi un sostantivo, maiale.”
“Un sogno meraviglioso, devo ammetterlo. E anche molto realistico.”
“Lo dici con ironia?”
“Cosa te lo fa pensare?”
“Ok, adesso beviamoci il caffè”
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