Fotografia
Canova e la pandemia, le foto di Intesa Sanpaolo scelte da National Geographic
The National Geographic Magazine è una rivista mensile della National Geographic Society pubblicata in moltissimi paesi del mondo e tradotta in trentuno lingue diverse, contando il numero di ben cinquanta milioni di lettori al mese. Una storia lunga e di successo, contando che la prima riunione della National Geographic Society si è tenuta il 13 gennaio del lontano 1888 a Washington. Solo nel nel 1911, però, veniva pubblicato il primo numero del Magazine. E nel 1998 faceva la sua comparsa National Geographic Italia, edita dal Gruppo L’Espresso (la versione italiana di Nat Geo Channel fa invece parte del gruppo Fox). La copertina del primo numero di National Geographic Italia, pubblicato nel febbraio del 1998, era dedicata alla tigre indiana Sita e ai suoi cuccioli, immortalati dal fotografo di NG Michael Nichols.
La rivista racconta da anni la meraviglia del nostro pianeta con reportage esclusivi e fotografie mozzafiato. Per l’anno che è appena cominciato ha cosi raccolto in un numero speciale le fotografie più significative del 2020.
L’edizione internazionale ha selezionato anche uno scatto dedicato alla mostra “Canova Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna” di Intesa Sanpaolo – esposta tra ottobre 2019 e marzo 2020 – inserendo una sua immagine tra le 54 più rappresentative del 2020 a livello mondiale, diventate 71 per il magazine stampato. La foto (visibile in copertina) è stata realizzata da Gabriele Galimberti e Paolo Woods durante il lockdown di marzo-aprile all’interno del museo milanese delle Gallerie d’Italia nell’ambito di The COVID-19 Visual Project, nato dalla partnership tra il Festival internazionale Cortona On The Move e la banca.
Una seconda immagine del progetto inserita nel numero di National Geographic, dedicata al dramma della pandemia in uno dei momenti più difficili per la popolazione italiana, è stata scattata a Novara da Alex Mojoli.
Le foto, sono state selezionate tra 1,7 milioni di immagini pervenute e archiviate dalla testata e inserite in un numero celebrativo che narra attraverso la forza delle immagini l’anno che ha cambiato l’uomo, le sue abitudini e il mondo stesso, in questi giorni in edicola.
Entrambe le foto sono pubblicate sulla piattaforma multimediale del Festival “The COVID-19 Visual Project. A Time of Distance”, un archivio permanente in costante aggiornamento che, attraverso i linguaggi del visual narrative (foto, video, testi, suoni), ha documentato le conseguenze sulla vita di milioni persone nel mondo durante il 2020.
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