Fotografia

Fotografia. Rimini, paradigma dell’Italia che fu

14 Maggio 2016

L’hanno raccontata in tanti, Rimini. Pier Vittorio Tondelli, affrescando una sorta di immenso parco divertimenti con regole tutte sue. I suoi gesti, il suo linguaggio, i suoi comportamenti. Le ballate, amare e dolenti, di Fabrizio De Andrè e Francesco Guccini. Federico Fellini. Con ‘I Vitelloni’. O ricostruendo il borgo natio a Cinecittà – intrecciando sogno e memoria – per vincere un Oscar- con ‘Amarcord’ – tra un nonno che parla in dialetto e il Grand Hotel. Il ‘Rex’ che solca il mare illuminato e la ‘Gradisca’. Icone. Come le ‘commediole’ leggere degli Anni Ottanta che hanno rilanciato il profilo di una città divenuta, nell’immaginario collettivo, il cliché della vacanza italiana. Quasi un ‘non luogo’, in cui tutto si fonde: alto e basso, bene e male, immobilismo e modernità.

Specchio, quasi inconsapevole, della parabola del Paese. E che viene svelato, in una mostra dell’edizione 2016 del festival internazionale ‘Fotografia Europea’ di Reggio Emilia (‘La via Emilia. Strade, viaggi e confini’) – nato nel 2006 con l’intenzione di ‘usare’ la fotografia per riflettere sulle complessità della contemporaneità – attraverso gli ‘scatti’ di vita quotidiana di Rimini e della Riviera, negli anni compresi tra il 1985 e il 1999. Gli anni del passaggio dalla ‘Teutonen Grill’, la spiaggia dei tedeschi e dell’euforia tipica dell’edonismo Anni Ottanta alle soglie del Duemila, fra discoteche mastodontiche, i Vip e le persone comuni, l’aria da ‘Strapaese’ e i sogni glamour. L’allegria caciarona dell’estate, malinconia del mare d’inverno.

La mostra, in programma fino al 10 luglio si intitola Italy & Italy’, un progetto nato dall’incontro tra Pasquale Bove, già fotografo di cronaca per La Gazzetta di Rimini, Il Resto del Carlino e l’agenzia Ansa – vera e propria memoria storica di questo lembo di Romagna e non solo – e Luca Santese, curatore e cofondatore di ‘Cesura’ e autore selezionato, nel 2010, dal premio ‘World Press Photo’ con il progetto Detroit 2009-2010. Nel 2011 per il libro ‘Found Photos in Detroit’ , pubblicato con Arianna Arcara, ha collezionato sette nomination come miglior libro fotografico dell’anno.

Dall’archivio di Bove, enorme con oltre 200.000 immagini, Santese ne ha scelte 500 scattate tra il 1985 e il 1999, seguendo un percorso di editing ben preciso, cardine concettuale dell’intera rassegna. In particolare, viene spiegato nella presentazione di ‘Italy & Italy’ sul sito del festival reggiano, il percorso si dipana “dalla presa d’atto che ad oggi non esiste una iconografia nitida e definita degli anni Novanta. Questo periodo, pur essendo decisamente prossimo a noi, ci appare molto distante. Questi anni sono infatti caratterizzati da un paradosso: la nostra coscienza li percepisce come prossimi, ma questo vissuto si rovescia nel momento in cui si entra effettivamente in contatto con immagini o materiale video dell’epoca”.

Il racconto per immagini, si snoda attraverso frammenti di vita quotidiana e mondana riminese, elevati a archetipo dell’Italia che fu. “Rimini ha in avuto negli anni Ottanta e soprattutto nel decennio successivo – viene spiegato ancora – un carattere rappresentativo paradigmatico di quella che può essere chiamata l’italianità. A Rimini si sono sentiti a casa tanto politici di primo piano abituati alle discoteche quanto migliaia di proletari provenienti da ogni città e provincia italiana. Il lavoro ‘Italy & Italy’ mostra incisivamente queste convivenze. Bove ha ritratto centinaia di situazioni e ambienti radicalmente diversi tra loro, dalle notti brave dei Vip’ alla Baia Imperiale alle bancarelle dei venditori di salamelle alle feste dell’Unità, senza distinzioni politiche né di estrazione sociale. Questo progetto porta così con sé diversi sentimenti, stati d’animo, ricordi, gioie e amarezze”.

Avvolti in una sola città – punto di partenza della Via Emilia su cui si attorciglia una intera regione – divenuta, negli anni, un po’ laboratorio di nuove tendenze e un po’ frullatore di quotidianità facendo coabitare il divertimento notturno e le famiglie, il Meeting di Cl e San Patrignano, la pensioncina e i grandi parchi tematici. In quegli anni, quelli raccontati da ‘Italy & Italy’, pure un pochetto visionaria: sul mare, dove ora campeggia l’insegna di McDonald’s, i giovani riminesi facevano la fila, guarda un po’, all’’Italy & Italy’, fast food tricolore nato dall’intuizione della famiglia Arpesella e poi in portafoglio al Gruppo Cremonini di Modena, in cui si trovavano anche gli spaghetti e il ’pizzotto’ andava più dell’hamburger. Cose da Rimini. O, come si è inventata ora l’Amministrazione comunale in un curioso verbo anglo-romagnolo, ‘rimining’.

 

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