Fotografia
Un libro di giorni, immagini, parole, ricordi
Come preludio e introduzione ai prossimi tour in Italia di Patti Smith (sarà a Parma e a Gorizia il 4 e 5 ottobre, quindi tra novembre e dicembre in una serie di concerti acustici in teatri e luoghi sacri) l’editore Bompiani pubblica A Book of Days, un prezioso volume che raccoglie riflessioni, brani di diario, appunti e 366 fotografie scattate dall’autrice, a testimonianza del suo credo estetico e di una vita totalmente dedicata all’arte. Cantautrice, performer, visual artist, scrittrice, poeta, Patricia Lee Smith (Chicago, 30 dicembre 1946) è stata una protagonista atipica e rivoluzionaria del rock, del proto-punk e della New Wave degli anni settanta: il suo eccezionale carisma interpretativo e la potenza dei suoi testi le hanno fatto guadagnare il soprannome di ”sacerdotessa del rock”. La rivista Rolling Stone la inserisce al quarantasettesimo posto nella classifica dei cento migliori artisti e all’ottantatreesimo nella lista dei più grandi cantanti. Prima di quattro figli di un macchinista e di una cameriera-cantante jazz, entrò giovanissima a contatto con la musica. Trasferitasi a Manhattan nel 1976, iniziò una tormentata ed intensa relazione con il fotografo Robert Mapplethorpe, i cui ritratti furono spesso utilizzati come copertine per i suoi album. Il primo grande successo fu Horses, a cui seguì un’altra decina di album, e quindi un lungo periodo di ritiro dalle scene per motivi familiari e per una lunga depressione seguita ai gravi lutti patiti. Le sue canzoni si nutrono dei drammi del mondo contemporaneo, e il suo attivismo politico l’ha vista a fianco delle più importanti manifestazioni internazionali contro la guerra e per i diritti civili. Nel 2010 ha dato alle stampe il libro autobiografico Just Kids, vincitore del National Book Award.
Tutti questi complessi e intensi avvenimenti esistenziali hanno lasciato traccia nel volume edito da Bompiani, che nel risvolto di copertina viene definito “un viaggio caleidoscopico nella mente visionaria di un’artista suggestiva e inconfondibile, una lettura senza tempo per tempi molto incerti, una mappa ispiratrice della sua vita come della nostra”. Patti Smith nella primavera del 2018 ha iniziato a pubblicare su Instagram le sue fotografie, sia quelle più antiche, scattate con la vecchia Polaroid Land 250, sia le recentissime, catturate in giro per il mondo con lo smartphone. In A Book of Days si susseguono, intercalando così atmosfere struggenti e nostalgiche con testimonianze appassionate di storie private e collettive, talvolta dolorose e drammatiche, oppure ironiche, spiazzanti, polemiche. Ogni foto è accompagnata da una breve didascalia scritta dall’artista su un taccuino o direttamente sull’i-phone. L’assemblaggio, intelligentemente meditato dal punto di vista dell’accostamento estetico delle immagini, è stato compiuto nei giorni di isolamento della pandemia, e pensato come omaggio non solo alle persone che vi sono ritratte (a quelle vicine e viventi, a quelle perdute e rimpiante, a donne e uomini famosi che hanno fatto la storia e vengono immortalati nelle loro tombe, nei monumenti, negli autografi), ma anche alla bellezza dei giorni che a ciascuno è dato di vivere.
Camus e Murakami, Joan Baez e Bob Dylan, Giovanna d’Arco e San Francesco, Kurosawa e Werner Herzog, Borges e William Burroughs, Yoko Ono e Kurt Cobain… E poi la tazza del caffè mattutino, gli stivali consumati, la chitarra del marito, il gatto amato, i regali di Robert Mapplethorpe, la madre e le sorelle, i figli nelle diverse età, piazze e stazioni, spiagge e montagne. Regali, insomma, a chi volesse entrare nel mondo di Patti, provando a guardarlo attraverso i suoi occhi. “Trecentosessantasei modi di dire ciao”, come ha tenuto a scrivere lei stessa nella prefazione, un po’ minimizzando, un po’ sottolineando con un sorriso la bellezza contagiosa dell’antologia.
PATTI SMITH, A BOOK OF DAYS – BOMPIANI, FIRENZE 2023, p. 400
Traduzione di Tiziana Lo Porto
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