Fumetti
“Notte rosa”, il dispositivo-desiderio di Francesco Cattani
Sono due le vie percorse da Francesco Cattani per la creazione del suo immaginario, due vie che servono a rafforzare l’identità di un mondo sempre sospeso tra delirio e lucide visioni. La prima è quella di una ricerca del Reale che sia a stretto contatto con il quotidiano, con eventi che tutti potremmo vivere, ma che sono però distanti perché un elemento semplice, ma particolare, è lì a disturbarne il verismo essenziale. La seconda, invece, ha a che fare con un surrealismo disturbante che lavora con i corpi e con le prospettive che cambiano il modo di percepirli nello spazio e nel tempo (un tempo che ci viene fatto assaporare solo parzialmente a causa dell’instabilità consequenziale di alcune delle immagini che ci scorrono di fronte).
Tutto questo modo di intendere la rappresentazione è racchiuso nell’affascinante Notte rosa, ultimo suo libro edito da Coconino, raccolta di racconti chiazzati da un cripticismo che gioca (proprio per rispettare le due vie descritte qualche riga più su) con la voglia di entrare in contatto con i problemi tangibili che la nostra società produce e con i quali siamo costretti a fare i conti sempre più facilmente come individui e sempre più difficilmente come comunità. Di questi racconti, i più concreti sono quelli che percorrono appunto la prima via (ad esempio Giorgio o Cicciobello), drammi familiari vissuti da esseri animali antropomorfi che vivono esistenze travagliate, ricche di ansie e irrisolvibile disperazione. Quelli invece più fluttuanti (come la serie di P.I.T.) sono follie dove le pulsioni sono al centro del dibattito, i simbolismi si scontrano con i volumi della Natura e le forze mistiche del disegno impongono a tutti i riferimenti presenti alla cultura pop di frantumarsi in non sensi monumentali, tanto attraenti quanto oscuri. C’è una dimensione decisamente perturbante che anima queste storie, che hanno anche a che fare con amori fraterni, rivoluzioni impensabili e vite perdute. La lotta per stare al mondo è al centro dei racconti impossibili, per provare a farci comprendere cosa si frappone tra la speranza di un futuro migliore e l’abisso dello sfruttamento perenne.
La notte rosa di Cattani è dunque in realtà semplicemente una suggestione, non esiste: il rosa è un’apparenza, “sembra esploso” appunto, parafrasando il testo del brano di Umberto Tozzi. La notte è buia, va illuminata per potersi orientare e percorrere un cammino che ci faccia uscire presto dall’oscurità. In questo senso il fumetto di Cattani cerca di spostare l’attenzione sulle maschere dei personaggi, su come queste celino volti che hanno il timore di apparire e mostrarsi per quello che sono, perché appartenenti a individui troppo indaffarati a sopravvivere e a tentare di sovvertire un sistema il cui regolamento è a molti di loro sconosciuto. E allora, forse, resta solo il desiderio, unica benzina per riuscire a patire un’esistenza per tanti versi inspiegabile e assurda. Il desiderio: un meccanismo, un dispositivo, uno strumento per resistere. Accendiamolo: “Motore danza/Sento già che il dolore avanza/Respirerò/Lacrime e aria che mi sbronza”.
Notte rosa
Testi e illustrazioni: Francesco Cattani
Editore: Coconino Press
Collana: Coconino cult
Anno edizione: 2020
Pagine: 160 p., ill. , Brossura
Devi fare login per commentare
Login