Fumetti

Fumetti e supereroine, la nuova frontiera della cultura del mondo arabo

6 Marzo 2016

La primavera araba, espressione occidentale con la quale si fa riferimento alle rivoluzioni e all’ondata di proteste che hanno attraversato i regimi arabi nel corso del 2011, è stata portatrice anche della richiesta, in particolare dai giovani, di un rinnovamento culturale della società; un sentimento nuovo nello spazio culturale arabo-islamico, analogo a quello dei giovani dell’Europa dell’est prima della caduta del muro di Berlino.

Quando il processo di transizione culturale, tra il vecchio e il nuovo regime, non avviene in forma pacifica e condivisa nella società si possono generare tensioni le quali possono essere la causa dello scontro generazionale ( legato il più delle volte alla tradizione, la quale, a sua volta, è spesso influenzata dalla religione ) o agli estremi alla guerra civile. Se la realtà di tutti i giorni è portatrice di soprusi, angherie e violenza quale strumento più opportuno dei fumetti per raccontare le gesta di un supereroe al quale affidare le speranze per un mondo diverso, forse migliore del presente: Qahera, The 99 e Malaak, sono supereroi nati dal genio artistico di tre giovani autori arabi.

qahera 2

Qahera è un fumetto ideato dal giovane blogger egiziano Deena Mohamed ( 45 anni ) durante la primavera araba egiziana. Rivolto ad un pubblico occidentale, è pubblicato principalmente in inglese ma è scritto anche in arabo egiziano. Nel fumetto vengono affrontate questioni come le molestie sessuali e la misoginia. Qahera, donna araba e orgogliosamente musulmana, si trasforma in un’eroina per difendere le donne comuni dalle angherie e dalla violenza che, non solo nel mondo arabo, le donne sono costrette a subire nella vita di tutti i giorni.

In un’intervista del 2013 rilasciata dalla BBC l’autore rivela chi è Qahera. Deena afferma che la sua eroina è orgogliosa di essere una donna musulmana praticante infatti indossa un abbigliamento consono ai dettami religiosi compreso un Hijab. E proprio l’abbigliamento indossato da Qahera vuole essere uno strumento per combattere uno stereotipo diffuso nel modo occidentale ovvero quello che coloro che indossano l’abbigliamento islamico siano persone deboli e disumanizzate. L’autore, parlando delle motivazioni che lo hanno spinto a creare il personaggio afferma che “ La maggior parte dei temi narrati nel fumetto sono basati su tragiche esperienze reali e la sua eroina vuole spronare le donne a trovare la forza per contrastare queste violenze perché se una donna si sente sola non troverà mai la forza per il riscatto “.

Qahera si batte non solo per contrastare la violenza sulle donne ma anche per la parità di rappresentazione nei fumetti. Per l’autore “ più che parlare di un supereroe al femminile il fumetto deve essere considerato un tributo alle donne che hanno contribuito e stanno contribuendo al processo di cambiamento del mondo arabo. Un personale tentativo di omaggiare le eroine della vita reale “.

the99

The 99 è un fumetto ideato da un gruppo di fumettisti Kuwaitiani capitanati da Naif al-Mutawa ( 44 anni ). Il fumetto ha fatto la sua prima comparsa nell’agosto del 2007 ed è distribuito sia in lingua araba che in quella inglese. La casa editrice, dello stesso Matawa, è inoltre partner ufficiale della Marvel in Medio Oriente.

I protagonisti della storia sono novantanove individui, giovani ed adulti, provenienti da ogni parte del mondo islamico. Ad ognuno dei novantanove protagonisti è stato attribuito un nome, rappresentativo dei novantanove nomi del profeta elencati nel corano, e il rispettivo valore teologico. La vicenda ha inizio nel 1258, quando le armate di Gengis Khan distrussero a Bagdad la più importante biblioteca del mondo arabo. Il sapere contenuto però non venne smarrito in quanto fu inserito all’interno di novantanove pietre; Pietre che con il ritrovamento attribuiscono ai possessori poteri magici grazie ai quali lottare contro il male, impersonificato da Rughal ( a rappresentare i vari signori del male del mondo reale ), e contro tutti coloro che vorranno rubargliele.

