Letteratura

15 libri da leggere quando si va in Slovenia

26 Ottobre 2016

 

Maja Slivnjak è responsabile ufficio stampa dell’Ente per il Turismo Sloveno in Italia. Il post è sponsorizzato da:

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Un autore che amo molto, il grande scrittore umorista David Sedaris, nel suo libro “Quando siete inghiottiti dalle fiamme” (Mondadori) cita un negozio di Londra dove «vendono guide turistiche accanto a romanzi ambientati in questo o quel determinato paese. L’idea è quella di leggere la guida per le informazioni e il romanzo per l’atmosfera». Mentre leggevo quel brano mi sono subito chiesta: quali romanzi (o saggi) abbinerei ad alcuni dei luoghi più belli o significativi della Slovenia? Ebbene, qui ne cito un bel po’.

Il mio consiglio a coloro che si accingono a visitare la Slovenia è di leggere questi libri prima, e/o durante, il loro viaggio nel mio paese. Un’avvertenza: non tutti i libri sono di autori sloveni o riguardano Slovenia, ma io credo negli accostamenti insoliti. Così come penso che uno Chardonnay della Borgogna possa ben abbinarsi a un couscous di pesce, e un tè verde Plum blossom a una crostata di albicocche fatta in casa, penso anche che leggere “Le città invisibili” di Italo Calvino a Pirano sia un’esperienza interessante. E possa far vedere tutto sotto una luce diversa.

 

Monumento al poeta, Lubiana (f: B.Jakse, S.Jersic www.slovenia.info)

1. Lubiana (Ljubljana)

Con i suoi ponti e il suo lungofiume, Lubiana è la città per i romantici e le coppie. Ecco perché i titoli consigliati sono due, uno per gli amanti della poesia e uno per i lettori più pop. Il primo libro sono le “Poesie” (Editoriale Stampa Triestina) di France Prešeren, il Dante sloveno. È un poeta romantico di grandissima forza, e i suoi versi struggenti hanno profondamente ispirato gli scrittori sloveni (e non solo) dal XIX secolo a oggi. Dettagli storici a parte, l’amore non ricambiato di Prešeren per la bella Julija Primic non può non toccare il cuore di un lettore romantico. Consiglio di leggere qualche verso del suo “Serto di sonetti” in piazza Prešeren, a Lubiana, di fronte al monumento al poeta innalzato agli inizi del secolo scorso.

Il secondo libro è “Veronika decide di morire” (Bompiani) del brasiliano Paulo Coelho. L’incipit del romanzo (“L’undici novembre 1997, Veronika decise che era finalmente giunto il momento di uccidersi”) può farlo sembrare una lettura inadatta per una vacanza, ma in realtà il libro trabocca di amore per la vita, e insegna a credere in rapporti umani che vadano oltre le apparenze e le convenzioni sociali. Consiglio di leggerlo su una panchina al parco Tivoli, sorseggiando dell’acqua minerale.

 

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La magia di Bled (f: Franci Ferjan www.slovenia.info)

2. Il lago di Bled

Sarà pure uno scenario magnifico, da idillio mitteleuropeo, ma in realtà Bled è un luogo ricco di leggende e storie misteriose. Il castello che si erge sul lago è lo scenario perfetto per una fiaba, e anticamente l’isoletta al centro del lago ospitava un santuario dedicato alla dea della vita Živa. Ecco perché una lettura molto adatta contemplando le acque incantevoli del lago è la raccolta “Fiabe e leggende slovene” (Nardò) a cura di Maria Bidovec. Un modo suggestivo e piacevole per riscoprire l’immenso patrimonio folklorico di una terra, la Slovenia, da sempre crocevia di culture, lingue e tradizioni: dalle leggende sulle streghe che provocano il cattivo tempo a quelle sull’auricorno (alias Zlatorog), dai racconti sugli uomini-cane al mito del buon re Mattia…

 

3. La Valle dell’Isonzo (Soča)

Le acque color smeraldo dell’Isonzo ammaliano, il mormorio del fiume rilassa e tranquillizza. Stacchiamo cellulari e smartphone, abbandoniamoci al piacere della lettura. In questo caso i libri consigliati sono addirittura tre. Il primo, naturalmente, è lo splendido Meridiano dedicato al grandissimo poeta Giuseppe Ungaretti, che sul fiume scrisse: “Questo è l’Isonzo/e qui meglio/mi sono riconosciuto/una docile fibra/dell’universo”.

