Fumetti

Una Vita Bastarda raccontata a graffi

8 Aprile 2021

Gianni Allegra graffia. Strazia il foglio con le penne (niente pennino per lui, a storia popolare, stile popolare) e ci inquieta (ma nel contempo  ci inebria) con la storia di Totuccio, protagonista, ma nel contempo cantore di Balarm, perfetta sintesi meridionale di “Metropolis” e “Gotham”, creata dall’artista palermitano per narrare una storia infernale.

Allegra, passato dalla vignettistica classica da quotidiano e da settimanale satirico alla graphic novel, ha deciso di raccontare le vicende di Totuccio/Minkiaman nel modo più scarno possibile, senza imbellettamenti superflui. Ma il volume pubblicato da Comicout è anche pieno di riferimenti e approfondimenti psicologici e sociali, senza chiudersi per questo in solipsismi tipici di certa narrativa disegnata di moda negli ultimi anni.

Perchè Allegra è “antico”, e, soprattutto, libero. La cosa straordinaria di questo “Racconto di Vita”, di questa epopea di Minkiaman (che già è giunta al secondo volume con La Vita Bastarda, dopo il precedente “la Guerra di Minkiaman” edito da Tunuè), è che Gianni, grattando il foglio a colpi di penna, riesce a tratteggiare l’animo umano come pochi. Attraverso la rappresentazione allegorica della storia di questo ragazzino abbandonato a se stesso da tutti, coetanei, adulti, donne, ci costringe a guardare nell’abbisso che ci circonda e che spesso ignoriamo. Chi lo frequenta in qualche modo lo sfrutta. In fondo anche il suo alter ego, un Jekyll di periferia che, dietro la pretesa di essere un supereroe nasconde istinti bestiali.

Tramite Totuccio/Minkiaman si racconta lo squallore, il marciume di una ipotetica città meridionale che si riconosce facilmente. E, a tratti, è come se Allegra avesse deciso di abbandonare quella realtà per trasferirsi nella fantasia, ma una fantasia malata quanto, se non più, della realtà. Perchè, dal primo al secondo volume, Gianni spinge sull’accelleratore e tutto quanto era accennato nella prima storia oggi si presenta esplicitato tramite straordinarie sequenze (oniriche e non) di indubbio valore espressivo. Totuccio, i cani parlanti e i vari protagonisti della storia vengono gettati in pasto alla sapienza narrativa di Allegra che ne fa strumento allegorico di altissimo livello.

Insomma un’occasione da non perdere per riscoprire un artista senza confini, e, perchè no, per chi non lo conoscesse, recuperare anche il primo volume di questa epopea, che speriamo abbia altre storie in cantiere.

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