In un’intervista del 2015 l’autore alla domanda su cosa lo avesse spinto ad ideare e pubblicare il fumetto ha affermato che “ Dopo i tremendi eventi dell’ 11 settembre negli Stati Uniti, il terrorismo islamista aveva irrevocabilmente lasciato una macchia indelebile sul mondo arabo, e in cambio il mondo occidentale aveva iniziato a chiedersi se la religione islamica potesse essere compatibile con i valori dell’illuminismo occidentale. Con il fumetto è mia intenzione avvalorare i valori centrali della mia fede, che credo siano valori condivisi, per dimostrare che la mia religione non è diversa da quella occidentale “. Inoltre afferma di aver scelto i fumetti per bambini al fine di “ evitare un futuro di giovani uomini e donne radicalizzati “.

malaak

Un altro fumetto rappresentativo è Malaak. Ideato, scritto e pubblicato dalla libanese Joumana Medlej ( 36 anni ) racconta le vicende di una ragazza che di giorno fa la studentessa e di notte veste i panni della supereroina. Generata dalle forze naturali della terra, viene rappresentata a somiglianza del popolo allo scopo di infondere speranza ad una popolazione che da oltre un ventennio convive con le atrocità  della guerra.

Il primo volume è stato pubblicato nel 2007 in inglese e successivamente ne sono stati pubblicati altri cinque. Medlej racconta di voler pubblicare il fumetto in formato ebook anche in versione libanese ma essendo autoprodotto è speranzosa di trovare al più presto degli sponsor.

Ad una prima lettura la storia sembra svolgersi in Libano ma l’autrice afferma di essersi solo ispirata alle tematiche, ai luoghi, alle persone ed agli eventi storici del proprio paese in quanto “ La storia è fatta per essere letta come contemporanea, indipendentemente dal fatto che la si stia leggendo ora o fra 20 anni “.

Malaak non è portatrice di alcun credo religioso in quanto “ nascendo dalla terra dei cedri è frutto della terra stessa, e come tale, parte delle forze naturali che hanno origini più antiche delle religioni umane “.

L’avvento di un nuovo mondo globalizzato sta mettendo in crisi le società tradizionali le quali reagiscono non sempre positivamente alle sollecitazioni a cui vengono sottoposte. Se da un lato accolgono con entusiasmo le innovazioni tecnologiche dall’altra sono molto più caute nell’accettare il cambiamento quando esso mette in causa stili di vita e convinzioni religiose, ovvero l’identità stessa di persone e di popoli.

 

Anche gli autori di Qahera, The 99 e Malaak hanno subito pressioni dopo la pubblicazione delle loro opere.

Se Deena e Medlej ( rispettivamente autori di Qahera e Malaak ) sono stati principalmente accusati di aver pensato ad un’eroina troppo affine al concetto occidentale di supereroe, Mutawa ( autore di The 99 ) ha dovuto subire non solo critiche al proprio lavoro ma anche attacchi personali. Pur essendo infatti il fumetto stato approvato dal ministero dell’informazione Kuwaitiana e appoggiato pubblicamente dall’Emiro del Kuwait definito come “ un bastione della tolleranza “ l’autore è stato accusato di essere un bestemmiatore e dunque di eresia. Inoltre è stata intrapresa una campagna di odio personale al punto di creare un hastag su Twitter minaccioso #whowillkillDrNaif ottenendo anche una fatwa del gran Mufti dell’Arabia Saudita.

Questi fumetti hanno trovano però oppositori anche nel mondo occidentale. Molti conservatori infatti, rifacendosi agli attacchi dell’11 settembre, non accettano l’idea che la cultura araba e la religione musulmana possano avvicinarsi al mondo occidentale. Al contrario The 99 è stato molto apprezzato dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama il quale ha definito il fumetto un modello esemplare di pace interreligiosa e di tolleranza.

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