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L’Isonzo (f: Boris Pretnar www.slovenia.info)

Consiglio poi “Addio alle armi” (Mondadori), scritto da Ernest Hemingway, e ambientato proprio a Caporetto nel 1917, durante la dodicesima battaglia dell’Isonzo, dove persero la vita decine di migliaia di soldati di ambo i fronti. Come la Somme in Francia, la Valle dell’Isonzo è un luogo simbolo della memoria europea, e soprattutto un monito per le generazioni future, a non dimenticare mai quanto sia mostruosa la guerra. Leggere “Addio alle armi” nella Valle dell’Isonzo, magari dopo aver visitato uno dei cimiteri militari che costellano questa regione, può essere un modo per ascoltare quel monito.

Infine, un romanzo adatto a grandi e piccini: “Le cronache di Narnia” (Mondadori) di Clive S. Lewis. Non riesco a immaginare posto migliore della Valle dell’Isonzo, con la sua natura incontaminata e il suo magnifico fiume, per leggere questa grande saga fantastica ambientata in un mondo semi-selvaggio, ricco di boschi, montagne altissime, fiumi possenti, colline e deserti. Non a caso il film “Il principe Caspian”, tratto dal secondo libro de “Le cronache di Narnia”, è stato girato in parte proprio sull’Isonzo, per la precisione a Bovec.

 

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Pirano (f: Ubald Trnkoczy www.slovenia.info)

4. Pirano (Piran)

L’atmosfera surreale delle metropoli impossibili raccontate da Italo Calvino in “Le città invisibili” (Mondadori) si ritrova in Pirano, meravigliosa cittadina sull’Adriatico che sembra tratta da un cartone animato di Hayao Miyazaki. A Pirano tutto, dalle stradine alle antiche mura sino a piazza Tartini (intitolata al grande ed enigmatico violinista), conserva un che di ambiguo e indecifrabile, di eternamente effimero; un mistero che non ha nulla di inquietante o pericoloso, ma è piuttosto un riflesso della Storia, che cambia tutto per non cambiare (quasi) nulla, insondabile come il mare dove la cittadina si affaccia da secoli.

 

5. Nova Gorica

La mia cara città natale ha visto il Novecento, con le sue tragedie e le sue grandi illusioni, molto da vicino. Un tempo frontiera tra Est socialista e Ovest capitalista, utopia urbana che doveva essere la vetrina del regime titino, oggi Nova Gorica è una città europea, tranquilla e borghese. Che si è riconciliata con il passato, e dove la frontiera (con l’Italia) non esiste più. Ma la Storia è sempre in agguato: le frontiere possono di nuovo chiudersi, gli spettri del nazionalismo e della dittatura materializzarsi.

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Nova Gorica (f: Johann Jaritz www.wikipedia.org) CC

Ecco perché qui consiglio due letture abbastanza impegnative. La prima è “Slovenia: storia di una giovane identità europea” (Beit) dello storico tedesco Joachim Hosler, che racconta le vicende storiche di un popolo a cui sono occorsi secoli per raggiungere l’indipendenza e la democrazia. La seconda è “Necropoli” (Fazi Editore) dello scrittore triestino di lingua slovena Boris Pahor: un drammatico romanzo autobiografico sulla prigionia dell’autore nel campo di concentramento nazista di Natzweiler.

