Letteratura
A-Mors (una cosa meravigliosa)
Ho cercato le tue lettere e le fotografie di noi, dove ridi di me che ascolto solo Einaudi.
“Ancora” sussurra alle mie orecchie e la vista si vela solo un po’…
Le ho rilette e le ho guardate con calma e con passione, hanno rievocato dolcezza e fuoco, poi hanno chiesto di essere distrutte.
E’ ora di passare oltre, di dimenticare e di cancellare tutto.
Abbiamo resistito a lungo a questa fine, ma è come provare a sottrarsi alla morte, semplicemente non è possibile, qui, in questa esistenza e in questa forma.
Ma non ne ho avuto la forza, non subito almeno, e mi sono addormentato con te, ancora una volta con il tuo profumo e i tuoi capelli, abbandonato al buio, senza intenzione.
Prima di morire qui in questa dimensione e di lasciare che l’oblio inghiotta l’immagine di noi devo parlarti ancora, ho uno straordinario bisogno di scriverti queste parole.
Di ringraziarti, di invocare il tuo perdono ed espiare la mia colpa.
Sei venuta perché dovevi e perchè dovevi sei rimasta sola.
Il prezzo, quello non conta più perché è tornato da me per essere la mia tortura, la mia colpa mai perdonata e la menzogna non confessata, il male inevitabile che avrà salvato il bene di altri innocenti. Era questa la mia prova e la mia lezione.
Sei seduta accanto a me sul letto ora, mentre scrivo queste parole e tutto è chiaro e non dev’essere facile.
“Proverò a spiegarti” ho detto.
“A dirti cosa sono venuto a fare nella tua vita e a dirti cosa hai fatto accadere nella mia e nell’intero mio mondo. Il tuo amore mi ha guidato dove sentivo di essere destinato ad andare e ha rinunciato così a me che ho scelto di andare verso la mia meta.”
“Gli occhi di chi guarda sono la realtà stessa e io te lo mostrerò”.
“Andare” adesso suona piano.
Non me lo hai permesso.
Così mi hai detto: “hai fatto una cosa meravigliosa”, “mi hai restituito la speranza”.
Le tue parole sono arrivate senza preavviso, eppure le attendevo da tempo, da quando mi sembrava di crollare sotto il peso della colpa e sentivo di meritare la punizione che credevo mi attendesse.
Avevo letto molto sul Diavolo e sulle anime perse, e avevo fantasticato su quello che mi aspettava, dopo, nell’altro regno eterno e fino al mio riscatto.
La mia colpa era la mia maledizione, la mia responsabilità era la catena di cui speravo di liberarmi passando oltre e uscendo di scena.
Del resto è questa la vita in cui ho portato scompiglio, la bellissima storia in cui ho ritrovato l’amore e te, mia amata Lucy.
Che sei qui e sorridi senza nascondere niente, tieni le mie mani tra le tue e i tuoi occhi mi attraversano senza che possa resistere.
Non so se tu mi stia davvero parlando, forse quei pensieri erano già nati dentro di me e li stai solo guidando con dolcezza.
“Hai fatto una cosa meravigliosa”…
Sul letto accanto a noi ci sono le tue lettere e le nostre fotografie, ancora una volta sono prigioniero di un sentimento denso e potente, a respirare un profumo familiare e a rievocare l’amore.
Ma adesso posso lasciarti andare, posso slegare i lacci che trattengono qui i nostri ricordi e impediscono loro di liberarsi e dissolversi.
Che sciocco sono stato, a credere che dimenticare sarebbe stata la fine.
Ora so che non c’è fine e neppure inizio e che tutto fluisce nell’ordine perfetto in cui il cuore chiede.
Ti racconto di quando, di notte, dopo aver fatto l’amore, abbiamo parlato della morte che ci attende, come tutti. Ci siamo detti che non potrà essere la fine e abbiamo allontanato la nebbia grigia di quel pensiero stingendoci forte e volgendo lo sguardo alle vite seguenti. In quelle ci siamo promessi di cercarci e ritrovarci ancora.
Abbiamo avuto paura quella notte, della morte e della fine dell’amore.
Che pazzi siamo stati, a credere che potesse finire e a temere che una volta finito si dissolvesse nel nulla.
Sei tornata per dirmelo: “hai fatto una cosa meravigliosa”.
Mi hai baciato lentamente sulla fronte mentre tenevi il mio volto tra le mani e hai lasciato che il tuo profilo scivolasse sul mio viso fino ad essere ancora una volta insieme.
Ora te ne vai e lasci che finisca e che arrivi la morte del nostro amore, che non può morire.
Amore, A-mors, la fine che non è fine, la morte che non uccide, la vita che fluisce e poi torna dovunque noi la cercheremo.
“Hai fatto una cosa meravigliosa”. “Mi hai restituito la speranza”.
Indaco…
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