Fumetti
Se Pokémon Go cambia anche il mercato immobiliare (dall’altra parte del mondo)
Pur avendo tre bimbi piccoli, non mi sono mai appassionato ai Pokémon. A parte Pikachu – e chi non lo conosce? – non saprei proprio nominare un altro dei protagonisti. Quindi – almeno per ora – non ho avvertito il fascino di Pokémon Go, l’app che sta facendo impazzire il pianeta. Fin da subito, però, mi ha divertito molto leggere i tanti commenti, lasciati online, sulla piattaforma. Quelli tecnici – in stile nerd – che svelano le nuove frontiere della realtà aumentata, i segreti della geo-localizzazione e degli algoritmi. La ‘battaglia’, più o meno nascosta, tra i colossi dell’high-tech. Quelli di costume e culturali. Mi hanno divertito le freddure e le battute che hanno iniziato a correre su Twitter. E quelli che ‘io l’ho scaricata solo per una sorta di esperimento antropologico’. Fantastici.
Poi, alcuni giorni fa, sul telefonino compare una mail con un comunicato del ramo italiano di una delle prime realtà immobiliari internazionali. Un colosso dell’intermediazione a livello mondiale che racconta come in Australia gli annunci immobiliari, risentano della ‘Pokémon-Go-mania’, riportino la presenza di PokeStop e Gym e i prezzi delle case aumentino. “Secondo alcuni agenti immobiliari – si legge – i prezzi degli immobili potrebbero beneficiare di questo gioco e della presenza di Pokemon all’interno dello stabile”. Non a caso, viene raccontato, un annuncio esposto per una casa di Townsville Cranbrook, nello stato di Queensland, recita così: “basta attraversare la strada per trovare un enorme parco con attrezzature sportive e abbiamo scoperto che vi è anche qualche raro Pokémon”.
D’altronde, chiarisce l’agente che cura la vendita della struttura “le location virtuali del gioco possono assolutamente influire positivamente sul prezzo di vendita o di affitto di un immobile”. Attualmente, nella città australiana, “sono circa 4.000 gli immobili sul mercato: quando hai la possibilità di scegliere tra 300 case identiche, perché non sceglierne una vicino a un PokeStop?”. Già, perchè no? “Adesso oltre a fornire informazioni riguardanti l’immobile, devo assicurarmi di essere in grado di fornire all’acquirente informazioni dettagliate sulla presenza o meno di un PokeStop o una Gym dove allenare i Pokemon. – dichiara –: se solo qualcuno lo avesse fatto una settimana fa, lo avrebbero preso per pazzo”.
Invece, almeno dal punto di vista del business, altro che pazzia. D’altronde se a New York orde di cercatori di Pokemon hanno invaso Central Park, se – soprattutto negli Stati Uniti – café e ristoranti hanno già fiutato l’affare e, a fianco dell’applicazione primigenia, ne è già spuntata un’altra che segnala su una mappa la presenza di Pokémon – in particolare se rari – agli altri giocatori, perché non combinare gli annunci immobiliari con la presenza dei mostriciattoli. Visto che, tanto, camminiamo tutti con la schiena curva su uno smartphone per guardare qualsiasi cosa, ‘ma perché no?’, hanno pensato dall’altra parte del mondo. In attesa di vedere cosa accadrà da questa.
(Immagine di copertina tratta da pokemon.wikia.com )
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