 

6. Grotte di Postumia (Postojnska jama)

Le grotte più estese del Carso sono uno spettacolo unico, suggestivo e straniante. Avventurarsi in questo labirinto di gallerie e caverne significa entrare in contatto con un mondo antico e sconosciuto, popolato da creature speciali (i protei, anfibi che possono vivere anche per un secolo), e con un paesaggio alieno, fatto di stalattiti e stalagmiti che hanno impiegato millenni per “fiorire”. Per avvicinarsi a questo mondo ipogeo, remotissimo, denso di leggende e fiabe, non c’è nulla di meglio del “Signore degli Anelli” (Bompiani) di J. R. R. Tolkien, capolavoro della letteratura fantasy, con le sue Miniere di Moria e i cunicoli di Torech Ungol…

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Grotte di Postumie (Iztok Medja, Postojnska jama d.d. Postojna)

 

7. Celje

Chiamata “la città di principi e duchi”, Celje vanta un passato aristocratico, e ne è splendida testimonianza il Castello Vecchio (Stari grad) che domina la città con l’alterigia di un grande vegliardo dal sangue blu. Questo bellissimo maniero, che un tempo era collegato a Celje e al contado da quattro gallerie sotterranee, era la roccaforte di una famiglia, i principi di Celje, tra le più potenti della Mitteleuropa, tanto da essere imparentata anche con la casata imperiale dei Lussemburgo. Ecco perché il fantasy “Cronache del ghiaccio e del fuoco” (Mondadori) scritto dall’americano George R. R. Martin, con i suoi intrighi e le sue lotte di potere tra nobili famiglie, potrebbe essere la lettura giusta per una vacanza a Celje.

 

8. Ptuj

È la città più antica della Slovenia, Ptuj. Fondata forse tremila anni fa, già ai tempi di Tacito era una roccaforte dell’Impero romano, che qui difendeva l’Europa dalle prime minacce dei barbari. L’eredità di Roma in questo centro di 24mila è significativa, come si può vedere nel Museo Regionale, ricco di reperti archeologici. Tuttavia l’atmosfera romana si respira ancora alle famose Terme Ptuj, e in particolare presso il Grand Hotel Primus, dedicato proprio a un generale dell’impero romano. Ecco perché una permanenza a Ptuj dovrebbe essere abbinata alla lettura di un romanzo storico ambientato a Roma: magari “Quo vadis?” (San Paolo Ed.) dello scrittore polacco Henryk Sienkiewicz, o una delle opere di Valerio Massimo Manfredi, ad esempio “L’ultima legione” (Mondadori).

 

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Portorose (f: U. Trnkoczy www.slovenia.info)

9. Portorose (Portorož)

Portorose è, tra le città del Litorale sloveno, la più aristocratica. Ai tempi della Belle Époque, quando l’Impero austro-ungarico danzava sulle note di Strauss, e il porto di Trieste era uno dei più importanti del mondo, gli aristocratici viennesi, i magnati ungheresi e i borghesi della Venezia-Giulia “facevano i bagni” a Portorose, soggiornando presso il sontuoso Palace Hotel. Oggi quell’epoca è tramontata da un bel pezzo, ma il fascino del luogo resta, come pure una certa atmosfera glamour. Dunque perché non scandalizzare qualche benpensante leggendo, sotto l’ombrellone, uno dei caustici saggi di uno dei più noti filosofi europei, Slavoj Žižek? Io consiglio “La nuova lotta di classe” (Ponte alle Grazie).

 

10. Spa e terme

In Slovenia c’è ogni tipo di spa, con ogni genere di acqua curativa: da quella ricca di magnesio all’acqua balneoterapica, ad alto contenuto di paraffina, sino all’acqua termominerale nera, ricca di bicarbonati e idrocarburi. Per chi decide di rigenerare il corpo (e lo spirito) nelle spa del mio paese, consiglio di accompagnare la vacanza con la lettura di un grandissimo filosofo antico: Seneca. In particolare il suo capolavoro, “Lettere a Lucilio” (BUR), contribuirà senza dubbio a rendere il soggiorno più proficuo, interessante e, in definitiva, bello.

 

n copertina, Libreria Nazionale e Universitaria di Lubiana (Nea Culpa, fonte: www.slovenia.info). Maja Slivnjak, autrice dell’articolo, è responsabile ufficio stampa dell’Ente per il Turismo Sloveno in Italia.

 

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