Letteratura
Alicia Gimenez- Bartlett e la sua Presidenta…
La scrittrice spagnola dopo le avventure di Petra Delicado, torna in libreria per Sellerio con il suo ultimo libro “La Presidenta” ambientato nella splendida Valencia
Alicia Gimenez-Bartlett, scrittrice da milioni di copie vendute con le avventure poliziesche dell’ispettrice Petra Delicado, edite da Sellerio (251pag.), interpretata sullo schermo in una seguitissima serie tv, dall’attrice italiana Paola Cortellesi, dopo aver girato in lungo e largo per le Ramblas di Barcellona, porta i suoi lettori appassionati a Valencia, meravigliosa città spagnola, oggetto di misteri e corruzione, dove il denaro scorre senza decenza, e dove conosceremo le due nuove protagoniste del racconto, Berta e Marta Miralles, trentenni, che nel commissario di Russafa, svolgono il lavoro di ispettrici, fresche di Accademia. Le due sorelle, vivono lontane dai genitori, proprietari di una fattoria nelle campagne iberiche, e un fratello, alle prese con una relazione sentimentale molto particolare. La differenza abissale che contraddistingue le due sorelle, vede Berta segnata dalle vicende della vita, dotata di molta introspezione, mentre Marta, facile ad approcci assai diretti e sprezzanti, estremamente libera e “libertina”. Entrambe, verranno coinvolte in alcune dinamiche di potere oscuro, di notevole pericolo. Tutto ha inizio, con l’omicidio dell’ex presidente della comunità di Valencia, ospite di un hotel di Madrid lussuosissimo, Vita Castellá. Una donna potentissima, decisamente molto amata e ed invidiata da tanta, gente, carnefice e vittima del circuito corrotto che tocca anche la sua esistenza.
“Era consapevole che sotto l’amministrazione del suo partito la Comunità Valenciana si era trasformata, perdonatemi la volgarità, in un vero e proprio bordello. Favoritismi, appalti truccati, mazzette, finanziamenti illeciti, grandi eventi che consentivano un flusso continuo di enormi somme di denaro pubblico nelle casse del partito o su conti privati…Un giorno in cui aveva esagerato un po’ col whisky mi disse:<< A volte nel passato di una persona ci sono macchie che non si potranno mai lavare, e si mise a piangere>>. Vita Castellá che piange, ve lo immaginate?”. Un assassinio che è avvenuto in assenza di testimoni, un giorno prima che la stessa donna, rendesse dichiarazioni nel processo al suo ex adepto, Ricardo Arnau, che la odiava perché le addebitava il suicidio della sua seconda moglie. Tutto quello che è emerso sulla scena del delitto, è che le sia stato servito un caffè avvelenato, con del cianuro. E poi c’è il ministro degli Interni spagnolo che dispone il silenzio sulle modalità del decesso di Vita, simulando un arresto cardiaco, inscenando una inchiesta farsa per tacitare stampa e opinione pubblica.
Di modo che le indagini vengono affidate alle sorelle Berta e Marta Miralles, neo ispettrici, puntando sul fatto che l’inesperienza sarà la carta vincente per insabbiare la verità.
Le due giovani donne, a dispetto di ogni pronostico nefasto, romperanno ogni indugio, con umorismo e caparbietà, in possesso di classe e fiuto infallibile, riusciranno a far cadere i veli pietosi che proteggono i piani alti del potere che conta.
Boro, il cui vero nome è Salvador Badía, di cui all’inizio Berta e Marta non si fidano, darà loro una mano, ma dovranno muoversi sotto mentite spoglie e lo stesso dirà: “Sono stato io a trovare il corpo di Vita. Le ho toccato la mano, era fredda, di quel freddo che solo la morte può dare. Aveva gli occhi vitrei, semiaperti. La pelle giallognola, come di cera. Hai mai visto un animale morto? Ne hai mai osservato uno veramente? Se ne sta buttato là, non respira, non vive, è una cosa.”
Un romanzo che rispetto ai precedenti, lascia emergere più flessibilità, ritmato da un corpo di dialoghi serrati e umoristici in certi passaggi. Vengono affrontati e sviscerati temi scottanti della nostra attualità, come la corruzione, l’abuso di potere, l’omofobia. In chiave metropolitana e di piccola realtà cittadina (Madrid e la provincia valenciana).
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