Fumetti
Supereroi dall’Africa
Il movimento culturale africano è in ebollizione. Abbiamo già analizzato il calderone musicale del continente nero, quel che significa l’afrobeats in precedenti articoli e tramite interviste radiofoniche che hanno riguardato questo peculiare aspetto. Non è però solo la musica a darci riprova di questo rinascimento culturale – se così vogliamo chiamarlo, citando non troppo involontariamente un noto politico italiano che adoperò tale parola in maniera del tutto inopportuna, durante una conferenza in Arabia Saudita – bensì c’è anche l’arte del fumetto. Ed è proprio su di essa che si vuole focalizzare questo contributo.
La forza della vignetta
“Abbiamo un grande patrimonio in Africa ma nessuno racconta le storie dei posti da cui veniamo” ha raccontato Ziki Nelson all’Economist, per un servizio della testata britannica sul fumetto nel continente nero poi rilanciato anche da Internazionale. Nelson è autore e illustratore di fumetti, cofondatore di Kugali, media company di arti e animazione che narra grandi storie africane tramite graphic novels, realtà aumentata e tecniche di animazione digitale.
Nelson ha raccontato di essere cresciuto di fronte ai grandi film di animazione stranieri, importati in Africa. Spider Man e gli X-Men sono noti anche nel continente nero, così come i fumetti di Archie oppure Astérix e Obélix e i manga e gli anime giapponesi. L’illustratore però, si accorse ben presto che mancava qualcosa. Non esistevano storie africane narrate per vignette. A suo dire, però, oggi molto sta cambiando.
Sono state create piattaforme che sono in grado di mettere gli autori africani in contatto con tutto il mondo. Una di queste è proprio quella Kugali che Nelson ha fondato insieme a Tolu Foyeh, suo connazionale nigeriano, e all’ugandese Hamid Ibrahim. La media company ha visto la luce nel 2017 e oggi vende fumetti provenienti esclusivamente dal continente – pur avendo sede a Londra – e crea animazioni originali. Nel dicembre 2020 Kugali si è tolta un’enorme soddisfazione, strappando alla gigante Disney un accordo per realizzare una serie fantascientifica completamente intrisa di cultura yoruba che si chiamerà Iwàjù, il futuro in italiano. La vignetta è strumento potentissimo, può farsi foriera di messaggi di speranza e rinascita.
Nigeria in prima fila
Come accade con pressoché ogni ambito della cultura pop africana, il popoloso Stato della Nigeria è in prima fila nello sviluppo culturale del continente. Il settore del fumetto resta piuttosto contenuto in Africa ma appare in rapido sviluppo. I marchi più forti per quanto riguarda le storie a vignette sono Comic Republic e Vortex Corp, ambedue hanno sede a Lagos. Accanto a questi apripista, ad ogni modo, troviamo anche esperienze provenienti da altri Paesi.
Come non citare ad esempio il caso della tecnologia di Afrocomix: si tratta di un marchio concepito e sviluppato da Leti Arts, uno sviluppatore di videogiochi che opera in Ghana e Kenya. Afrocomix è una app che consente di leggere storie a fumetti su qualunque dispositivo sia connesso a internet. L’online sta aprendo moltissime possibilità nel continente nero, che è il più giovane al mondo e dunque attentissimo alle nuove tecnologie. Etan Comics, una compagnia che ha sede nel Massachusets, è la casa dei supereroi africani Jember e Hawi, due etiopi dotati di superpoteri che poco – fuorché la celebrità – hanno da invidiare alle icone a stelle e strisce di Marvel e DC Comics. Nel 2019 le avventure di Mama K’s Team 4, ideate da Malenga Mulendema – sceneggiatrice dello Zambia – e coprodotta da uno studio sudafricano, è riuscita ad approdare su Netflix. Si tratta della prima serie di animazione realizzata da africani a giungere a questo risultato.
Avventure calate nella realtà africana
Jember e Hawi non devono le loro abilità straordinarie a fonti galattiche o pseudo-scientifiche, come spesso avviene per i loro colleghi born in the USA. Essi traggono la loro forza da sorgenti spirituali, totalmente calate nella realtà africana. Anche il loro aspetto è assolutamente continentale: capelli nerissimi, carnagione scura e lineamenti tipici africani facilmente riconoscibili, per quanto stilizzati dal tratto di una matita.
Ayodele Elegba, disegnatore nigeriano, è il creatore di Strike Guard. Si tratta delle avventure di uno studente assassinato il cui cadavere viene gettato – per mantenerlo celato – all’interno del sepolcro della divinità yoruba Ajagbeja. Sarà proprio essa a donare al giovane i suoi superpoteri, resuscitandolo e incaricandolo di fare del bene. L’illustratore franco-senegalese Juni Ba affonda le radici delle sue storie nei miti e nelle leggende del proprio paese d’origine. Il fumetto sudafricano Kwezi parla di un influencer così pieno di sé da essere riluttante ad usare i suoi poteri per fare del bene, dando origine a un eroe modernissimo tanto da essere distopico, più interessato al seguito dei propri followers che alla salvezza del pianeta che abita. Il Sudafrica è tra gli Stati più avanzati del continente nero.
Naturalmente anche le tematiche sociali sono molto sentite a queste latitudini. Il meccanico protagonista di Razor-Man si è trasformato in supereroe e ha la missione di vendicare l’assassinio di suo padre. Per riuscirci deve destreggiarsi tra repressione e corruzione in Zimbabwe e il compito non è certo dei più semplici, anche per chi è dotato di superpoteri. Lake of Tears, ambientata in Ghana, parla della tratta dei bambini nell’infido settore del Lago Volta, immergendoci in una realtà tossica e sgradevole che è storia quotidiana da queste parti. In Un voyage sans retour, il camerunese Gaspard Njock tratteggia una mappa di sogni e pericoli della migrazione verso l’Europa, che troppo spesso si trasforma nel viaggio senza ritorno che dà il titolo all’opera. Zana è ambientato in un futuro nel quale l’apartheid non è mai finita ed enfatizza le difficoltà nelle relazioni comunitarie del Sudafrica di oggi.
Il 2020 è stato l’anno della terribile pandemia. Il COVID-19, però, ha creato anche opportunità, accanto ai ben noti disagi che lo hanno caratterizzato: una, ad esempio, è stata quella data ai fumettisti africani dalla rete. Grazie ad internet e ai servizi digitali, infatti, i nomi citati nelle righe precedenti e non solo hanno avuto modo di crearsi una platea di lettori planetaria.
La seconda metà dello scorso anno, poi, si è contraddistinta per le proteste del movimento antirazzista Black Lives Matter, il quale ha portato ad un sostanziale risveglio delle coscienze africane. Questa è altra benzina per il fuoco culturale africano che sta già bruciando con forza.
Come afferma Ziki Nelson: “Manifestazioni e discorsi su appartenenza etnica e identità stanno ispirando le persone a cercare nuove storie.” Proprio quello che serviva ad un movimento come quello del fumetto africano; attivo da decenni ma in larga parte sconosciuto.
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