Filosofia
Ukbarsofia e gli altri, o della divulgazione intelligente
Una volta, diciamo fino a 15-20 anni fa, qui in Italia il luogo della filosofia privilegiato era il libro, e lo spazio di comunicazione era la scuola, intesa nel duplice significato di scuola superiore (dove in Italia dai tempi della riforma Gentile era stato attivata la cattedra di storia e filosofia, in una posizione, originariamente di vertice del sapere) e di Università, dove un’apposita Facoltà provvedeva (e provvede ancora, spero) alla funzione di ricerca erudita (soprattutto storica, ma con non poche punte di teoresi eccellente) e talora – ma in misura non così importante come all’estero – di divulgazione. Per dire, Benedetto Croce consigliava a un lettore ignaro di filosofia che volesse avvicinarsi ad essa, il suo Filosofia della pratica – che non è proprio un libretto da spiaggia. La filosofia era quindi un affare di scuola e gli insegnanti o i professori universitari ne erano gli unici trasmettitori. Con la nascita del web, ma soprattutto dei social e anche degli strumenti che ricordano in un certo senso le radio libere (youtube, e anche le dirette Facebook) sono esplosi soprattutto negli ultimi 5-6 anni una serie di personagg* che hanno spezzato questa diarchia e la filosofia qui in Italia è diventata anche video-pop-fanta-sofìa. (Qualche anno prima era stato divulgato il lemma deleuziano di popsofia, e accanto al blasonato Festival di Modena-Carpi, erano nati eventi che incarnavano questa visione, di una filosofia né accademica né scolastica, coniugata con il cinema, il fumetto, la narrativa, e altre branche dell’arte varia. C’è anche la pornosofia, mi pare.)
Il biennio Covid ci ha reso tutti più dipendenti dal computer, inteso come il remoto, quindi assistiamo veramente ormai ad una DADsofia diffusa, anche come pratica, più o meno necessaria, degli insegnanti. Tutto bellissimo? è lo spirito del tempo? Chissà quanti ne hanno parlato, non torneremo più forse alle care vecchie lezioni in presenza da sole, ma affiancheremo una parte della didattica al video-piccione digitale. Anánkē sténai, anche se vorremmo fosse diverso, ma è così. Peace and Love!
Detto questo, io essendomi formato più o meno nella generazione che ancora scriveva la tesi senza consultare Wikipedia (perché non c’era), ho associato solo di recente la lettura a qualcosa che non si fa da seduti, e quindi sono divenuto in parte un audiolibro-dipendente. (l’audiolibro è davvero esploso negli ultimi 4 anni, e il podcasting ha avuto una sua discreta curva gaussiana un po’ prima ma ora pare in declino – e ciò però mi sembra provvisorio, perché sarà sempre più importante) E qui la cosa incuriosisce perché, sulla piattaforma che utilizzo, di libri di filosofia ce ne sono pochi: intesi, per libri di filosofia NON quelli di Steiner, o di spiritualità americana, ma proprio i classici: a parte Agostino, Seneca (qualche lettera), Epitteto (il Manuale), Il Discorso sul metodo, un testo di Freud, due piccoli Schopenhauer, e mi pare un Nietzsche, gli altri mancano; in compenso ci sono tantissimi, specie nell’ultimo anno, libri di selfhelp e selfcare esistentivo/psicologico/spirituale, non sempre di buon livello.
Certo, capisco che Aristotele, Kant, Hegel, Spinoza, Boezio, Cicerone, Wittgenstein, Arendt, sarebbero difficili da leggere, e da ascoltare (eppure faccio notare che in inglese molti ce ne sono), ma ad esempio ce ne sarebbero una marea che potrebbero essere utilmente fruiti. Magari mentre sto scrivendo già qualche casa di produzione starà dando da leggere La fenomenologa dello Spirito a un attore bravo [a proposito per carità, non fate leggere i libri dagli stessi loro autori. Uno che sa scrivere e sappia anche leggere (bene) è davvero raro, e alcune opere ci perdono]
Detto questo, una felice eccezione fanno Colamedici & Gancitano, che ho scoperto da pochissimo (da qualche giorno) come autori di una Storia delle Filosofie I e II, davvero ben fatta, con ritmo, competenza, entusiasmo, intensità e verve davvero simpatica. Si alternano a vicenda, come due speaker radiofonici e parlano dell’essenza dei principali filosofi e filosofe, senza citare molti libri, né pagine, né edizioni, ma andando “alle cose stesse”. È anche interessante la contaminazione tra generi: tra quest* filosof* che loro raccontano (in senso ampio) trovano posto anche poeti, scrittori, maestri spirituali, e forse magari in una qualche nuova edizione anche registi/e. [Uno dei più grandi filosofi viventi è Terrence Malick, ad esempio, che di mestiere fa il regista].
Loro dicono che fanno “filosofia da strada”, e la cosa è interessante. In un certo senso era quella che facevano i filosofi ellenisti, soprattutto i cinici, ma anche prima, i Sofisti e Socrate. La loro idea è che ciascuno deve trovare la propria narrazione per fiorire come esistenza. Scrivono anche libri, ma non ne ho letto nessuno, mi sono limitato a sentire queste due serie
I due Ukbarfilosofi (geniale la sigla Tlon, presa da Borges, per la loro impresa editoriale) appartengono ad una generazione successiva alla mia, e in un certo senso li invidio (insieme ad almeno altri due loro coetanei: Rick Du Fer e Cesare Catà ) per la giovinezza, la competenza ed entusiasmo.
Io ho l’età di un altro famoso video prof, Matteo Saudino in arte Barbasofia (me lo hanno fatto scoprire i miei alunni, da cinque anni a questa parte ripetevano le lezioni seguendolo), ma non ho né la sua conoscenza, né la sua presenza scenica, se così si può dire. Lui è davvero bravo, perché sa divulgare senza mai cedere alla semplificazione. Così fa pure, ma con un tocco di pazza genialità, un altro mio coetaneo molto meno conosciuto ma non meno bravo Ennio Guglielmetto.
Ho un rapporto molto più tradizionale – forse un po’ schizoide – con la filosofia, dividendo l’uso privato della ragione (di insegnante) da quello pubblico (di studioso, forse), kantianamente. Ma ciò dipende anche dal carattere. Poi non si sa mai, le scelte radicali spesso sono risposte alle chiamate dell’Ereignis. (Artisticamente ho un desiderio, leggere ad alta voce, questo sì. Se ci fosse un produttore in ascolto, mi proporrei di leggere Totalità e infinito di Lévinas, oppure La stella della redenzione di Rosenzweig. Non scherzo, Fatevi avanti…)
Ps. Dimenticavo di dire che Tlon sta organizzando a Roma(seguibile anche on line) la festa della filosofia
Pps. Gurdjieff, un genio burlone, un ladro sacro, un trickster, dice Colamedici: verissimo! Ma anche Osho, eh 🙂
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