Fumetti
Il tradimento del Superman nero che si batteva per l’amore universale
Il 9 dicembre del 1966, esattamente 55 anni fa, in Inghilterra usciva “Sunshine Superman”, l’inno hippie sull’unità tra bianchi ed afroamericani che, uscito sei mesi prima negli Stati Uniti, per motivi contrattuali non era stato pubblicato altrove. Ma le radio europee trasmettevano già sia la canzone, sia l’album. Ed in Italia, dove la censura era ancora severissima, l’altro inno dello stesso cantautore scozzese, “Mellow Yellow”, veniva suonato ovunque – i giudici non avevano capito che parlasse di droga…
Le canzoni le ha scritte Donovan, il capostipite di tutti i grandi musicisti scozzesi, uno dei più grandi di sempre che oggi, purtroppo, tende ad essere dimenticato, anche perché da quasi mezzo secolo vive, insieme alla moglie, estremamente ritirato in uno splendido cottage irlandese. Era esploso nel 1964, quando la Pye Records aveva pubblicato i suoi primi demo degli anni del liceo, fatti solo di voce e chitarra, e una canzone, “Catch the wind”, aveva immediatamente scalato le classifiche da entrambe le parti dell’oceano.
Come Cat Stevens, Donovan ha un talento incredibile per le melodie, scrive testi intelligenti e spiritosi e, negli anni del beat, sviluppa un proprio speciale suono folk che, come quello di Cat Stevens, è perfetto per la musica leggera, non importa di quale cultura – ed è per questo che ha avuto un successo travolgente nella scena musicale: insieme a Bob Dylan e Joan Baez, compone la triade di eroi del folk psichedelico e politico che, nella prima parte degli anni 60, avrà come unici “avversari” Simon & Garfunkel da un lato, ed i Beach Boys ed i Bee Gees dall’altro.
Nell’autunno del 1964, quando è ancora uno sconosciuto, incontra Elken Allen e Mickey Most. Il primo ha una trasmissione TV del venerdì sera, chiamata “Ready steady go”, che lancia tutti gli eroi della swinging London e del Merseybeats. Il secondo produce quasi tutte le band inglesi importanti di quegli anni. Donovan, con una band improvvisata, suona in TV ogni venerdì sera, unico ospite fisso, ed ogni venerdì ha una nuova canzone meravigliosa. A volte, con lui, suonano Ron Wood e John Lennon, che imparano a suonare lo speciale fingerpicking del ragazzo scozzese.
L’America lo chiama. Le riviste californiane e newyorkesi sostengono che Donovan sia il grande avversario di Dylan, ma i due sono grandi amici, adorano Jack Kerouac e Walt Whitman, venerano Woody Guthrie e scoprono insieme i grandi della West Coast di quel quinquennio: i Jefferson Airplane ed i Grateful Dead. Mentre Dylan sviluppa la propria musica in direzione del rock e del blues, Donovan mette insieme la musica etnica britannica e la musica hippie americana, e scrive un capolavoro dopo l’altro – in modo talmente veloce che le case discografiche, che se lo litigano, non riescono a pubblicare il nuovo materiale prima che lui abbia già iniziato a suonarlo nei concerti.
Nell’estate del 1966 Donovan, sul palco, canta una serie di canzoni, collegate tra loro, che descrivono un mondo hippie fatto di marijuana, amore, vita bucolica, miti celtici, femminismo ante litteram – e musica indiana, introdotta dall’artista di strada Shawn Phillips, che aveva visitao i guru già alla fine degli anni 50. Donovan crea un nuovo supereroe, Sunshine Superman che, invece di avere la mantellina rossa ed essere talmente estremamente ariano da essere un extraterrestre del pianeta Krypton, è un afroamericano, con la salopette, le magliette coloratissime e, invece di usare la superforza, usa la super-luce e gira con una ragazza meticcia dalle gambe lunghissime, Superlungs Supergirl. Quando i due si congiungono, emettono un suono mistico, Barabajagal, che fa sbocciare l’amore universale.
Le canzoni sono state registrate da un gruppetto di amici: i Rolling Stones e Jeff Beck come backing band e, nel coro, Nicky Hopkins, Madeline Bell, Lesley Duncan e Suzi Quatro – una sorta di selezione mondiale della musica psichedelica. Ma vengono pubblicate in modo sparpagliato durante l’arco di tre anni, in parte a causa delle liti tra discografici, in parte a causa dei problemi che il cantautore ha sempre avuto con la giustizia a causa del consumo di cannabis. Tutto ciò porterà Donovan a decidere di smettere di produrre dischi e ritirarsi a vita privata, dopo il matrimonio con Linda Lawrence, una cantautrice che faceva parte della stessa straordinaria comitiva, e che nell’immaginazione di Donovan era la Supergirl che avrebbe cambiato la storia dell’umanità. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato che la sua casa discografica americana ha venduto alla Marvel (la società di fumetti sciovinisti che pubblicava già Superman, Captain America, i Fantastici Quattro e via dicendo) i diritti sul Sunshine Superman, che diventa un bruto tra tanti altri bruti chiamati supereroi.
Tanti anni dopo dirà: “Ho sognato un mondo di affetto, ho trovato la persona che ci credeva quanto me, e ci siamo trasferiti in quel mondo. Quello in cui vivete voi ci fà star male. I diritti d’autore ci bastano, ed abbiamo avuto una vita meravigliosa, piena di amici eccezionali e di contatto con la natura”. Di non essere più famoso non gli importa nulla, e quando suona, nelle bettole irlandesi, è sempre e solo lui, voce e chitarra. Non voglio che lo dimentichiate, non importa cosa pensiate della marijuana e dell’amore universale. Al mondo ci sono stati eroi segreti, come il Sunshine Superman, che non hanno mai fatto male a nessuno, ed hanno semplicemente creato bellezza.
https://www.youtube.com/watch?v=x1SGYN0C0e8
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