Fotografia
Helmut Newton: a Napoli il fotografo che esaltava le belle donne
Il PAN (Palazzo Arti Napoli) ospita fino al 18 Giugno 2017 oltre duecento fotografie di Helmut Newton, outsider della fashion photography, famoso per aver introdotto il ritratto, il nudo e l’erotismo nell’alta moda e per aver ridisegnato l’immagine della donna. La mostra, a cura di Matthias Harder e Denis Curti e promossa dal Comune di Napoli, nasce da un progetto di June Newton, moglie e musa del fotografo. Gli scatti sono quelli di una carriera sfolgorante tra la Francia, l’Italia e l’America e racchiusi in White Women, Sleepless Nights e Big Nudes, tre pubblicazioni apparse tra gli anni Settanta e Ottanta e che hanno emozionato e scandalizzato. Il visitatore si immerge nella visione patinata, sopra le righe e incontenibile di Newton, tra istantanee in bianco e nero e a colori. Troneggiano gli scatti per l’alta moda, commissionati da Yves Saint Laurent, Lagerfeld, Chanel e apparsi su Vogue, Marie Claire, Elle, Vanity Fair, ecc. Accanto a questi, i ritratti a Charlotte Rampling, a Andy Warhol e alle modelle più ricercate dell’epoca come Sylvia Gobbel, la sua preferita, e Veruschka.
Gli scatti su commissione si alternano a quelli legati alla sua ricerca personale, tacciati di volgarità. Ma Helmut Newton rifiutava il concetto di buon gusto: rifuggiva canoni prestabiliti e ricercava la sua voce, senza rinnegare un’attrazione per il grottesco. Ogni scatto è il tentativo di raccontare una storia, di omaggiare una bellezza, di provocare una polemica, di non lasciare indifferenti.
C’è anche il desiderio di celebrare uno stile di vita: gli agi, i bicchieri di whisky, le sigarette, gli appartamenti, le piscine. Newton raggiunge il successo negli anni Sessanta, dopo un ventennio di privazioni e di lontananza da sé. La sua famiglia è di origine ebrea e il fotografo vive l’incubo della persecuzione nazista. È a Parigi che la passione giovanile per la fotografia diventa prima un’arte e poi un destino. La ricerca ossessiva, tra finezza e voyeurismo, cristallizza il suo pensiero: la donna anzitutto, con le sue sfumature e il suo carattere.
Man mano che lo scorrere del tempo traghetta la società verso gli anni Ottanta, le modelle di Newton si fanno più piene e voluttuose. Le loro gigantografie compongono l’ultima parte della mostra. Tra queste immagini anche la foto totem del progetto espositivo (la composizione sintetizza tutta la carriera di Newton: le modelle, lo studio, la Rolleiflex, la moglie June e alle spalle, oltre la porta, un mondo che va da sé e che lui in qualche modo ha dominato).
Newton è stato tacciato di maschilismo. Le fotografie di donne bardate con corsetti, selle e lacci hanno alimentato le polemiche che Newton respingeva al mittente. Si divertiva a provocare, a giocare, mentre la Francia lo incoronava maestro assoluto. La mostra è intrisa del carattere burlesco del fotografo ed offre al visitatore una panoramica ampia sulla visione di un antesignano della fotografia.
I dettagli sono qui sul sito del Comune di Napoli.
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