Fumetti
Come la sacralità del mito ti uccide il rock
Ragionavo oggi su un articolo uscito circa un mese fa sulla Repubblica, scritto da Gino Castaldo, dove parlava della morte del rock come genere, stile, cultura pop. Poco dopo si è aggiunto l’appello di Robert Plant, insomma non l’ultimo degli stronzi, a “smettere di vivere nel passato, e ascoltare nuove band”.
Ci ragionavo, insomma, perché anche io penso la stessa cosa, benché nei sottoboschi della città ci siano ancora gruppi, progetti, collettivi che si danno da fare senza sosta per fare quel tipo musica, cercando la hit o cercando la sperimentazione.
A memoria, per uno come me dell’88, il rock ha fatto KO tecnico verso il 2002-2003, smaltita la sbornia da Blink, Strokes e Linkin Park, alcune tra le ultime band mondiali capaci non solo di fare successo ma di creare un immaginario e un mondo di riferimenti a cui tantissimi fan potevano appassionarsi.
Per assurdo oggi il rock ‘n roll, nel periodo in cui il vintage viene valorizzato, riscoperto tanto da ibridarsi con la contemporaneità, non c’è nelle classifiche e vive ai margini delle classifiche e dei movimenti. La grande narrazione musicale degli anni ‘00 e ‘10 è stata affidata ad elettronica e rap, nelle migliaia di forme prese e che prenderanno. Questo può piacere o meno (sono gusti), ma la domanda è: cosa sta uccidendo il rock come musica talmente forte da creare cultura e seguito numeroso?
La risposta mi viene dal parallelismo con i fumetti Marvel: si credeva che i cinecomic della Casa delle Idee avrebbero dato spinta alla vendita della corrispettiva versione su carta (o pdf). Logico, no? E invece niente: i giovani-issimi se ne fregano e vogliono solo i film, gadget, spoiler ecc.. ma niente avventure disegnate e inchiostrate.
In un certo senso, gli stessi Comic stanno cadendo, a mio parere, sotto il peso del loro mito, reso perfetto, intoccabile nel corso dei decenni. La sacralità del mito è forse il tappo che non permette a nuova energia di sgorgare, manifestando la potenza e la vita di queste due arti: fumetti o rock che sia. Se non è ancora chiaro: sto facendo un parallelismo fra i due mondi, e ne aggiungo un terzo: i manga. Essi non si fanno problemi a mutare, a osare, sia in senso puramente artistico che commerciale, e sono al top della diffusione e dell’incidenza sulla cultura pop mondiale.
Il vero problema del rock, seguitemi, è il fatto che oramai si considerato un mito intoccabile, con schemi già codificati e consolidati, da ogni lato. Se non sei vicino o identico ad una delle band del passato “offendi” la tradizione e fai schifo; parte l’hating sui social dai puristi che si masturbano pensando al “se avessi vissuto nel 19..” e cala la voglia. Di ascoltare, di scoparci con questo suono. La coolness se ne va a farsi benedire e rivolgi le tue orecchie a sound decisamente più liberi: elettronica e rap, ad esempio, i quali non hanno paura di strafare. L’hating esiste anche lì, sia chiaro, ma è più molle, inconsistente.
Coolness vuole dire che perdi qualsiasi stimolo ed energia rispetto all spinta di sentire chitarre, batterie ecc.. Come per i comic Marvel andrebbero azzerare storie, caratterizzazioni specifiche dei personaggi per ripartire da zero, considerandoli per quel che basilarmente sono, dei fumetti, idem il rock: lasciare perdere la legacy di Stones, Beatles e compagnia, perché musica scritta in un mondo diverso, senza connessione con l’oggi. Il rock dovrebbe tornare ad essere semplicemente quel che è: musica, suonata da qualcuno che non ha un cazzo da fare per noia ma energia, o umanità pregna di emotività e fame.
Questo è il mio pensiero, e spero davvero in tante cazzate mitologiche in meno e più attitudini basilari rispetto a questa musica.
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