Letteratura
A Salina il vento cambia
Cacciatore e Catalano tornano a Salina. Una Salina, quella raccontata dagli autori, in lento movimento tra “calati juncu ca passa la china” e quel “bisogna cambiare tutto affinché nulla cambi” di gattopardiana memoria. Una Salina quasi immemore che aspetta che il vento cambi ma, in realtà, spera solamente in una leggera brezza. Una Salina ferma, come quello scoglio a picco sul mare che sembra inerodibile e vuole ricordare agli sguardi che si posano su di lui, con vanto, le sue origini vulcaniche. Una Salina vittima e predatrice al tempo stesso di quanti animano la sua vita, dagli “scappati di casa” che hanno trovato nell’isola un rifugio a quanti, con ricche carte di credito, la bevono assaporandone il sapore. Una Salina che vive il turbinio irrequieto dei personaggi che animano il romanzo, personaggi ben dettagliati, carichi di passato, a volte ingombrante, e di un presente al limite dell’effimero.
Sicuramente un giallo, questo “A Salina il vento cambia” edito da Leima. Un giallo ben tessuto anche grazie alla morbida scrittura degli autori che, in questo caso più che in altri, modellano la propria penna senza forzare la loro natura ma riuscendo a costruire non tanto un lavoro scritto a quattro mani, quanto un lavoro segno della forte sinergia intellettuale che li ha accompagnati nel lavoro.
Particolarmente interessante la figura di Franz Pomar, non tanto per il suo ruolo all’interno della storia ma perché rappresenta la ricerca disperata di una memoria cui aggrapparsi, di un proprio ruolo nella storia dell’isola, quell’isola alla continua ricerca di se stassa, facile preda degli istinti che la animano.
Giacomo Cacciatore – Raffaella Catalano “A Salina il vento cambia” Leima edizioni
Devi fare login per commentare
Accedi