Filosofia

Non abbiate paura. Organizziamo la speranza

31 Dicembre 2019

Appena eletto al soglio pontificio, Karol Wojtyla rivolse un’esortazione che può essere intesa come un incitamento, un penetrante incoraggiamento ad affrontare la vita con sorriso, con coraggio, senza viltà ed abbandonando il buio della disperazione. Disse:

“Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa! Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna”.

Non abbiate paura di affrontare la vita con tutti i suoi drammi, le disgrazie, le malattie.
Possedere la parola di Cristo anche per chi non è cristiano ed agnostico, nella sua assoluta ed inconcussa forza, è comprendere la legge dell’amore.
Anche laici (penso ad Eugenio Scalfari nei suoi lunghi colloqui prima con  il Cardinale Martini eppoi con Papa Francesco) non hanno potuto negare che il messaggio evangelico ha sconvolto il mondo, ha dato un’altra grammatica, una rinnovata intelaiatura alla vita ed alla relazione tra gli uomini.
Non dimentichiamo che il giovane Marx riteneva che “l’unione con Cristo dona un’elevazione interiore, conforto nel dolore, tranquilla certezza e cuore aperto all’amore del prossimo, ad ogni cosa nobile e grande, non già per ambizione, né brama di gloria, ma solo per amore: dona una letizia che invano l’epicureo nella sua filosofia superficiale, invano il più acuto pensatore nelle più riposte profondità del sapere, tentarono di cogliere; una letizia che solo può conoscere un animo schietto, infantile, unito a Cristo e attraverso di Lui a Dio, una letizia che innalza e più bella rende la vita”.
Dobbiamo augurarci il nuovo anno senza avere paura:
1- per dar coraggio ai ricercatori che affrontano le impervie difficoltà, al fine di abbattere le malattie e  superare  i tumori;
2-perché Iddio non dimentichi le sue anime, poveri bambini che lottano per la vita o negli ospedali o perché non hanno una patria o per aver perso i genitori o perché rinchiusi in orfanotrofi o perché desiderosi di un lembo di terra e di un tetto per coprirsi e sentire il tepore della famiglia.
3- Per vivere nella carità: “Caritas in veritate,“volta alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo”.
4-Non dimenticare chi combatte con la malattia nella disperazione di non farcela.
5-Gli sloggiati, i senza casa, quelli che dormono per strada e non sanno se domani si sveglieranno.
Organizzare la speranza non vuole, né può essere una formula consolatoria! Deve divenire un impegno  di solidarietà, con la legge dell’amore.
Non dobbiamo aver paura.

Biagio Riccio

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