Fotografia
Il corpo come casa dell’anima
“Ecco gli uomini! Se la prendono con la scarpa quando la colpa è del piede.” “Questo è il modo in cui sono fatto – o perdono qualcosa subito o non la perdono mai.” (Waiting for Godot)
Mi è capitato in classe di spiegare il participio presente di un verbo dicendo di ricordarsi il mio cognome, in francese il participio presente termina in ant. Simile all’italiano, dico che sono amante di libri. E mi piace che a una fiera dedicata all’editoria indipendente sia stata data il nome di “più libri più liberi”.
Un suffisso che troviamo spesso. Racconto ad esempio che nonostante io sia una persona cordiale, aperta, disponibile, sono stata una ribelle ante litteram. Ho sempre creduto nell’indipendenza delle donne e ho sempre creduto che questa indipendenza non potesse prescindere dall’istruzione.
La mia apertura sicuramente deriva dai viaggi che ho fatto, dalle persone che ho incontrato e, dalla mia professione: un’ insegnante che cerca di entrare in contatto con i giovani.
Credo fermamente nell’amicizia tra un uomo e una donna, credo nel sostegno reciproco, e do poca importanza al sesso della persona che mi tende una mano. Non vedo malizia in chi collabora con me ad un progetto, in chi mi sostiene in un momento difficile.
Reputo il corpo un luogo neutro e sacro al momento stesso. Non attribuisco enfasi particolari ai corpi, forse perché sono abituata a vederne di ben fatti, non per questo credo che il corpo vada vilipeso, offeso, maltratto. Credo che esista una sessualità che non può fare a meno di una educazione sentimentale, un’educazione che veda l’altro nella sua interezza di persona e non focalizzi il corpo come totalità. Ne ho parlato durante una delle mie lezioni.
Vedo ragazzi e ragazze abbracciarsi liberamente, qualcuno che accarezza capelli alla compagna in un gesto di affettuosa carineria. Gesti per me così naturali che non mi sono mai sognata di rimproverare qualcuno. Ho incontrato in spiaggia alunni in tenuta marina, ci siamo raccontati come fossimo in un’aula. Guardare davvero qualcuno significa andare oltre la sua tenuta.
Amo chi è capace di supportare gli altri, da fare da tirante. Un termine che in architettura indica un elemento strutturale, spesso di metallo, utile a contrastare le forze spingenti laterali dovute al peso, ad esempio, di una copertura.
In foto: Marcello Dudovich
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